Masiello e il Natale dell’Esercito: meno forma, più sostanza (e nuove divise!)
Nel discorso di Natale 2025 il comandante dell’Esercito, generale Carmine Masiello, ha scelto toni diretti e un linguaggio distante dalla retorica tradizionale spesso associata ai vertici militari. Uno stile più popolare, che riflette il cambio dei tempi e punta a parlare a chi l’uniforme la indossa ogni giorno, più che a impressionare con formule solenni. Insomma, scende nei ranghi di plotoni e compagnie per parlare ai suoi uomini e verso “l’alto”.
Tra i temi affrontati durante l’intervento durato oltre un’ora e seguito anche attraverso i canali social ufficiali dell’Esercito, vi è quello delle mimetiche policrome attualmente in dotazione. Masiello ha evidenziato come queste non offrano un’adeguata protezione rispetto ai visori notturni, sottolineando la necessità di adottare soluzioni già impiegate dai reparti speciali, ritenute più efficaci sotto il profilo operativo. Con una punta di ironia ha riconosciuto che qualcuno potrebbe “prenderla male”, ma la scelta – ha chiarito – è dettata dalla sicurezza, non dal desiderio di distinguersi.
Un ragionamento simile è stato applicato anche alle uniformi ordinarie, le cosiddette “drop”. Per eliminare differenze cromatiche e interpretazioni personali – dalle cravatte verdi alle sfumature non sempre omogenee di guanti e calzature, il comandante ha annunciato un nuovo assetto che potrebbe partire con la prossima Festa dell’Esercito, il 4 maggio 2026, compatibilmente con le forniture. Dopo il passaggio dalla camicia kaki a quella bianca, cravatte, guanti e scarpe saranno neri per tutti.
Scelte importanti, spiegate senza giri di parole, che riflettono un approccio pragmatico. Il linguaggio di Masiello appare coerente con un’Esercito chiamato a confrontarsi con una realtà operativa complessa, lontana dai formalismi e più vicina ai problemi concreti del servizio. Resta da capire se questo cambio di passo riuscirà a tradursi pienamente in atti concreti e senza resistenze dall’area “grigia”.
Intanto, il discorso natalizio del comandante – che appunto, riduce la distanza gerarchica per privilegiare chiarezza e sostanza – segna già un’evoluzione anche nel modo di comunicare dell’Istituzione, indicando una cultura militare meno rituale e più aderente al mondo reale, nella quale anche il pensiero critico viene riconosciuto come un elemento di valore per restare al passo con i tempi.
L’articolo Masiello e il Natale dell’Esercito: meno forma, più sostanza (e nuove divise!) proviene da Difesa Online.
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