MBDA Italia: 2022 anno di grandi soddisfazioni. Per l’amministratore delegato Lorenzo Mariani l’azienda può guardare al futuro con estrema fiducia
Di Fabrizio Scarinci
ROMA. Per MBDA Italia il 2022 è stato senza dubbio un anno di grandi soddisfazioni, legate non solo alla recente firma del contratto finalizzato alla produzione dei missili superficie-aria CAMM-ER di Esercito e Aeronautica, ma anche alla nascita del nuovo “Global Combat Air Programme”, nell’ambito del quale le industrie militari di Italia, Regno Unito e Giappone uniranno le proprie capacità e le proprie competenze al fine di realizzare un innovativo sistema di combattimento aereo di sesta generazione.
Evidenziando i fatti appena riportati in occasione del suo incontro di fine anno con la stampa (avutosi il 20 dicembre scorso), l’amministratore delegato di MBDA Italia Lorenzo Mariani ha voluto trasmettere tutto il suo entusiasmo per i notevoli traguardi raggiunti dall’azienda, a cui potrebbero presto sommarsi dei nuovi importanti ordinativi anche da parte della Marina Militare e di alcuni clienti esteri, che riguarderebbero sia i già citati sistemi missilistici di tipo CAMM-ER, sia le ultime versioni del sistema di difesa a medio-lungo raggio Aster 30.
Stando alle dichiarazioni di Mariani, tali successi sarebbero, peraltro, in linea con il generale trend positivo registrato dall’intero gruppo MBDA, che al momento starebbe perseguendo un insieme di contratti (in gran parte legati proprio ai sistemi di tipo Aster) per un valore complessivo di quasi tre miliardi di euro.
Un risultato a dir poco impressionante reso possibile dall’eccellente livello di collaborazione sviluppatosi in seno al consorzio, dal cui modus operandi (deciso, in parte, anche a livello intergovernativo) sembrerebbero scaturire significativi vantaggi di natura industriale per ognuno dei Paesi coinvolti.
A questo tipo di collaborazione crede, ovviamente, moltissimo anche lo stesso Mariani, che, proprio al fine di far comprendere l’importanza del rapporto “win-win” sviluppatosi grazie ad esso, ha voluto ricordare, a titolo di esempio, come anche un ordinativo di caccia francesi Rafale (con cui la nostra industria avrebbe, in teoria, ben poco a che vedere) possa dar luogo a ricadute positive sulle attività dei siti italiani; considerando che insieme a tali aerei vengono, normalmente, ordinati anche i missili aria-aria a guida radar Meteor, i cui seeker (che rappresentano, peraltro, l’elemento più nobile e complesso della loro componentistica) vengono prodotti nel sito MBDA Italia di Fusaro, in provincia di Napoli.
L’incontro è stato, però, anche l’occasione per discutere dell’inaspettata esclusione del consorzio dallo sviluppo dell’intercettore endoatmosferico del sistema di difesa Twister (riguardo alla quale sarebbe stato fatto ricorso) e, più in generale, delle future applicazioni della tecnologia ipersonica in Italia e negli altri Paesi del vecchio continente; tema particolarmente delicato soprattutto alla luce del fatto che russi, cinesi e altri attori ostili al nostro sistema di alleanze sono da tempo alle prese con lo sviluppo di sistemi di natura offensiva, alcuni dei quali sarebbero già stati schierati e perfino utilizzati (si pensi, a tal proposito, all’impiego del missile aria-suolo russo Kinzhal nell’ambito del conflitto ucraino).
Rispondendo ad alcune domande su quest’ultimo argomento, Mariani ha lasciato intendere come l’approccio europeo a tale tecnologia sembrerebbe portare soprattutto allo sviluppo di sistemi difensivi (normalmente giudicati come prioritari rispetto alla necessità di difendere la popolazione), mentre per quanto riguarda i sistemi d’attacco, salvo qualche rarissima eccezione, egli non vedrebbe all’orizzonte nessun programma finalizzato alla loro realizzazione; una linea dettata dalla politica sulla quale, ovviamente, non ha espresso alcun commento.
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