Più di 8mila i potenziali terroristi islamici in Francia
Mentre a Parigi ha preso il via ieri il processo a 14 fiancheggiatori dei tre terroristi f(i fratelli Said e Cherif Kouachi, e ad Amédy Coulibaly) responsabili della strage nella redazione di Charlie Hebdo e nel supermercato Hyper Cacher del gennaio 2015 nei quali morirono 17 persone, il governo francese ha reso noto che più di 8.000 persone restano schedate in Francia perché considerate potenziali terroristi islamici.
Sono infatti 8.132 gli estremisti inseriti in Francia nella lista di soggetti sotto sorveglianza e a rischio di tendenze terroristiche come ha riferito il ministro dell’Interno Gerald Darmanin riconoscendo che stabilire quali individui siano affettivamente pronti a compiere atti terroristici è “un compito molto difficile e delicato”.
Darmanin ha inoltre riferito che le autorità francesi hanno sventato 61 attentati a partire dal 2013, dei quali 32 dal 2017 e uno su vasta scala nel gennaio 2020. “Il rischio terroristico di origine sunnita rimane la principale minaccia che il nostro Paese sta affrontando”, ha precisato il ministro.
Darmanin (nella foto sopra) si era recato il 31 agosto alla Direzione generale della sicurezza interna (DGSI) per fare il punto sulla minaccia terroristica in La Francia, che resta “a un livello estremamente alto” annunciando che per far fronte alla portata delle sfide nella lotta al terrorismo le risorse aggiuntive stanziate alla DGSI permetteranno di aumentare l’organico di “1.260 agenti nell’arco di cinque anni”.
Il ministro ha affrontato anche la questione dell’imminente rilascio di 505 detenuti terroristi islamici legati allo Stato Islamico a cui ha si aggiungono “702 detenuti comuni suscettibili di radicalizzazione” definendola una “grande sfida per la sicurezza”.