Mozambico: truppe ruandesi e sudafricane contro i jihadisti a Cabo Delgado
Le forze ruandesi schierate solo da pochi giorni in Mozambico hanno ucciso almeno 30 miliziani jihadisti nella provincia di Cabo Delgado. Lo hanno reso noto ieri alla BBC funzionari della sicurezza mozambicani. I militari pattugliavano una foresta vicino alla città portuale di Palma, che era già stata oggetto delle incursioni degli insorti, quando hanno incontrato gli islamisti.
Circa mille militari e agenti della Gendarmeria Nazionale del Ruanda sono stati inviati in Mozambico a partire dal 9 luglio in soccorso alle forze di Maputo che dopo i falliti interventi dei contractors russi del Gruppo Wagner e di contractors sudafricani ha chiesto aiuto agli stati africani e all’Occidente per contrastare l’insurrezione di Ansar al-Sunna, movimento legato allo Stato Islamico le cui capacità militari sono cresciute ampiamente dall’inizio delle operazioni nel 2017.
I soldati del Ruanda, che non è un membro della Southern African Development Community (organizzazione che riunisce gli stati dell’Africa Australe) affiancano le forze del Mozambico e delle truppe che stanno giungendo a Cabo Delgado dai membri della SADC.
“Il contingente ruandese sosterrà gli sforzi per ripristinare l’autorità statale del Mozambico conducendo operazioni di combattimento e di sicurezza, nonché stabilizzazione e riforma del settore della sicurezza”, ha affermato il governo di Kigali in una nota. Gli accordi bilaterali per l’intervento militare del Ruanda erano stati avviati il 28 aprile scorso nell’incontro a Kigali tra i presidenti ruandese Paul Kagame e il mozambicano Filipe Nyusi (nella foto sotto).
Il contingente dell’Esercito del Ruanda, considerato uno dei più efficienti ed esperti d’Africa, ha già avviato pattugliamenti ad ampio raggio almeno nel distretto di Nangade e vicino ad Afungi, dove è presente un impianto di lavorazione del gas naturale. In due settimane di operazioni sarebbero diverse dozzine gli insorti uccisi dalle truppe ruandesi.
Lo schieramento delle forze ruandesi ha sollevato non pochi malumori in alcuni membri della SADC e soprattutto in Sudafrica che rischia di vedere ridimensionato il suo ruolo di potenza di riferimento in Africa Australe proprio nel momento in cui i disastrosi disordini interni al paese stanno imponendo il coinvolgimento anche di decine di migliaia di militari.
Il 15 luglio il ministro della Difesa del Mozambico. Jaime Neto, ha dichiarato che il Mozambico aveva presentato una richiesta ufficiale di intervento militare ai paesi vicini per aiutare a sedare la sua insurrezione. Neto ha aggiunto che la SADC aveva già inviato quattro ufficiali per studiare la situazione e elaborare la logistica.
Secondo Darren Olivier, direttore di African Defense Review, l’assenza di un comando congiunto delle operazioni “è una ricetta per il disastro”, poiché le truppe della SADC, quelle del Ruanda e quelle mozambicane dipendono da comandi diversi benchè operino nello stesso scacchiere
Da quanto sembra però, anche per evitare dissidi e rivalità sul campo, i ruandesi opereranno soprattutto nell’area di Palma e i sudafricani con gli altri contingenti della SADC verranno schierati nel distretto di Pemba.
Nei giorni scorsi sono infatti atterrati a Pemba i C-130 sudafricani (nella foto sopra) e del Botswana (nella foto sotto) con a bordo i primi contingenti di forze speciali con veicoli leggeri Hornet.
Nei giorni scorsi in Sudafrica si sono moltiplicate le richieste da più parti affinchè il ministro della Difesa, Nosiviwe Mapisa-Nqakula, ritardasse il dispiegamento delle truppe in Mozambico fino a quando non si fosse calmata la situazione nelle province sudafricane di KwaZulu-Natal e Gauteng, teatro dal 9 luglio di violenti disordini e saccheggi che hanno costretto le autorità a dispiegare oltre 25 mila militari nelle strade.
Il ministro della Difesa ha però deciso di procedere comunque con il dispiegamento in Mozambico, forse nel timore di lasciare troppo spazio alla “concorrenza” del Ruanda la cui missione militare secondo alcuni analisti sudafricani sarebbe sponsorizzata da Parigi e finanziata da Total, protagonista nello sfruttamento dei ricchi giacimenti di gas di Cabo Delgado e interessata a stabilizzare la regione.
Un rapporto provvisorio dell’aprile scorso valutava di schierare a Cabo Delgado una forza della SADC di circa 3 000 soldati, supportati da mezzi aerei e navali.
L’insurrezione, iniziata nel 2017 come conflitto locale, è cresciuta in dimensioni e violenza. Secondo le Nazioni Unite, quasi 3 000 sono stati uccisi nel conflitto, metà dei quali civili, e circa 800 000 persone sono fuggite dalle proprie case.
In supporto alle forze militari del Mozambico è stata attivata anche una missione di addestramento europeo (EUTM Mozambico) che ingloberà il centinaio di istruttori e consiglieri militari già inviati dal Portogallo, ex potenza coloniale che assumerà anche il comando della missione della UE.
Foto: ministero Difesa Sudafricano, Ministero Difesa Botswana, Twitter e ACLED/ Zitamar News