Mozambico: i jihadisti conquistano il porto di Mocimboa da Praia
Le truppe mozambicane stanno combattendo per riconquistare il controllo del porto strategico di Mocimboa da Praia, caduto il 12 agosto nelle mani dei miliziani della “Provincia dell’Africa centrale dello Stato islamico” (Iscap).
Il porto è usato come base per le forniture alle installazioni offshore per l’estrazione di gas naturale, che si trovano a circa 60 chilometri dalla costa, e fanno parte di una serie di progetti di sfruttamento delle risorse energetiche del valore di 60 miliardi di dollari con a capo la francese Total ma che vedono impegnata anche l’ENI.
L’esercito, riporta la BBC, ha riferito che sono in corso azioni per “neutralizzare” i miliziani islamisti che usano la popolazione locale come scudo. La perdita di Mocimboa da Praia sarebbe un duro colpo per Maputo e per la residua credibilità del suo esercito che fatica a contenere gli insorti jihadisti nella provincia di Cabo Delgado, ricca di gas naturale.
I miliziani negli ultimi mesi, sono riusciti a conquistare brevemente il controllo di alcune città nel nord del Paese, costringendo decine di migliaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni. Mocimboa da Praia è stata oggetto di diversi attacchi.
Negli scontri del 12 agosto sarebbero morti fra 15 e 30 militari delle Forze di difesa e sicurezza (Sds) mozambicane. Secondo i media locali, la città è caduta in mano jihadista dopo che l’esercito è stato costretto ad abbandonare le sue postazioni a difesa della città perchè a corto di munizioni.Le forze governative hanno tentato di resistere all’attacco, ritenuto da diverse fonti ampio e ben coordinato, ma sono state costrette alla fuga anche via mare.
In loro aiuto sarebbero accorsi senza successo anche gli elicotteri della compagnia militare privata sudafricana Dyck Advisor (Dag) che ha un contratto con il governo di Maputo per affiancare le forze governative a Cabo Delgado.
(Su questo aspetto del conflitto AD ha pubblicato in giugno l’articolo di Pietro Orizio “Contractors contro jihadisti in Mozambico”).
Secondo il sito di monitoraggio del jihadismo online “Site”, l’attacco e’ stato rivendicato da Iscap sui suoi canali social con immagini dei militari uccisi e del bottino di armi e munizioni saccheggiato sul posto.
Per Alex Vines, direttore dell’Africa Program alla Chatham House ed esperto di Mozambico, “gli insorti stanno acquisendo fiducia, sono meglio armati e organizzati, mentre le forze governative sono sempre più sotto pressione e demoralizzate, come dimostra Mocimboa”
L’attacco attuale “è un altro indicatore della grave inadeguatezza della risposta militare in gran parte della regione di Cabo Delgado”, afferma Tristan Gueret, del Risk Advisory Group.
Anche la Tanzania ha annunciato l’avvio di un’offensiva contro i jihadisti nelle foreste lungo il confine. “Negli ultimi sette giorni il comando congiunto delle forze di sicurezza e di difesa (Fds) ha condotto una rilevante offensiva contro il tentativo di occupazione della città di Mocimboa de Praia da parte dei terroristi”, si legge in un comunicato.
I governi di Mozambico e Tanzania uniranno le forze in un’operazione congiunta volta a “fermare le incursioni armate” al confine tra i due stati, ha annunciato il ministro degli Affari esteri e della cooperazione mozambicano, Veronica Macamo,
Parlando della provincia di Cabo Delgado il ministro l’ha definita ” un’area che deve essere difesa in modo efficace e i due paesi stanno affrontando lo stesso problema”.
Si stima che la conflittualità in quella provincia abbia provocato negli ultimi due anni la morte di almeno 1.059 persone. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), almeno 250mila persone sono fuggite dalle aree interessate dall’inizio dell’insurrezione jihadista.