Missioni, risorse e organici: Guerini illustra nuovi orizzonti per le forze armate italiane
Nell’audizione del ministro della Difesa Lorenzo Guerini alle commissioni Difesa di Camera e Senato del 9 marzo scorso sono emerse conferme e novità interessanti circa l’organizzazione degli arruolamenti e gli impegni oltremare nel 2021.
Circa questi ultimi il ministro, che ha presentato le linee programmatiche della Difesa nell’ambito del nuovo governo guidato da Mario Draghi, ha confermato il perdurare della presenza militare in Afghanistan in attesa di una chiara definizione della situazione e delle prospettive di un credibile accordo di pace nel paese asiatico.
Conferme anche per l’impegno nel Sahel di 200 militari delle forze speciali e dei reparti elicotteristici (con 8 elicotteri A-129D Mangusta e NH-90, sulla falsariga delle task force già schierate in Afghanistan e Iraq) nell’ambito della Task Force Takuba a guida francese (nella foto sotto) ma che vede già impegnati contingenti europei quali estoni, cechi, greci e svedesi.
La partecipazione alla task force Takuba era già stata decisa nel 2020, ha ricordato Guerini annunciando che la prima aliquota di questo contingente è partita per il teatro operativo il 10 marzo. Da quanto si apprende il reparto dovrebbe rischierarsi inizialmente nella base italiana all’aeroporto di Niamey (Niger) per poi ridislocarsi in Mali.
Confermato anche il mantenimento della missione addestrativa in Iraq dove il ministro ha annunciato che “siamo inoltre pronti ad assumere la guida della missione Nato, al termine del comando danese, a conferma dell’importanza della nostra presenza in un’area fondamentale per l’assetto degli equilibri in Medio-Oriente”.
Un’area in cui aumenteremo anche la presenza navale, ha riferito il ministro. “A fronte della perdurante tensione nell’area del Golfo Persico, stiamo valutando, sempre a partire da quest’anno, un impegno misurato e bilanciato nel quadro dell’iniziativa multinazionale di sicurezza marittima, nota come EMASOH (European-led Maritime Awareness Strait Of Hormuz), a cui il Paese aderisce già a livello politico” ha affermato Guerini.
Si tratta di una missione navale di monitoraggio dello Stretto di Hormuz voluta e guidata dai francesi per bilanciare un’analoga missione composta da navi statunitensi, britanniche e australiane che ha un approccio decisamente ostile all’Iran.
La partecipazione italiana a questa missione di sorveglianza navale con una fregata era stata già decisa l’anno scorso nell’ambito di una maggiore cooperazione operativa con la Francia voluta proprio da Guerini, ma le resistenze poste nel Governo Conte 2 dal Movimento 5 Stelle indussero quell’esecutivo a rinunciarvi.
Oggi che M5S ha un peso decisamente minore nel nuovo governo sembrano evidentemente esserci le condizioni per riconsiderare la presenza nazionale nella missione EMASOH.
“Qualora se ne confermasse l’opportunità – ha assicurato Guerini – l’attività sarà sottoposta all’approvazione del Parlamento, nell’ambito della presentazione da parte del governo della Deliberazione missioni internazionali 2021”.
Circa le crisi nel Mediterraneo il ministro ha evidenziato “l’indifferibile l’esigenza di articolare una nuova strategia della Difesa che – di concerto con gli altri Ministeri interessati – declini l’uso complementare dei mezzi a disposizione del Paese, per contribuire a conferire stabilità a tale area, a cui sono indissolubilmente connessi i nostri obiettivi di sviluppo e progresso. Dobbiamo accettare compiutamente il fatto che il Mediterraneo di oggi non è quello che conoscevamo, anche soltanto qualche anno fa. Occorre quindi sviluppare una nuova visione, che si traduca in una nostra presenza rafforzata, che sia quindi visibile e percepita come fattore di stabilità”.
Il rafforzamento va attuato, ha aggiunto il ministro, “in ragione delle preoccupanti dinamiche in atto, con una presenza più intensa e credibile orientata – assieme a quella dei nostri alleati – nella difesa di spazi aperti di libertà e cooperazione nel Mediterraneo”.
Di fatto un bagno di realismo imposto dal rapido affermarsi di potenze regionali ormai determinanti nel Mediterraneo anche centrale come Turchia, Russia ed Emirati Arabi Uniti.
Il ministro ha infatti segnalato la “crescente proiezione di attori vecchi e nuovi, che minacciano, tra le altre, le prerogative legittime di sfruttamento delle risorse energetiche e, più in generale, mettono a repentaglio le attività economiche, inclusi i trasporti, anche mediante un uso a volte spregiudicato del Diritto internazionale marittimo”.
Il ministro ha parlato di “minacce e rischi che impattano negativamente sugli interessi del nostro Paese, sia economici sia di sicurezza nel Mediterraneo. La destabilizzante presenza di milizie straniere in Libia, la perdurante situazione di instabilità in Libano e di tensione nell’area del Golfo Persico, la ricomposizione di alleanze ed aggregazioni tra Paesi dell’area, dettate da crescenti rivalità e confitti di interessi, i contenziosi marittimi in corso nel quadrante orientale, le contese per l’accesso alle rotte commerciali e per il controllo delle risorse energetiche, rappresentano solo alcune delle criticità che rischiano di chiudere in spazi angusti il ‘Mediterraneo allargato”
Nel contesto del Mediterraneo, ha proseguito, “la stabilizzazione della Libia resta la nostra priorità strategica. Nel quadro del più ampio sforzo nazionale teso alla pacificazione del Paese, il Dicastero ha quindi rilanciato le attività di cooperazione tecnico-militare con il ministero della Difesa libico, per supportare quest’ultimo in termini di riorganizzazione delle sue strutture operative, nella formazione e nell’addestramento, in questa fase decisiva di ricostruzione unitaria delle istituzioni libiche”.
Ribadendo che “la NATO è e resta il nostro imprescindibile punto di riferimento, in termini di valori condivisi, dissuasione, deterrenza e difesa”, Guerini ha rilevato in ambito Ue “il recente raggiungimento di un accordo sul regolamento che istituisce il Fondo Europeo della Difesa (EDF) rappresenta poi un ulteriore, significativo passo in avanti verso la costruzione europea nel settore della sicurezza e della difesa.
Il nostro impegno è adesso rivolto ad assicurare che venga riconosciuto un rango adeguato al nostro Paese, in linea con le aspettative di valorizzazione del comparto industriale nazionale, attraverso una oculata assegnazione dei nuovi incentivi finanziari che, pur se insufficienti al pieno conseguimento di tutti gli obiettivi, ammontano comunque a 7,9 miliardi di euro nel periodo 2021-2027′.
Forte di un ulteriore incremento, quest’anno, delle spese per la Difesa (tema già in più occasioni sviluppato da Analisi Difesa) il ministro Guerini ha senza dubbio il merito di aver garantito una decisa inversione di tendenza rispetto ai tagli che hanno caratterizzato la spesa militare degli anni scorsi.
Un passaggio del suo intervento è stato dedicato anche agli organici militari. E’ tempo che “l’inquadramento normativo che regola il settore del personale sia aggiornato, per reggere le sfide del nostro tempo. A partire dalla Legge 244 del 2012, per passare alle norme sul reclutamento, piuttosto che alle ipotesi relative a forme innovative di riserva” ha detto il ministro aggiungendo “l’intenzione di farmi carico di un’iniziativa in tal senso, tenendo conto delle proposte già presentate in Parlamento.
Con la legge 244, la Difesa – ha ricordato- adottò virtuosamente una revisione dello Strumento Militare che, attraverso una riduzione del personale, mirava ad ottenere risparmi per liberare risorse a favore di altri settori e conseguire, in tal modo, un maggiore equilibrio tra le voci di spesa del bilancio (personale, esercizio e investimento). Tuttavia, le scelte a suo tempo effettuate non hanno ottenuto l’effetto voluto, per molteplici ragioni” e vanno “mitigati gli effetti distorsivi prodotti dalla legge 244, soprattutto sul fronte dell’invecchiamento del personale”.
Guerini ha parlato di “soluzioni per rimodulare il sistema delle ferme dei volontari, prevedendo un nuovo iter di reclutamento, che aumenti l’interesse dei giovani verso i concorsi per l’accesso ai ruoli iniziali sia in termini di opportunità di sviluppo di carriera nel mondo militare – per coloro che rimarranno in servizio permanente – sia- ha chiarito il ministro – in termini di acquisizione di competenze professionali certificate spendibili sul mercato del lavoro, per coloro che, al termine della ferma, rientreranno nella società civile.
Si potranno affiancare anche nuovi modelli di reclutamento temporaneo per potenziare settori specifici delle Forze Armate in situazioni particolari, in analogia a quanto avvenuto proprio per la gestione dell’emergenza COVID 19, con l’arruolamento a tempo determinato di professionalità medico-sanitarie per rafforzare la Sanità Militare in piena sinergia con il Servizio Sanitario Nazionale”.
Nel complesso quindi, al di là dello sforzo per combattere il Covid 19 e sul fronte dei vaccini, si prospetta un periodo di rilevanti novità per le Forze Armate in termini di missioni, di rinnovamento degli organici e degli equipaggiamenti ma anche di riorganizzazione delle forze di completamento.
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