Pyongyang svela un nuovo missile balistico intercontinentale
Il 10 ottobre la Corea del Nord ha svelato un nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) a bordo di un veicolo-lanciatore (TEL) con ben 22 ruote durante la parata militare per celebrare il 75° anniversario della fondazione del Partito dei lavoratori, al potere a Pyongyang alla fine della Seconda guerra mondiale.
Il missile balistico è stato mostrato insieme a un vettore con capacità nucleare lanciabile da un sottomarino, il Pukguksong-4, di cui il leader nordcoreano Kim Jong-un aveva già riferito nel suo discorso per il nuovo anno.
Dall’analisi delle immagini rese note da Pyongyang, la nuova arma è di dimensioni maggiori ai missili intercontinentali finora testati dal regime.
Secondo fonti militari sudcoreane il missile potrebbe montare testate nucleari multiple (MIRV) che costituiscono un passo avanti notevole per le capacità strategiche nordcoreane.
Seul tiene a precisare che la nuova deve ancora venire valutata in modo completo e che quello mostrato alla parata potrebbe addirittura trattarsi solo di un modello inerte.
Nel 2017, la Corea del Nord ha testato l’ICBM Hwasong-15, sulla carta capace di un raggio d’azione di 12mila chilometri e quindi in grado di colpire il territorio continentale degli Usa e l’Europa occidentale.
Dopo i due incontri (nel 2018 e nel 2019) di Kim con il presidente Usa Donald Trump, la Corea del Nord non ha più compiuto esperimenti nucleari e ha limitato i test missilistici. Analisti osservano che la parata del 10 ottobre potrebbe essere usata da Pyongyang per riavviare i colloqui con gli Stati Uniti sul proprio programma nucleare.
Kim è apparso con indosso un completo grigio chiaro e ha pronunciato un discorso con il quale si è scusato per le difficoltà che sta affrontando il Paese attribuendone la responsabilità alle sanzioni internazionali “dure e di lunga durata” (a cui è sottoposto il regime per lo sviluppo dei suoi programmi missilistici e nucleari) e alle recenti alluvioni.
Nonostante le difficoltà economiche Kim ha promesso che continuerà a rafforzare l’apparato militare per contrastare i pericoli e le intimidazioni “incluse le minacce nucleari in costante crescita dalle forze ostili”, ha detto, senza mai citare direttamente gli Stati Uniti, con cui il dialogo per la denuclearizzazione della penisola coreana è in fase di stallo da oltre un anno e mezzo. “Se qualsiasi forza colpisce la nostra sicurezza nazionale”, ha assicurato Kim, “mobiliteremo preventivamente la più grande forza offensiva e ci vendicheremo”.
(con fonte AsiaNews e AGI/AFP)