“Non solo una fiera, ma diplomazia industriale”: il bilancio di Cristiana Pagni su Seafuture 2025
Negli anni ’80, proteste e tensioni politiche fecero scomparire le ultime timide fiere a carattere militare dal Bel Paese. Seafuture, giunta alla sua nona edizione, rappresenta oggi l’unica coraggiosa vetrina italiana di rilievo internazionale per la Marina Militare, l’industria e le istituzioni.
A un mese dalla chiusura di Seafuture 2025, abbiamo intervistato Cristiana Pagni, ideatrice e tenace sostenitrice dell’evento. Con lei abbiamo parlato dei risultati raggiunti, delle nuove collaborazioni e delle prospettive future per la manifestazione e per la filiera nazionale della Difesa.
Innanzi tutto come sta?
Se guardiamo alla salute personale, sto recuperando da un infortunio arrivato nel momento meno opportuno, a poche settimane dall’apertura di Seafuture. Dal punto di vista professionale, invece, posso dire di essere soddisfatta: chiudere un’edizione record dopo due anni di lavoro intenso lascia sì tanta stanchezza, ma anche l’energia positiva per guardare già al 2027.
Qual è il bilancio complessivo dell’edizione 2025 in termini di partecipazione, accordi e risultati concreti?
I numeri parlano chiaro: 370 aziende espositrici, 80 delegazioni internazionali con 20 capi di stato maggiore, 170 giornalisti accreditati, 4.000 incontri B2B e B2G e oltre 50.000 metri quadrati di area espositiva. Una crescita del 30% rispetto alla scorsa edizione. Ma al di là delle cifre, Seafuture 2025 ha rappresentato un vero marketplace globale per la blue economy e l’industria navale.

Tra i momenti più significativi, la firma dell’accordo preliminare tra Italia e Grecia per la cessione di due unità navali attraverso Fincantieri. La firma si è tenuta alla presenza del ministro della Difesa Guido Crosetto, del suo omologo greco Nikos Dendias e del capo di stato maggiore della Marina Militare ammiraglio Enrico Credendino. Un’intesa che conferma il valore strategico della cantieristica italiana e apre nuove prospettive di cooperazione industriale. Sempre Fincantieri ha siglato un Memorandum of Understanding (MoU) con Aeronautical Service, PMI attiva nello sviluppo di soluzioni aerospaziali avanzate, per avviare una collaborazione strategica finalizzata all’adozione su larga scala di materiali compositi a base carbonio e tecnologie innovative nelle applicazioni navali, civili e militari. Inoltre, la nascita della joint venture Page JSI LLC, tra Page Europa e Jana Marine Services Company (Arabia Saudita), è un altro esempio concreto di come Seafuture sia il luogo dove nascono alleanze strategiche per sviluppare soluzioni innovative e sempre più competitive.
Nel corso dei quattro giorni di Seafuture, l’attenzione si è concentrata in particolare sulle piccole e medie imprese, protagoniste nei diversi comparti della meccanica, dei trasporti, del navale duale, civile e militare: il vero valore aggiunto della manifestazione. Oltre 25 panel hanno approfondito temi cruciali come la logistica, la sostenibilità dei porti e la pesca, innovazione con la partecipazione di realtà di primo piano quali Legambiente, Federpesca, BlueInvest, la FAO e l’iniziativa WestMED. In questa cornice è stato presentato anche il rapporto nazionale sulla meccanica di Confartigianato. Un programma ricco, che ha permesso di affrontare il settore marittimo in tutta la sua complessità, a 360 gradi.
Anche l’incontro tra il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi con il segretario ai trasporti della California segna l’avvio di nuove relazioni internazionali per i nostri porti.
Le principali innovazioni o sorprese di quest’anno? A parte qualche piccolo assembramento di contestatori fuori dai cancelli.
Sorprese non direi, non desidero entrare in polemica: nel nostro Paese vige la libertà di espressione e di manifestazione, diritti sanciti dalla Costituzione e resi possibili anche grazie al costante impegno delle Forze dell’Ordine e della Difesa.

A Seafuture 2025 le startup hanno presentato soluzioni ad alto contenuto tecnologico, capaci di anticipare le sfide future del settore marittimo, energetico e della difesa. Tra le innovazioni più rilevanti spicca una piattaforma laser multifunzione, in grado di ricaricare droni in volo, garantire comunicazioni ottiche sicure e neutralizzare minacce aeree con estrema precisione.
Particolare interesse ha suscitato anche una tecnologia in grado di trasformare la salamoia prodotta dagli impianti di desalinizzazione in acqua dolce e minerali strategici, con un impatto significativo in termini di sostenibilità ed economia circolare. Sul fronte navale è stato presentato un nuovo scafo a resistenza quasi nulla, progettato per imbarcazioni autonome e dotato di moduli integrati per propulsione ed elettronica.
Di grande attualità anche le soluzioni per la connettività avanzata, come un dispositivo compatto che combina 5G e satelliti LEO, pensato per garantire comunicazioni sicure in scenari operativi critici. Infine, le tecnologie digitali hanno aperto nuove prospettive con l’introduzione di digital twin subacquei e sistemi di intelligenza artificiale applicata all’IoT, strumenti che rafforzano le capacità di monitoraggio, manutenzione predittiva e sorveglianza nel dominio underwater.
Quali delegazioni o partnership hanno avuto un ruolo più rilevante?
Le 80 delegazioni internazionali testimoniano la dimensione globale raggiunta dall’evento. La presenza saudita è cresciuta, sia la parte militare che civile, con la presenza del presidente della Saudi Ports Authority tra gli ospiti più autorevoli. Questo testimonia la forte attenzione del mercato internazionale nei confronti delle tecnologie e dell’industria italiana; Seafuture non è solo networking, ma costruzione di ecosistemi: grandi player, PMI, università e centri di ricerca si incontrano qui per avviare progetti concreti.

C’è un progetto o una tecnologia particolare presentata a Seafuture 2025 destinata a lasciare un segno nei prossimi anni?
Ne sono state presentate tante e tutte importanti direi. Sicuramente lasceranno un segno i progetti finanziati nell’ambito del Polo Nazionale della Subacquea. In soli 18 mesi il PNS ha promosso 18 progetti di R&S, coinvolgendo oltre 250 partner industriali e accademici. Parliamo di robotica subacquea, veicoli unmanned, sensori e data analysis per la protezione delle infrastrutture critiche: soluzioni che non rimangono in laboratorio, ma diventano capacità operative per il mercato e per la sovranità tecnologica nazionale del prossimo futuro.
Sul settore delle comunicazioni, che è quello di cui mi occupo con l’azienda di famiglia, ritengo siano state cruciali la trattazione della connettività “next-generation”, con riferimento esplicito alle reti private 5G applicate al dominio marittimo, difesa e dual-use di Smarty e l’utilizzo di laser di Suncubes per power beaming, comunicazioni FSO e funzioni anti-UAS.
All’inaugurazione il ministro ha evidenziato le “marginalità”, rispetto ad altri settori industriali, della Difesa. È un periodo dunque semplice per tutte le aziende o la competizione, nonostante il termine usato, si è fatta ancora più dura?
A mio parere, il riferimento del ministro Crosetto alla “marginalità” va letto non come una semplificazione del contesto competitivo, ma come una sottolineatura della necessità di un sostegno più deciso al comparto Difesa rispetto ad altri settori industriali. Oggi le aziende non si trovano di fronte a un periodo semplice: la domanda internazionale cresce, ma cresce anche la concorrenza, in particolare su innovazione tecnologica, capacità produttiva e rapidità di risposta alle esigenze operative.

Seafuture 2025 dimostra proprio questo: la filiera italiana, pur partendo da posizioni non sempre di forza sul piano dimensionale e finanziario, compete con qualità, ricerca e integrazione tra grandi gruppi, PMI e centri di eccellenza. La competizione, quindi, è più dura che mai, ma proprio per questo il ruolo delle istituzioni e di piattaforme come Seafuture è cruciale: creare condizioni perché l’industria nazionale non resti marginale, ma trovi riconoscimento e opportunità sui mercati globali.
L’Italia sta rafforzando la propria presenza nel Mediterraneo: quale ruolo può e potrà avere Seafuture in questa strategia?
L’Italia è al centro del Mediterraneo e il Mediterraneo è al centro delle nuove dinamiche geopolitiche, commerciali e di sicurezza. In questo scenario, Seafuture rappresenta un asset strategico: non solo una fiera internazionale dedicata all’economia del mare e alle tecnologie navali e subacquee, ma anche una piattaforma di diplomazia industriale e istituzionale.
Il ruolo di Seafuture è duplice: da un lato, rafforzare la leadership italiana nel Mediterraneo favorendo l’incontro tra Marina Militare, istituzioni e industria; dall’altro, attrarre partner internazionali e facilitare collaborazioni che consolidano la presenza del nostro Paese nell’area del bacino del Mediterraneo.
Guardando al futuro, Seafuture potrà diventare sempre più il luogo in cui si anticipano le sfide marittime e si sviluppano soluzioni tecnologiche innovative in settori cruciali come sicurezza, transizione energetica, sostenibilità e dimensione underwater. In questo modo, la manifestazione contribuirà direttamente a sostenere la strategia italiana di presidio e valorizzazione del Mediterraneo.

Come valuta la risposta del pubblico? Tenendo presente che è un evento limitato per il pubblico profano.
Quest’anno l’evento ha registrato una nuova crescita, raggiungendo i 25.000 partecipanti in quattro giorni. Considerando che non si tratta di un pubblico generico, ma di un’audience altamente qualificata che vede professionisti, aziende e delegazioni internazionali interessati a scambi commerciali, innovazione e nuove tecnologie, si conferma il ruolo strategico di Seafuture, dove non ci si limita a raccontare il presente, ma si costruisce il futuro prossimo.
Le ambizioni per Seafuture 2027?
Per Seafuture 2027 la nostra ambizione principale è rafforzare e ampliare ulteriormente la collaborazione con la Marina Militare, che rappresenta il pilastro fondante dell’evento e un partner imprescindibile per la sua crescita. Parallelamente, dopo l’esperienza positiva di quest’anno con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, intendiamo consolidare ed estendere anche questo ambito, così da rendere la manifestazione sempre più un punto di riferimento trasversale per l’intero sistema Paese. Le idee sono numerose, ma il nostro approccio resta quello di costruire passo dopo passo, con serietà e concretezza, un percorso di sviluppo duraturo.
Vedi video dell’inaugurazione di Seafuture 2025
Vedi video della presentazione del LIONFISH 30 mm di Leonardo
Vedi video dello stand Rheinmetall a Seafuture 2025
Vedi video del lancio di “Page JSI Company” (Italia-Arabia Saudita) a Seafuture 2025
Immagini: Seafuture (foto apertura) / Difesa Online (resto)
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