Le relazioni pericolose: il gioco ambiguo tra il Kurdistan e l’Occidente (col terzo incomodo russo)
In questo momento storico la situazione delle relazioni internazionali, soprattutto sotto il profilo della conflittualità, è molto complicata e confusa. Ma può esserlo ancora di più. Con questa analisi prendiamo in esame come le istituzioni curde si interfacciano con il mondo occidentale e con la Russia, attraverso una serie di organizzazioni marcatamente anti-statuali e anti-sistema, la cui ambiguità emerge dal rapporto tra la divulgazione ideologica palese e le occulte attività svolte dietro le quinte.
Academy of Democratic Modernity
La prima organizzazione di cui vogliamo parlare è la Academy of Democratic Modernity, estremamente sensibile alla situazione del Medio Oriente e fortemente influenzata del pensiero di Abdullah Öcalan, con un’attenzione particolare alle problematiche ambientaliste. Per comprendere appieno questo aspetto, si leggano le riflessioni contenute nella dichiarazione di difesa di Öcalan “Oltre lo Stato, il potere e la violenza”:
“L’amoralità del capitalismo può essere superata solo da un approccio ecologico. Il legame tra moralità e coscienza richiede una spiritualità empatica e compassionevole. Questa, a sua volta, ha senso solo se basata sulla competenza ecologica. Ecologia significa amicizia con la natura, fede nella religione naturale. In questo senso, l’ecologia rappresenta un’unione rinnovata, consapevole e illuminata in una società naturale e organica.”1
Le tematiche ecologiste, permeano tutta la narrazione dei movimenti oggetto di questa disamina, unitamente a quelle dell’emancipazione femminile, altro grande bacino ideologico cui attinge la divulgazione curda. Va detto che, in valore assoluto, si tratta di argomenti intrinsecamente nobili e di assoluta rilevanza etica. Li ritroviamo ribaditi con continuità nel sostegno alla causa del Kurdistan, attraverso il concetto di “Confederalismo Democratico” espresso da Öcalan e sostenuto da quelli che nel paradigma politico proposto sono indicati come i “tre pilastri”2: un “approccio ecologico alla vita”; una “democrazia radicale che va oltre il parlamentarismo” e la “liberazione di genere”, riferita all’emancipazione femminile.
Se i problemi dell’ecologia e l’affrancamento delle donne da una realtà oscurantista e repressiva – segnatamente quella delle società islamiche – sono concetti, come detto, ampiamente condivisibili, la dimensione della “democrazia radicale” che caratterizza il Confederalismo Democratico deve essere attentamente valutata. La dicotomia società capitalista-cura dell’ambiente, infatti, viene utilizzata tout-court in chiave politica, demonizzando l’intero sistema economico dell’Occidente. In modo piuttosto affrettato e superficiale, dopotutto, se consideriamo che sotto il profilo ambientalista certamente i Paesi che fanno parte del BRICS non hanno troppi scrupoli nel farsi carico di non danneggiare la natura con i loro cicli e metodologie di produzione. Si può dire, pertanto, senza tema di smentite, che l’attacco è rivolto soprattutto ai “valori” dell’Occidente e, solo in subordine, alle modalità produttive e al libero mercato. Tant’è che, a un certo punto, l’“Accademia della Modernità Democratica” prescinde dalla filosofia morale curda e si focalizza sulla retorica antimilitarista, designando come bersaglio l’Alleanza Atlantica, in nome di un retaggio ideologico rimasto ancorato ad una visione del mondo di stampo sovietico. Tra l’altro, la diffusa percezione di essere entrati in una fase conflittuale generalizzata che sovente induce a parlare di Terza guerra mondiale, agevola e rafforza questa narrazione e l’Italia non è esente dalle osservazioni di questa organizzazione3.
Nel nostro Paese le “organizzazioni politiche extraparlamentari” vengono indicate come i catalizzatori degli ideali propugnati, ma viene altresì sottolineato come queste abbiano difficoltà a procedere in modo sistematico e unitario quando si tratta di mettere in pratica iniziative condivise per realizzarli. In Italia I veri artefici in possesso del pragmatismo necessario a sviluppare atti concreti sarebbero, invece, i “comitati di residenti di piccole e medie dimensioni”4. In ogni caso, tuttavia, si intuisce la necessità di un coordinamento tra tutte queste organizzazioni da parte di un’entità sovraordinata. Su questo aspetto particolare, torneremo a breve.
Accanto alla NATO, anche Israele rappresenta un elemento destabilizzante, sempre nel quadro di una potenziale escalation verso la Terza guerra mondiale5. Senza trascurare il ruolo dei servizi segreti occidentali e israeliani nella creazione e nel supporto dato ad entità terroristiche in chiave anti-sovietica all’epoca della Guerra Fredda ed ora fuori dal controllo di chi ha dato loro la possibilità di prosperare: CIA, NATO e Mossad come incauti promotori di Al-Qaeda, Talebani e Hamas che, esaurita la spinta inerziale data dai loro mentori, hanno proseguito nella scia di ideologie già preesistenti e alimentate da una volontà di rivalsa verso un Occidente iniquo e, dal loro punto di vista, immorale6.
Info Aut
Il modello si complica quando il movimentismo green coniuga le contestazioni in nome dell’ecologia con le proteste cosiddette “pro-pal”, contro le politiche e le operazioni di Israele nella Striscia di Gaza. Vediamo come questa comunicazione si realizzi, ad esempio, attraverso una potente “cassa di risonanza” come Info Aut.
A titolo esemplificativo, approfittando del contesto di un evento quale è il Salone dell’auto di Torino – edizione 2025, il sito, estremamente attivo nella divulgazione delle tematiche che stiamo trattando, ha dato voce all’organizzazione Extinction Rebellion, enfatizzando la manifestazione delle Red Rebels, donne vestite completamente di rosso per simboleggiare il sangue versato “a causa della crisi climatica che connette tutti gli esseri viventi” e contrapporsi a una “vetrina del lusso, dell’ingiustizia e dell’insostenibilità”7. Per mantenere il focus sull’evento di Torino e sugli attivisti coalizzati nelle manifestazioni ambientaliste, non vogliamo omettere di citare anche le azioni intraprese e divulgate sui social dal movimento Fridays for Future (quello di Greta Thunberg), che non ha mancato l’appuntamento8.
Il sito di Info Aut riprende, altresì, il leit motiv della Terza guerra mondiale così come prospettata dalla Academy of Democratic Modernity e, tuttavia, dando risalto ad un ruolo della Siria leggermente dissonante dalla narrazione che vuole i Curdi protagonisti assoluti del contrasto al potere di Ankara9. Proprio il contenimento dell’espansionismo turco nelle aree siriane popolate dai Curdi, è bene ricordarlo, vede una situazione dialettico-schizofrenica tra la Turchia e la Russia, emersa in modo molto visibile nel periodo dell’intervento russo in Siria a sostegno del regime di Assad10. Si è realizzato, allora, un sodalizio fondato su un gioco di interessi economici che la Russia ha intrapreso sul suolo curdo, lontanissimo dal modello ambientalista auspicato da Öcalan e aderente, invece, all’atteggiamento schizofrenico nei confronti della Turchia di cui si è detto, paese ora amico, ora avversario, nella logica dell’opportunismo economico su scala globale. L’ago della bilancia è rappresentato dal colosso petrolifero russo Gazprom Neft, che ha interessi rilevanti nello sfruttamento del giacimento di Garmian, in territorio curdo. Anche la Rosneft ha sottoscritto vantaggiosi accordi con il Governo regionale curdo per sviluppare le sue infrastrutture petrolifere e un gasdotto11. Nondimeno, la Russia è il principale fornitore di petrolio alla Turchia12. Recentemente, poi, il ministro dell’Energia russo Sergei Tsivilev ha dichiarato che:
“Le autorità irachene e curde hanno risolto tutti i disaccordi esistenti tra loro, il che consentirà alle aziende russe di riprendere presto i progetti petroliferi e del gas in Kurdistan. … Questo è molto importante per noi, perché le aziende russe erano già entrate in Kurdistan e avevano accordi con il governo curdo. Hanno investito denaro in giacimenti situati in Kurdistan. Poi, a causa dei disaccordi tra il governo federale e il governo curdo, i loro progetti sono stati bloccati e congelati. Ora, ci è stato assicurato che tutti i disaccordi sono stati risolti, che tutto è stato elaborato. Questi progetti inizieranno letteralmente a funzionare nel prossimo futuro”13
La UIKI Onlus
Tornando al ruolo della donna nella narrazione curda, vogliamo sottolineare come sia assolutamente in primo piano nel modello sociale proposto. E non ci stancheremo mai di ribadire quanto questo principio della centralità femminile nella società sia assolutamente giusto e da perseguire. Non dimentichiamoci del coraggio e della determinazione mostrati dalle soldatesse curde nei combattimenti contro lo Stato Islamico e dei risultati di elevata caratura da esse conseguiti. Non ignoriamo come le donne curde, sebbene musulmane, siano emancipate rispetto alle regole che impongono di indossare il velo e di sottostare a tutte le leggi che le vogliono subordinate e succubi della volontà patriarcale.
Nel sito dell’Ufficio Informazioni sul Kurdistan in Italia, la UIKI Onlus, grande spazio viene attribuito alla Jineolojî (“gineologia”, in curdo la parola jin significa “donna”) o “femminismo curdo”, una forma di femminismo e uguaglianza di genere sostenuta, come detto in precedenza, da Abdullah Öcalan. Il movimento, fortemente radicato nella regione curdo-siriana del Rojava, ha numerosi sostenitori e simpatizzanti in tutto l’Occidente14. Va detto che a latere di una lodevole campagna di sostegno alla causa femminile in tutto il mondo, viene svolta anche un’attività di proselitismo che ha indotto numerose donne occidentali ad aderire alla causa curda, arruolandosi nelle file dei miliziani che combattono per l’autodeterminazione di quel popolo. Va anche detto che, tuttavia, la maggior parte di esse hanno mansioni logistiche, sanitarie e di diffusione propagandistica. In Italia l’azione di proselitismo svolta soprattutto nell’ambito dei centri sociali .
Peoples’ Platform Europe
Abbiamo detto della necessità di un coordinamento tra tutte le organizzazioni di matrice ambientalista-femminista-antistatuale e questo ruolo è svolto dalla People’s Platform Europe15. Gli enti organizzatori della “Piattaforma” sono la Academy of Democratic Modernity e Feykom, il Consiglio della società curda in Austria. Sul sito della “Piattaforma” è disponibile l’elenco della vasta rete di organizzazioni che essa raccoglie sotto il suo coordinamento e nella quale figura una cospicua rappresentanza di gruppi e associazioni italiane16.
Ancora una volta, anche in questa organizzazione l’avversione alla NATO si accompagna alla causa ecologista e femminista, in una comunione di intenti che avvicina la “Piattaforma Europea del Popolo” alle posizioni dell’“Accademia della Modernità Democratica”:
“La NATO è la continuazione di una lunga storia di colonialismo occidentale e, inoltre, un’arma degli interessi delle élite capitaliste, in particolare di settori che traggono profitto dalla guerra e dalla distruzione. In questo senso, resistere alla NATO significa difendere la vita, un futuro diverso per il nostro pianeta. Significa combattere la militarizzazione della società e lottare per la pace, nel senso di liberazione dai sistemi di oppressione. Opporsi alla NATO è una causa rivoluzionaria, socialista, femminista ed ecologista. Auguriamo a tutti i compagni il massimo successo nelle loro azioni e invitiamo tutti a unirsi a loro! Dalla Palestina al Kurdistan alle Filippine, fermate la macchina da guerra della NATO! Spezziamo il ciclo genocidio-femminicidio-ecocidio della modernità capitalista e costruiamo un mondo diverso. Fino alla vittoria!”17
Singolare la conclusione che richiama direttamente lo slogan della sinistra rivoluzionaria attribuito a Ernesto “Che” Guevara “Hasta la victoria, siempre!”
Nel sottobosco delle realtà sovversive e anti-statuali la “Piattaforma” si avvale moltissimo di Instagram, social-media su cui troviamo, per quanto di nostro interesse, numerosi riferimenti al Kurdistan:
- https://www.instagram.com/serhildan_geneve_rojava_info/;
- https://www.instagram.com/women_defend_rojava/;
- https://www.instagram.com/young_internationalist_women/;
- https://www.instagram.com/dfnd_krdstn/ (Defend Kurdistan International);
- https://www.instagram.com/defend_kurdistan_torino/.
Come è possibile vedere, non mancano i riferimenti all’Italia e, segnatamente alla città di Torino. È curioso che il sito riferito a Torino appaia quando si digita Defend Kurdistan Italia, di cui esiste una pagina su Facebook18, ma non su Instagram. E il Piemonte resta un territorio particolarmente di interesse per la “Piattaforma”, probabilmente in virtù della vivace scena che anima i centri sociali del capoluogo e non solo, di cui alcuni notoriamente frequentati da esponenti del movimento “No Tav” ed altri gruppi dediti alla contestazione in forma violenta, come Askatasuna ed El Paso di Torino. Ecco, allora, la scelta di organizzare alla fine di agosto del 2025 la prima Summer School of Democratic Media presso Alba, con l’attenzione rivolta alle tematiche di cui stiamo diffusamente trattando19.
Un altro aspetto, ma non meno importante (tutt’altro), il fatto che l’account del sito, aperto nel 2024, risulti essere in Russia. Se i gestori del sito si fossero avvalsi di una VPN, META l’avrebbe chiusa.
Citiamo, infine, l’emittente radiofonica Radio Onda d’Urto – “emittente antagonista dal 1985” come si autodefinisce – che, a sua volta, si propone come strumento di divulgazione delle attività della People’ Platform Europe20.
Conclusioni
A questo punto, è opportuno trarre delle conclusioni sull’ampio quadro prospettato che parte dagli ideali rivendicati dai movimenti di liberazione del Kurdistan, attraversa gli interessi geopolitici russi e, attraverso la galassia delle organizzazioni anti-statuali europee, giunge alle organizzazioni e ai gruppi antagonisti italiani.
In primo luogo, vogliamo affermare ancora con forza la centralità del dibattito sulla salute del pianeta e sulla parità di genere come istanze da condividere e supportare senza riserve mentali, che dovrebbero essere considerate (uso il condizionale perché, purtroppo, non lo sono) patrimonio valoriale di tutto il genere umano. Il problema sorge quando questi valori diventano strumentali al proselitismo per la divulgazione di idee che per contenuto e modalità di conseguimento degli scopi prefissati, creano disordini e instabilità attraverso un clima di violenza di tensione. Questo accade indipendentemente dal colore politico ed è la peculiarità dell’eversione/sovversione di destra o di sinistra.
Nel nostro caso, abbiamo esaminato valori condivisibili, accostati ad una visione anti-capitale ed antimilitarista in funzione sostanzialmente anti-occidentale. I luoghi della divulgazione di questi principi sono:
- nel dominio fisico, i centri sociali e quelle che vengono indicate come “piccole comunità locali”, ritenute più efficaci dell’agone parlamentare. È rilevante, altresì che una buona parte degli attivisti che operano all’interno dei centri sociali hanno un buon livello culturale: molti di essi sono universitari e laureati.
- nel dominio cognitivo, la propaganda confezionata con contenuti palesemente privi di obiettività che imputano all’Occidente i “mali del mondo” come le guerre, l’inquinamento, le discriminazioni (nel nostro caso, di genere);
- nel dominio cibernetico, le piattaforme quali quelle prese in esame, efficaci per la loro capillarità e celerità nella diffusione dei messaggi da veicolare.
La politica “orizzontale” del movimentismo raccolto sotto l’egida della People’ Platform Europe, così definitaperché prefigura una forma di “comunione universale” di ispirazione anarchica, è orientata a coalizzare le realtà dei centri sociali e delle “piccole comunità” in una forma strutturata e operativa. È quanto vediamo realizzarsi in concreto nelle manifestazioni di piazza e, sovente, nei disordini che le accompagnano. Peoples’ Platform Europe, pertanto, svolge la funzione di “entità sovraordinata” di cui abbiamo detto all’inizio di questa disamina.
Non deve destare meraviglia, poi, che la Russia (come la Cina peraltro), siano esenti da tutte le critiche mosse al sistema occidentale, in quanto, come abbiamo visto, in molti casi è il Cremlino stesso a fomentare il clima di destabilizzazione in Europa, sfruttando una vasta audience eterodiretta ben disposta ad accoglierne i proclami. Il fatto che l’account di Peoples’ Platform Europe sia registrato in Russia è abbastanza significativo.
In tale quadro, appare piuttosto ipocrita il discorso ambientalista curdo che, magari in origine sincero, viene completamente obliato in nome di una ricerca di sostegno contro la Turchia, prontamente offerto da Mosca in cambio dello sfruttamento delle risorse petrolifere dell’area.
E in questo caos geopolitico non dobbiamo trascurare i ruoli dell’Iran e di Israele. Il Kurdistan si estende anche in territorio iraniano e, in questa prospettiva, il ruolo svolto dalle donne curde per l’emancipazione femminile assume, tra l’altro, un elevato valore simbolico contro regimi autocratici quale è quello di Teheran. L’Iran, però, è anche un partner del Cremlino e, dunque, gli ayatollah devono essere tutelati. Il problema delle donne, nella spregiudicata politica di Mosca, passa in secondo piano rispetto a Teheran, ma è di grande rilevanza nei confronti dei Curdi E, quest’ultimo aspetto è direttamente collegato alla possibilità per la Gazprom di non avere problemi con i governi nello svolgimento delle proprie attività estrattive. Ricordiamo che in Siria la compagnia petrolifera ha dovuto ampiamente ricorrere all’impiego di compagnie di sicurezza private, da essa stessa create e finanziate, per la protezione degli impianti di sua proprietà21.
In definitiva, se da un lato sono promulgati e sostenuti valori degni della massima considerazione, dall’altra è necessario valutare da quale fonte vengono divulgati e, soprattutto, con quali finalità.
1 A. Öcalan, Sul ritorno all’ecologia sociale, Academy of Democratic Modernity, 2022. https://democraticmodernity.com/on-the-return-to-social-ecology/
2 E. Ayboga, Discussioni e pratiche ecologiche nella lotta per la libertà curda, Academy of Democratic Modernity, 2022. https://democraticmodernity.com/ecology-discussions-and-practices-in-the-kurdish-freedom-struggle/.
3 Il ruolo dell’Italia nella strategia della NATO, Academy of Democratic Modernity, agosto 2025. https://democraticmodernity.com/italys-role-in-nato-strategy/.
4 Ibid.
5 C. Bayik, The statist paradigm as the cause of the Middle East conflict, Academy of Democratic Modernity, September 2024. https://democraticmodernity.com/the-statist-paradigm-as-the-cause-of-the-middle-east-conflict/.
6 C. Bayik, Religious fanaticism and liberalism -The Palestinian movement targeted for liquidation, Academy of Democratic Modernity, September 2024. https://democraticmodernity.com/religious-fanaticism-and-liberalism-the-palestinian-movement-targeted-for-liquidation/.
7 Inaugurazione del Salone dell’Auto a Torino: la protesta silenziosa delle Red Rebels di Extinction Rebellion, Info Aut, 26/09/2025. https://www.infoaut.org/crisi-climatica/inaugurazione-del-salone-dellauto-a-torino-la-protesta-silenziosa-delle-red-rebels-di-extinction-rebellion.
8 A Torino dell’auto è rimasto solo lo smog”: contestazione dei Fridays for Future al salone, TGR Piemonte, 24/09/2025.https://www.rainews.it/tgr/piemonte/articoli/2025/09/a-torino-dellauto-e-rimasto-solo-lo-smog-contestazione-dei-fridays-for-future-al-salone-169ef769-285e-4130-8bc5-f00f593de486.html.
9 Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD), Info Aut, 07/02/2025. https://www.infoaut.org/approfondimenti/intervista-esclusiva-allaccademia-della-modernita-democratica-e-foza-yusif-membro-del-comitato-di-co-presidenza-del-partito-di-unione-democratica-pyd.
10 N. Cristadoro, Missiya vypolnena! (Missione compiuta!) Le forze armate russe nella campagna di Siria (2015-2019), Il Maglio, Solarussa (OR), 2020.
11 Gazprom raggiunge i 23.000 barili al giorno nel giacimento di Garmian nella regione del Kurdistan, Kurdistan 24, 16/06/2018.https://www.kurdistan24.net/en/story/376277/Gazprom-reaches-23,000-bpd-in-Kurdistan-Region%27s-Garmian-field.
12 Ibid.
13 L’Iraq conferma alla Russia che le compagnie petrolifere russe potranno presto riprendere i progetti in Kurdistan – ministro dell’energia, Interfax, 27/02/2025. https://interfax.com/newsroom/top-stories/110052/.
14 Jineolojî è la pietra angolare della scienza del 21° secolo, UIKI Onlus, 11/03/2019. http://uikionlus.org/jineoloji-e-la-pietra-angolare-della-scienza-del-21-secolo/.
15 Comunicato stampa della conferenza di Vienna della Peoples’ Platform Europe – “Riprendiamoci l’iniziativa!”. https://peoplesplatform.net/press-release/vienna-conference/.
16 https://peoplesplatform.net/participants/.
17 https://www.instagram.com/p/DkraUsQocaZ/.
18 https://www.facebook.com/p/Defend-Kurdistan-Italia-100088458971139/.
19 https://www.instagram.com/p/DM4r3htImA1/.
20 Peoples’ Platform Europe: le valutazioni post-conferenza di Jacopo Bindi (Accademia Modernità Democratica), Radio Onda d’Urto, 18/02/2025. https://www.radiondadurto.org/2025/02/18/peoples-platform-europe-le-valutazioni-post-conferenza-di-jacopo-bindi-accademia-modernita-democratica/.
21 N. Cristadoro, Wagner & Co.. Le compagnie di ventura russe ai tempi della guerra in Ucraina, Il Maglio, Solarussa (OR), 2024.
L’articolo Le relazioni pericolose: il gioco ambiguo tra il Kurdistan e l’Occidente (col terzo incomodo russo) proviene da Difesa Online.
In questo momento storico la situazione delle relazioni internazionali, soprattutto sotto il profilo della conflittualità, è molto complicata e confusa. Ma può esserlo ancora di più. Con questa analisi prendiamo in esame come le istituzioni curde si interfacciano con il…
L’articolo Le relazioni pericolose: il gioco ambiguo tra il Kurdistan e l’Occidente (col terzo incomodo russo) proviene da Difesa Online.
Per approfondimenti consulta la fonte
Go to Source