Larghi, lunghi e più pesanti. Almeno quarant’anni di crescita dimensionale
Quando non trovate parcheggio con la vostra auto è facile prendersela con il comune, ma la colpa non è solo sua. Esiste una componente meno visibile, seppur sotto gli occhi di tutti: le auto si sono ingrossate. Negli ultimi quarant’anni automobili, furgoni e perfino mezzi tattici ruotati hanno guadagnato centimetri e peso, cambiando sia lo spazio urbano che quello operativo. A tale scopo basti pensare, per il trasporto su vasta scala, ai velivoli più capienti (C-17, C-5M – immagine seguente -, A400M) dotati di kit transport mode e, su rotaia, ai nuovi standard NATO (AMovP-4A) con pianali rinforzati.
Le conseguenze sono evidenti nelle città, oltre alle arrabbiature: box troppo stretti, marciapiedi invasi, corsie intasate. E nelle caserme, dove un tempo bastavano una Campagnola o un Fiat 900 per muoversi agilmente, oggi un AR90 o un Ducato devono fare più manovre.

Cosa dicono i dati
Secondo il centro studi Inovev, la larghezza media delle auto nuove in Europa è passata da 1,71 m nel 2000 a 1,81 nel 2022, con un incremento di dieci centimetri in vent’anni. Un rapporto di Transport & Environment conferma che le vetture “crescono di circa un centimetro ogni due anni”, soprattutto alcune tipologie come i SUV.
Non aumentano solo le dimensioni: anche il peso medio, secondo vari studi, è salito da 1.000 a circa 1.400 kg. Il motivo è chiaro ed è legato alla maggiore sicurezza e tecnologia, che significano più massa da muovere, più energia da consumare e più spazio occupato.
Ma c’è dell’altro. Se pesano di più, perché spesso si ribaltano negli incidenti? Secondo i test NHTSA, i SUV, nonostante i controlli evoluti, hanno un baricentro più alto delle berline: bastano 10–15 cm in più per ridurre la stabilità laterale e aumentare del 30–40% il rischio di ribaltamento.

Anche i veicoli militari si sono allargati
Il fenomeno riguarda anche il mondo militare: basti pensare alla Fiat Campagnola AR55, che misurava appena 1,48 metri in larghezza, mentre la successiva AR76 raggiunse 1,58, con un aumento del 7% dovuto a (presunte, ndd) nuove esigenze di comfort, stabilità e carico.
Oggi i veicoli tattici e civili sono più grandi per motivi tecnici e di sicurezza. L’adozione di protezioni anti-IED, climatizzazione, elettronica e sistemi di comunicazione richiede spazio e robustezza. Le Forze Armate cercano di compensare con materiali compositi e telai alleggeriti, ma resta chiaro un punto: più sicurezza significa più centimetri e peso.
Lo stesso vale nel mondo civile e in quello d’uso promiscuo militare. Il compatto Fiat 900T degli anni ’70 ha lasciato posto a furgoni come Ducato e Daily, molto più lunghi, mentre l’attuale Jeep Wrangler è cresciuta di 14 cm e oltre 300 kg rispetto agli anni ’80. Comfort e stabilità aumentano, ma parcheggi e caserme restano gli stessi.

Oggi il vero limite non è la potenza, ma lo spazio. L’aumento dimensionale deriva da norme di sicurezza più stringenti, scocche rinforzate, airbag e piattaforme modulari pensate per motori e batterie più grandi. Il mercato, spinto dal marketing, chiede comfort e tecnologia, ma la crescita è spesso più estetica che funzionale. Intanto infrastrutture e box progettati negli anni ’60 non si sono evoluti, e trovare posto diventa ogni giorno più difficile.
E i carri?
Negli ultimi decenni anche i cingolati occidentali sono cresciuti. Il Leopard 2A7V arriva a circa 66,5 tonnellate (55 t la prima serie del 1979 – foto seguente), mentre le versioni più recenti dell’M1 Abrams superano le 70 tonnellate (54 t nel 1980) con moduli aggiuntivi. L’aumento, anche del 30%, non ha riguardato le dimensioni ma la massa, dovuto a corazze composite, moduli reattivi, protezioni attive e sensoristica avanzata: elementi che migliorano la sopravvivenza ma impongono volume, potenza e costi elevatissimi.

In confronto, i T-90 russi e i Type 99 cinesi restano più leggeri ed economici, ma con livelli di protezione e capacità operative inferiori.
Nel paradosso del peso ci siamo anche noi
Pur utilizzando materiali leggeri, le auto moderne pesano di più. L’elettronica, gli airbag, i sensori e i sistemi ADAS aggiungono fino a 400 chili rispetto ai modelli di trent’anni fa. Eppure consumano meno: una Fiat Uno degli anni ’80 percorreva circa 14 km/l, mentre una Fiat Panda ibrida di oggi, più pesante e potente, supera i 20 km/l.
A ingrandirsi, però, non sono solo le auto ma anche le persone. Grazie a un’alimentazione più ricca e a migliori condizioni di vita, la statura media maschile italiana negli ultimi cinquant’anni è passata da 1,72 m a circa 1,80, quella femminile da 1,62 a 1,68, e il numero di scarpe medio è salito dal 42 al 44–45 (fonti: ISTAT e OMS).

Nel vestiario militare questo è evidente: le taglie di divise e calzature degli anni ’70 e ’80 oggi sarebbero troppo piccole. Le case automobilistiche hanno quindi ripensato sedili, spazi per le gambe e altezza dell’abitacolo. Una Panda del 1985 era progettata per un guidatore di 1,70 m; una citycar di oggi deve accoglierne uno di 1,90. È un effetto a catena: cresce l’uomo, cresce il sedile, cresce la scocca – e l’auto inevitabilmente si allarga.
La misura del futuro
Questa evoluzione racconta bene il nostro tempo, con veicoli più sicuri, più potenti e più pesanti che si muovono in città progettate per la “leggerezza” del traffico di un’altra epoca.
Come mi spiegava un dirigente di una grande azienda del cemento, anche le infrastrutture oggi cedono più facilmente: “Gli asfalti crollano in fretta perché il traffico moderno pesa il doppio rispetto a quello di quarant’anni fa”.

Forse la vera sfida del futuro non sarà costruire mezzi sempre più grandi, ma riscoprire la giusta misura, quella che unisce protezione, efficienza e razionalità. Le Forze Armate, da sempre laboratorio d’innovazione meccanica e tecnologica, potrebbero essere le prime a sperimentare veicoli più compatti, leggeri e sostenibili.
Dopo decenni di crescita in centimetri e tonnellate, la prossima conquista non sarà necessariamente “più grande”, ma probabilmente – e finalmente – più intelligente.
Foto: OpenAI / U.S. Army / Esercito italiano / U.S. Marine Corps / Quirinale
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