Pentathlon Navale – Partenza delegazione e intervista al segretario generale dell’International Military Sports Council
Inizia l’avventura della squadra italiana della Marina Militare di pentathlon navale che, a Wuhan in Cina, si contenderà i trofei messi in palio per il campionato mondiale organizzato dal CISM (International Military Sports Council), in un evento dedicato allo sport, alla fratellanza e all’amicizia tra gli atleti delle marine militari di quattordici nazioni partecipanti.
Tre donne e cinque uomini della Marina Militare e della Guardia Costiera, scelti tra i quasi quaranta che hanno risposto all’appello di inizio anno, formano il team italiano selezionato e allenato dal sottocapo aiutante Rocco Fabio Miseo, di recente nominato presidente del comitato CISM per il pentathlon navale.
Samantha Maria Timpanaro, Giorgia Pichierri, Alessia Belviso, Marco Ganassin, Flavio Feliciangeli, Enrico Scimone, Fabio Frontera ed Elia Saverio saranno capitanati da Antonella Notarangelo, ex atleta del tiro a segno con carabina e membro del comitato CISM per il tiro.
Il capo delegazione, capitano di vascello Antonio Cerrato, è tra i primi che, tre anni fa, ha creduto — insieme al sottocapo Miseo — nella rinascita di questo sport nella Marina Militare, nato più di settant’anni fa grazie all’intuizione e alla volontà di un marinaio, il comandante Giuseppe Vocaturo, che si adoperò instancabilmente per il recupero dei materiali nelle numerose basi della Marina e per il coordinamento logistico degli atleti.
La squadra si è riunita a Santa Rosa (Roma), dove ha potuto salutare il comandante in capo della squadra navale, ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, primo sostenitore della ripresa della disciplina dopo alcuni anni di inattività. Nel suo saluto, l’ammiraglio ha ricordato come l’occasione sia “storica, perché fate uno sport difficile, completo, a volte anche rischioso nei suoi ostacoli, e lo fate con i colori della Marina e dell’Italia sul petto. Avete la possibilità di rappresentare il vostro Paese e la Difesa in un contesto internazionale di sport e conoscenza reciproca”.
Parole condivise anche dal contrammiraglio La Faia, capo ufficio sport dello stato maggiore Marina, che ha sottolineato l’orgoglio e “il grande impegno che ci avete messo per arrivare fin qui, dalle selezioni agli allenamenti da conciliare con il vostro lavoro. Adesso dovete raccogliere quanto seminato, divertirvi — perché sarà anche un divertimento — e nel breve lasso della gara dare tutto quello che avete per premiarvi di tutto ciò che avete sudato per raggiungere questi campionati mondiali!”.
La formula dei campionati, che si svolgeranno dal 16 al 25 ottobre 2025, prevede allenamenti nei primi giorni per consentire il massimo ambientamento con le strutture di gara e le condizioni meteo (è prevista pioggia durante gli allenamenti e grande umidità nei giorni delle gare, ndr), seguiti dalle sfide per le medaglie.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il segretario generale dell’International Military Sports Council, capitano di vascello Roberto Recchia.
Comandante, dopo l’entusiasmante esperienza dello scorso anno, una delegazione più ampia è in partenza per i mondiali in Cina. Già questo è un buon risultato.
Sì, assolutamente. La partecipazione di una delegazione italiana più ampia ai mondiali militari di pentathlon navale in Cina rappresenta già di per sé un risultato significativo, che testimonia la crescita del movimento sportivo militare nazionale e il valore del lavoro svolto dalle nostre Forze Armate — e in particolare dalla Marina Militare — nel promuovere lo sport come strumento di coesione, formazione e rappresentanza.
Dopo l’esperienza entusiasmante dello scorso anno, appare evidente che la Marina Militare italiana abbia voluto consolidare la sua presenza, portando in gara un gruppo numeroso e competitivo, capace di esprimere il meglio della tradizione marittima e sportiva nazionale.
Considero questa anche la prova della sinergia tra il CISM, la Difesa e le Forze Armate italiane, che continuano a investire nello sport come veicolo di amicizia internazionale, spirito di corpo e valorizzazione del personale militare.
Personalmente sono orgoglioso che l’Italia possa rappresentare, ancora una volta, un modello di professionalità, disciplina e passione, portando nel mondo i valori di eccellenza che contraddistinguono le nostre Forze Armate e, in questo caso, la nostra Marina Militare.
Lei è segretario generale del CISM, organizzazione leader per gli sport militari. Quali sono i valori che persegue questa istituzione?
Il CISM è un’organizzazione unica nel suo genere: riunisce le Forze Armate di 142 Paesi attraverso lo sport, con un obiettivo chiaro – costruire amicizia, cooperazione e pace.
I valori che ci guidano sono quelli che accomunano il mondo militare e quello sportivo: lealtà, disciplina, rispetto e spirito di squadra.
Crediamo che lo sport sia uno straordinario strumento di diplomazia e di dialogo, capace di unire dove la politica talvolta divide.
Allo stesso tempo, il CISM promuove inclusione e solidarietà, con particolare attenzione allo sport paralimpico militare, che rappresenta la forza del recupero, del coraggio e della dignità dei nostri uomini e donne in uniforme.
In sintesi, il nostro motto — Friendship through Sport — non è solo uno slogan, ma un impegno concreto per trasformare la competizione in collaborazione e lo sport in un linguaggio universale di pace.
Come valuta fino a questo momento la sua esperienza quale segretario generale del CISM?
L’esperienza come segretario generale del CISM rappresenta per me un onore e una grande responsabilità. In questi anni ho avuto il privilegio di guidare il quartier generale di una delle maggiori organizzazioni multisportive al mondo, capace di unire culture, lingue e tradizioni diverse attraverso il linguaggio comune dello sport militare.
Dal punto di vista operativo, è stata un’esperienza intensa e costruttiva. Fra le attività di maggior rilievo vorrei ricordare il rilancio delle competizioni dopo la pandemia, il miglioramento delle relazioni con il CIO e le federazioni sportive internazionali, l’affiliazione di Cambogia ed Etiopia alla grande famiglia CISM, il rafforzamento della governance e, infine, il deciso impulso dato allo sviluppo dello sport paralimpico militare.
Particolarmente importante è stato anche il rapporto di fiducia e collaborazione con le delegazioni nazionali, alle quali ho cercato di garantire un supporto costante e concreto, per promuovere una rinnovata immagine del CISM sulla scena internazionale.
Ritengo che questa esperienza abbia confermato il valore dello sport come strumento di diplomazia e di dialogo, ma anche come veicolo di inclusione e solidarietà. Sono fiero dei risultati raggiunti e grato a tutti coloro che, con professionalità e dedizione, contribuiscono ogni giorno a far crescere il CISM.
In quanto segretario generale sarà super partes o almeno un po’ tiferà per gli atleti della Marina Militare?
Il mio ruolo di segretario generale del CISM richiede naturalmente una posizione super partes, nel pieno rispetto di tutti i Paesi membri e dei principi di imparzialità che guidano la nostra organizzazione.
Detto questo, è chiaro che l’orgoglio per la mia appartenenza alla Marina Militare rimane nel cuore. Seguo con grande attenzione e affetto i nostri atleti, ammirando il loro impegno, la disciplina e il senso di squadra che portano in ogni competizione.
Credo però che, al di là dei colori nazionali, ciò che davvero conta sia vedere militari di tutto il mondo uniti nello stesso spirito: competere con lealtà e rispetto, rappresentando al meglio i valori dello sport e delle Forze Armate.
In fondo, ogni volta che uno dei nostri atleti scende in campo – italiano o di qualunque altra nazione – a vincere è sempre l’amicizia attraverso lo sport, che è il vero cuore del CISM.
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