L’ammiraglio Daryl Caudle nuovo capo di stato maggiore della U.S. Navy: scelta in chiave anticinese?
Ieri, presso il Washington Navy Yard, l’ammiraglio Daryl Caudle ha assunto l’incarico di 34° chief of naval operations (CNO), la massima carica della Marina degli Stati Uniti, equivalente al nostro capo di stato maggiore della Marina. Alla cerimonia erano presenti oltre trecento alti esponenti del Dipartimento della Difesa, autorità e familiari.
Con il nuovo ruolo, Caudle entra a far parte dei joint chiefs of staff, il collegio dei capi di stato maggiore che fornisce consulenza diretta al presidente e al segretario alla Difesa sulle questioni strategiche e operative di interesse navale. Nel suo intervento, l’ammiraglio ha sottolineato che affronterà il mandato con “orgoglio, immensa gratitudine e assoluto impegno per la missione”, indicando tre priorità: personale, prontezza operativa e modernizzazione della flotta.
Classe 1963, con quarant’anni di servizio, Caudle proviene dal corpo dei sommergibilisti. Ha comandato tre unità nucleari d’attacco, per poi assumere incarichi di crescente responsabilità fino alla guida delle Forze Sottomarine dell’Atlantico. Dal 2021 ha ricoperto il ruolo di comandante dello U.S. Fleet Forces Command, responsabile dell’addestramento e della preparazione al combattimento dell’intera flotta.

I colleghi lo descrivono come un leader diretto e risoluto, capace di affrontare i problemi senza compromessi. Negli Stati Uniti l’ammiraglio è soprannominato “honey badger”, rifacendosi ad un piccolo animale noto per la sua tenacia e il coraggio sproporzionato rispetto alle dimensioni, simbolo di chi non si lascia intimidire e va dritto al risultato.
La scelta di Caudle non è solo il risultato di una carriera impeccabile, ma riflette anche la volontà politica della nuova amministrazione americana. Il presidente Donald Trump, tornato alla Casa Bianca per il suo secondo mandato, ha deciso di rimuovere a febbraio l’ammiraglio Lisa Franchetti, prima donna a guidare la Marina. Una decisione controversa, che aveva suscitato critiche soprattutto tra i democratici.
Tra i nomi in corsa per la successione vi erano l’ammiraglio Samuel Paparo, oggi a capo del Comando Indo-Pacifico (U.S. INDOPACOM) e considerato l’esperto per eccellenza della sfida con la Cina, il vice ammiraglio Brad Skillman e l’ammiraglio in congedo John Aquilino. Paparo, già tra i candidati alla nomina precedente poi conseguita dalla Franchetti, ha scelto di non candidarsi, lasciando campo libero a Caudle. La sua figura, ritenuta autorevole ma meno divisiva sul piano politico, ha facilitato il via libera del Senato.

Scelta anticinese?
La nomina di un sommergibilista al vertice della Marina americana assume un significato particolare se letta alla luce della competizione con la Cina. Pechino ha costruito negli ultimi vent’anni la più grande flotta di superficie al mondo, ma non ha ancora maturato una reale esperienza in combattimento navale (vedi comiche agostane).
Ancora più evidente è il divario nel dominio subacqueo: la guerra antisommergibile rappresenta tuttora una debolezza strutturale per la Marina cinese, che resta vulnerabile alla superiorità tecnologica e operativa dei battelli statunitensi.
La decisione di affidare la guida della Marina a un ufficiale con profonda esperienza nei sottomarini sembra quindi un segnale preciso: Washington intende rafforzare ulteriormente il proprio vantaggio in un settore che potrebbe rivelarsi decisivo in un’eventuale crisi nell’Indo-Pacifico.

Caudle eredita una flotta numericamente inferiore a quella cinese, con problemi di manutenzione e ritardi nei programmi navali. La sua leadership sarà messa alla prova non solo nel garantire la prontezza delle forze, ma anche nel sostenere il processo di modernizzazione che comprende sistemi senza pilota, capacità di guerra elettronica e intelligenza artificiale.
Il nuovo capo di stato maggiore della Marina degli Stati Uniti si trova dunque davanti a un compito impegnativo: consolidare il ruolo globale della U.S. Navy, rafforzarne la deterrenza e – potenzialmente – guidare i futuri ufficiali e marinai nell’inevitabile confronto bellico.
Foto: U.S. Navy
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