Londra valuta il taglio degli F-35B per investire sul Tempest
Le voci di una possibile riduzione della commessa circolavano da tempo ma i tagli al bilancio della Difesa determinati dall’impatto dell’epidemia di Covd-19 e dalla necessità di sostenere l’economia potrebbero rendere inevitabile la scelta del governo britannico, guidato da Boris Johnson, di tagliare la commessa dei cacciabombardieri F-35B anche per recuperare risorse da destinare allo sviluppo del nuovo caccia Tempest in cui sono coinvolte anche Italia e Svezia.
L’eventuale decisione di acquisire per ora solo 48 F-35B (il numero minimo che Londra si era impegnata ad acquistare per 9,1 miliardi di sterline) invece dei 138 previsti, riportata ieri da Il Sole 24 Ore, avrebbe ripercussioni politiche e industriali nei rapporti con gli Stati Uniti anche perché Londra è partner di primo livello nel Programma Joint Strike Fighter e nello sviluppo del velivolo di Lockheed Martin con diverse aziende britanniche (in testa Bae Systems) che hanno ottenuto importanti commesse nell’ambito del programma per dotare Royal Air Force e Royal Navy degli F-35B.
La versione più costosa dell’F-35, imbarcata sulle due portaerei Queen Elizabeth II e Prince of Wales. Con 48 velivoli in linea ne restano ben pochi disponibili oltre a quelli destinati ai gruppi di volo delle due portaerei, unità di grandi dimensioni ma realizzate senza catapulta per il decollo di aerei convenzionali.
La decisione finale dovrebbe essere presa entro l’anno dal governo dopo una rivalutazione delle esigenze della Difesa, la cui ultimazione è prevista in novembre, in cui potrebbe emergere la decisione di dimezzare la commessa di F-35B acquisendone circa 70 invece dei 138 previsti ma in cui è in gioco anche il destino della componente corazzata britannica, composta da 230 tank Challenger 2 che il governo vorrebbe radiare privando per la prima volta nella sua storia il British Army dei carri armati che proprio i britannici inventarono nel 1915.
Il taglio degli F-35, come la rinuncia ai carri armati, deve affrontare una dura opposizione da parte dei Laburisti ma anche interna al Partito Conservatore in cui non mancano le frange di fedelissimi all’alleanza con Washington e soprattutto abbondano gli esponenti contrari a un ulteriore indebolimento dello strumento militare britannico.
La rinuncia a completare la commessa degli F-35 ai 138 velivoli previsti in termini operativi lascerebbe agli Eurofighter Typhoon della RAF il compito di sostenere la gran parte delle operazioni aeree britanniche mentre in termini industriali determinerebbe un aumento del costo unitario dei velivoli prodotti per le forze statunitensi e quelle alleate e in particolare dei costosi F-35B acquisiti finora solo da Marines statunitensi, Gran Bretagna, Italia (aeronautica e Narina) e Giappone con buone possibilità che alla lista si aggiunga anche la Corea del Sud.
Lockheed Martin e il Pentagono punteranno quindi a cercare nuovi acquirenti (o ulteriori commesse dalle forze aeree che hanno già ordinato il velivolo) per bilanciare il taglio di 68/90 velivoli britannici della versione B che si aggiungono ai 100 F-35A turchi la cui commessa è stata annullata da Washington dopo la decisione di Ankara di dotarsi di sistemi di difesa aerea a lungo raggio russi S-400.
Con il taglio operato da Londra, l’Italia risulterebbe essere il secondo acquirente NATO di F-35 dopo gli Stati Uniti con 90 velivoli previsti: un contesto che potrebbe consentire a Roma di negoziare con Usa e alleati maggiori compensazioni industriali e carichi di lavoro alla FACO di Cameri anche per la manutenzione dei velivoli in servizio con le aeronautiche dell’Europa continentale.
L’Italia del resto è al momento il terzo acquirente mondiale di F-35 dopo il via libera del Dipartimento di Stato statunitense che il 9 luglio ha autorizzato la vendita di altri 105 F-35 al Giappone nell’ambito del programma Foreign Military Sales (FMS).
Tokyo ha finora ordinato 42 cacciabombardieri F-35A a decollo e atterraggio convenzionali ma ha chiesto di acquistare altri 63 velivoli della stessa versione e 42 F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (per un valore complessivo di 23,1 miliardi di dollari) con cui potrà equipaggiare le sue unità navali tuttoponte.
Foto UK MoD