La US Navy testa il missile balistico imbarcato Trident II
Il 17 settembre scorso la US Navy ha condotto con successo un test programmato con due missili disarmati Trident II (D5LE). L’operazione, designata DASO-31, è stata eseguita dal sottomarino classe Ohio, USS Wyoming SSBN-742 (nella foto sotto); il lancio ha avuto luogo nella parte settentrionale del poligono marittimo Eastern Test Range, a largo di Cape Canaveral, in Florida.
Il DASO (Demonstration and Shakedown Operation) viene effettuato per valutare la prontezza dei sistemi d’arma strategici (SWS) Trident II (D5 e D5LE) assegnati ai 14 sottomarini lancia missili balistici a propulsione nucleare (SSBN) in servizio.
Questo è il 184º lancio di prova effettuato con successo da questo sistema d’arma, un missile estremamente preciso ed affidabile che il Pentagono ha sottoposto ad un programma di estensione della vita operativa, il Trident Extended Life (TEL), finalizzato ad affrontare le potenziali conseguenze dovute all’obsolescenza.
I missili Trident II (D5LE), aggiornati e schierati dalla flotta USA, resteranno in servizio fino al termine della vita operativa sui sottomarini nucleari classe Ohio, sulle equivalenti unità britanniche Vanguard e, inizialmente, sugli SSBN classe Columbia della US Navy e sui Dreadnought della Royal Navy.
L’ultimo DASO era stata effettuata nel febbraio 2020 dallo USS Maine (SSBN-741), nel Western Test Range, a largo di San Diego, in California.
Per i Trident II (D5LE), i test di volo più recenti risalgono al febbraio 202 con una serie di quattro lanci eseguiti dalla USN a largo delle coste della Florida.
I test di lancio dei missili balistici, inclusi i DASO, sono programmati con anni di anticipo, vengono eseguiti con missili privi di testata, il punto di lancio e di impatto sono in mare e in nessun momento i missili sorvolano la terra. Inoltre, i lanci non vengon9 effettuati in concomitanza di tensioni internazionali né come dimostrazione di supremazia militare.
Principale componente delle forze nucleari strategiche statunitensi e britanniche, il missile Trident II è un SLBM imbarcato sui sottomarini SSBN classe Ohio e Vanguard. Sviluppato tra il 1990 e il 2002, è entrato nel programma Trident Extended Life nel 2007, con un contratto da 789,9 milioni di dollari assegnato a Lockheed Martin per la sostituzione dei componenti obsoleti e per l’aggiornamento del sistema di guida e di rientro, un upgrade che ha permesso di prolungarne la vita operativa fino al 2027.
Il Trident II D5 utilizza un vettore a tre stadi, spinto da tre motori a razzo alimentati a propellente solido NEPE-75, ha un raggio d’azione di oltre 11.300 chilometri e descrive una traiettoria balistica viaggiando ad una velocità di 29.030 km/h.
Il missile può essere armato con 8 veicoli di rientro Mk-5 RV equipaggiati con testate nucleari W88 da 475 kilotoni o con veicoli di rientro Mk-4 RV e Mk-4A RV equipaggiati con testate nucleari W76-0 da 100 kt o W-76-1 da 90 kt. La precisione sull’obiettivo viene indicata in un CEP (Circular error probable) di circa 90–120 m.
Come per i più vecchi Polaris e i Poseidon, il lancio sotto la superficie del Trident II avviene a freddo: il missile, protetto da una bolla d’aria per tutto il tempo trascorso sotto il livello del mare, viene espulso dal tubo di lancio mediante aria compressa e, non appena emerso, innesca la fase di spinta attraverso l’accensione del primo stadio.
All’accensione del 3º stadio, entro 2 minuti dal lancio, il missile ha già raggiunto una velocità di oltre 20.000 km/h.
Per sviluppare una capacità di attacco rapido denominata Prompt Global Strike, nel 2006 il Pentagono ha proposto di modificare e convertire alcuni missili Trident da nucleari a convenzionali. Lo scopo è diversificare le opzioni strategiche degli Stati Uniti in una più ampia strategia di lungo termine.
Il programma dovrebbe avere un costo di 503 milioni di dollari e i missili, presumibilmente due per sottomarino, dovrebbero subire una modifica al veicolo di rientro Mk 4 che verrebbe equipaggiato con guida GPS, questo al fine di aggiornare la rotta di navigazione e correggere la traiettoria del veicolo durante la fase di rientro.
(IT Log Defence)
Foto Lockheed Martin e US Navy