Operation Barkhane: quattro soldati francesi feriti in Burkina Faso
Quattro soldati francesi dell’Operation Barlkhane sono rimasti feriti il 18 gennaio in Burkina Faso quando un ordigno esplosivo improvvisato (IED) è esploso mentre il loro veicolo transitava su una strada nel nord del Paese. L’attacco, avvenuto alle 17 circa, non è stato rivendicato secondo quanto riportato dall’Agenzia Anadolu.
Secondo le fonti militari “il fuoristrada è esploso su uno Ied all’uscita dell’aeroporto di Ouahigouya”, precisando che si trattava di una “unità dell’Operaztion Barkhane in missione di ricognizione”. Quattro soldati sono rimasti feriti, uno gravemente.
“Sono stati immediatamente evacuati all’ospedale da campo della base di Gao”, in Mali. “Chi ne avrà bisogno sarà evacuato in Francia”, ha aggiunto la stessa fonte. Solo successivamente è stato reso noto che tre feriti sono stati trasferiti in volo in Francia.
L’area dell’attentato è battuta dalle milizie jihadiste del GSIM (o JNIM, affiliato ad al-Qaeda). Ma “è una zona di transito, non abbiamo certezze” sull’origine dell’attacco, ha detto la stessa fonte. Come i suoi vicini Mali e Niger, anche i Burkina Faso è interessato dall’insurrezione jihadista che dal 2015 ha ucciso più di 2.000 persone in sei anni e costretto più di 1,5 milioni di persone a fuggire dalle proprie case.
Il governo di Ouagadougou ha bloccato la connessione al social media Facebook i8j tutto il territorio nazionale dallo scorso 10 gennaio per “ragioni di sicurezza e non devono essere ne’ spiegate ne’ giustificate”, ha affermato il portavoce del governo Alkassoum Maiga che ha evidenziato come sia necessario “mettere tutto ciò che stiamo osservando nel registro dell’interesse superiore della nazione” e che per ciò non ci si può aspettare che “il governo sia obbligato a giustificarsi o spiegarsi”.
Il rappresentante dell’esecutivo guidato dal presidente Marc Kaborè, come riporta l’emittente Radio Omega, ha aggiunto che l’attuale situazione nel Paese ha spinto le autorità ad adottare “decisioni che consentano di mantenere un minimo di controllo” ed “evitare che si diffonda l’insicurezza”. Il riferimento di Maiga è probabilmente alle violenze e le tensioni che si registrano soprattutto nel nord del Paese, dove operano diversi movimenti eversivi e di ispirazione jihadista.
La decisione del governo ha scatenato le proteste di Ong, società civile e associazioni di commercianti. Già nel novembre 2021 il governo aveva ammesso di aver interrotto l’erogazione della rete per diversi giorni “per motivi di sicurezza”, nel pieno di un’ondata di proteste seguita da un attentato che nel nord del Paese aveva causato oltre 50 vittime.
Foto; Ministero delle Forze Armate francese