Seafuture 2021: bilancio e prospettive
Una panoramica dettagliata delle tematiche, delle aziende, dei programmi e dei prodotti per la difesa e sicurezza sul mare presentati al Seafuture 2021.
Fra il 28 settembre ed il 1° ottobre, presso l’Arsenale della Base Navale di La Spezia della Marina Militare si è tenuta la settima edizione del Seafuture, la business convention delle tecnologie marittime e dual use, unica nel bacino del Mediterraneo perché realizzata all’interno di una base navale.
La pandemia aveva portato alla sua cancellazione nel 2020, ma l’impegno della società organizzatrice IBG (Italian Blue Growth) capitanata dalla presidente Cristiana Pagni, unitamente alla volontà e supporto della Marina Militare hanno fatto in modo che la medesima non fosse definitivamente posticipata ma soltanto ritardata per aspettare che il Governo autorizzasse i grandi eventi.
In un momento così difficile come la ripartenza dopo la pandemia ma anche di voglia di ritornare ad una normalità anche se diversa dal passato, la risposta dei partecipanti sia industriali che istituzionali non si è fatta aspettare, e nonostante le difficolta organizzative e ‘lezioni acquisite’, la settima edizione del Seafuture ha superato le aspettative.
In un’area espositiva di 12.500 metri quadrati, hanno trovato accoglienza oltre 235 aziende, fra cui le principali della Blue economy, delle quali il 20% provenienti da tutto il mondo, a cui si sono aggiunte oltre 70 delegazioni di Ministeri della Difesa, Marine e Guardia Costiere con la presenza delle massime autorità militari provenienti da cinque continenti per 2.600 incontri tra esponenti di aziende e istituzioni preorganizzati.
Il salone ha registrato la visita di circa 12.000 addetti ai lavori, con un incremento intorno al 25% rispetto alla passata edizione. Sono questi i numeri che hanno consentito alla società organizzatrice IBG formata da Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, Consorzio Tecnomar Liguria e EIEAD in collaborazione con la Marina Militare, Camera di Commercio Riviere di Liguria, e con il sostegno di AIAD e il patrocinio di Regione Liguria e dei Comuni della Spezia, Lerici e Porto Venere, di portare a un indiscusso successo questa edizione del salone.
“Seafuture 2021 è un segnale di ripresa, un modello di cooperazione, di eccellenza industriale, di competitività, di sostenibilità e di innovazione”, ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini nel suo intervento di apertura del salone, ricordando l’importanza strategica che il mare riveste e che lo pone al centro di un acceso confronto geopolitico globale che si esprime anche nella dimensione tecnologica ed industriale e che vede nel ‘Mediterraneo Allargato’, l’area di preminente interesse strategico per la nazione.
“L’Italia – ha continuato – necessita di rafforzare la cooperazione e le relazioni con Paesi amici e alleati, di disporre di capacità militari tecnologicamente avanzate, di preservare competenze scientifiche e industriali in grado di supportarle, secondo modelli di sviluppo sostenibili a salvaguardia dell’ecosistema marittimo”.
“Il salone Seafuture è il giusto catalizzatore della Blue economy……….La cooperazione basata su un approccio olistico della concezione di marittimità: un approccio interministeriale, interagenzie e interdicasteriale che permetterà di affrontare le nuove sfide dovute alla metamorfosi nel paradigma dei rapporti internazionali. La partecipazione di oggi, a così ampio livello internazionale, ne è la dimostrazione” ha dichiarato l’allora capo di stato maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, recentemente diventato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, in occasione dell’inaugurazione.
“Un’edizione che si conferma di altissimo livello nonostante le difficoltà dettate dalla pandemia. Alla fine hanno vinto le speranze alimentate dalla tenacia, Seafuture 2021 è realtà! Il momento storico è di vitale importanza per il Sistema Paese in quanto mai nella storia si è potuto beneficiare di finanziamenti di tale portata che capillarmente possono ridisegnare il volto sociale, economico e imprenditoriale dell’Italia,” ha detto la presidente della IBG srl, Cristiana Pagni (nella foto sotto), ideatrice ed organizzatrice del salone, in occasione dell’apertura della manifestazione.
A cornice della manifestazione, ormeggiate diverse navi, tra le quali la nave scuola Amerigo Vespucci e la FREMM Luigi Rizzo classe Bergamini, utilizzate per l’occasione come sede alternativa ad eventi e momenti di incontro tra partner internazionali ed incontri bilaterali, elementi, questi ultimi, ad alta connotazione internazionale.
Tra questi, la firma della nota di accesso del Camerun nel Virtual-Regional Maritime Traffic Centre (V-RMTC) & Trans-Regional Maritime Network (TRMN): due reti volute e cogestite dalla Marina Militare che abbracciano una quarantina di Marine sparse per il mondo, e consentono la condivisione delle informazioni a supporto delle operazioni marittime ottimizzando in concreto il dialogo e la cooperazione di chi è chiamato a svolgere attività di sorveglianza in mare.
Sfide e future capacità della Marina Militare
Dell’attuale contesto in cui le dinamiche della globalizzazione rendono centrale il dominio marittimo, non solo per gli aspetti di interscambio economico ma anche per il crescente livello di conflittualità e competizione che lo caratterizza, in particolare nel Mar Mediterraneo, hanno discusso il professor Vittorio Emanuele Parsi dell’Università Cattolica di Milano, dall’ambasciatore Paolo Casardi, vice-presidente del Circolo di Studi Diplomatici e dall’ammiraglio Vincenzo Montanaro, capo del 3° reparto Pianificazione e Politica Marittima dello Stato Maggiore.
La Marina Militare si trova ad operare nel ‘Mediterraneo allargato’, una vasta area che spazia dal Mediterraneo al Mar Nero, dal Mar Rosso a quello Arabico dal Golfo Persico a quello di Golfo, senza dimenticare l’attività di ricerca idro-oceanografica che ha come bacino di riferimento l’oceano Atlantico settentrionale e l’Artico.
A fronte degli impegni e della tutela degli interessi geostrategici nazionali in un contesto così variegato, secondo il contrammiraglio Marco Tomassetti, Capo del 7° Reparto Navi dello Stato Maggiore della MM, quest’ultima sta traguardando per il 2035 una Squadra Navale il cui nerbo d’altura sarà costituito dalla componente di dieci fregate multi-missione europee classe Bergamini di cui le ultime due, che vanno a rimpiazzare quelle cedute all’Egitto, sono state impostate rispettivamente nel febbraio ed ottobre scorso e destinate ad entrare in servizio entrambe nel 2025.
A queste s’aggiungono i sette pattugliatori polivalenti d’altura (PPA) classe Thaon di Revel che come noto vengono costruite in tre differenti configurazioni PPA Light, Light Plus e Full, di cui l’unità capoclasse dovrebbe essere consegnata nei prossimi mesi, secondo il contrammiraglio Tomassetti.
Nessuna data è stata indicata ma secondo quanto risulta ad Analisi Difesa, sebbene si stia ancora valutando le tempistiche, si parla dell’inizio dell’anno prossimo.
Queste unità rappresentano un importante salto generazionale rispetto alle unità in servizio, grazie a soluzioni all’avanguardia che vanno dalla piattaforma al sistema di combattimento con un cockpit navale che non ha eguali su altre unità a livello mondiale, un radar in doppia banda di nuova generazione che consentirà alle nuove unità di portare a termine missioni di difesa aerea e missilistica (compresa quella balistica) integrata nonché un sistema di guerra elettronica integrato con la sensoristica radar per ottimizzare le capacità difensive della flotta.
Come è noto le unità PPA Light sono dotate unicamente di armamento cannoniero e non dispongono di un sistema di combattimento con tutti gli equipaggiamenti della version Full ma l’ammiraglio Tomassetti ha sottolineato che la versione Light (cosi come la Light Plus che già imbarca il sistema missilistico per la difesa aerea MBDA SAMM ESD PPA) è ‘fitted for’ per questi ultimi e può imbarcare un armamento missilistico grazie all’installazione del sistema di lancio verticale, per cui i PPA Light sono già predisposti.
Sempre nell’ambito delle unità della Legge Navale, l’ammiraglio Tomassetti ha sottolineato le estese e potenziate capacità che la Squadra Navale e la Forza di Proiezione Nazionale dal Mare conseguiranno con la LHD Trieste, la cui consegna è prevista per il tardo 2022-inizio 2023.
Un’importante novità, che scaturisce dal DDP 2012-2023 è il finanziamento della seconda unità classe Vulcano, il cui contratto per la costruzione ha rivelato il rappresentante della MM, sarebbe molto vicino.
La classe dei due nuovi caccia lanciamissili, meglio conosciuti come DDX, rappresenta un ulteriore salto generazionale, con un sistema di combattimento che costituirà un’evoluzione di quello dei PPA, inglobando elementi scaturenti dal progetto Future Combat Naval System 2035 e disporrà di un armamento missilistico allo stato dell’arte. Lo studio di pre-fattibilità del nuovo progetto DDX dovrebbe essere assegnato entro fine dell’anno.
Un altro importante programma evidenziato dall’ammiraglio Tomassetti è stato l’European Patrol Corvette (EPC), la cui piattaforma è destinata a rimpiazzare i pattugliatori d’altura classe Comandanti e Costellazioni. Guidato dall’Italia, secondo i piani ancora da definire nel dettaglio, il programma ha una tempistica che traguarda la prima piattaforma-prototipo nel 2027.
Un’altra componente che necessita una rivitalizzazione è quella delle unità anfibie classe San Marco e San Giusto, il cui rimpiazzo è rappresentato dalle unità scaturenti dal programma LXD, che risulta nella fase di pre-fattibilità. Il concept iniziale della nuova piattaforma illustrato dalla presentazione, mostrava una LPD di grandi dimensioni con sovrastrutture nella parte prodiera-centrale della nave con hangar ed un esteso ponte di volo poppiero con due spot per elicotteri pesanti al di sopra del bacino allagabile per veicoli anfibi e mezzi da sbarco.
Il contratto per la progettazione e la costruzione delle nuove navi potrebbe essere assegnato nel 2024. Infine, la componente delle nuove unità contromisure mine che vede la realizzazione di due nuove classi di piattaforme di cui la prima per l’impiego in acque costiera (CNG C) e la seconda di maggiori dimensioni per impieghi oceanici (CNG A), che faranno largo uso di mezzi unmanned per portare a termine la loro missione. La prima delle unità MCM costiere dovrebbe essere consegnata nel 2027.
Cluster nazionale della subacquea
“Il cluster nazionale della subacquea è una realtà destinata ad affrontare le sfide di oggi e future”, ha affermato l’ammiraglio Dario Giacomin, Vice Segretario Generale e Vice Direttore Nazionale degli Armamenti chiudendo il suo intervento di apertura del panel dedicato all’underwater.
Preceduto dal Sottosegretario alla Difesa, senatore Stefania Pucciarelli (nella foto sotto), che ha ben delineato questo contesto sottolineando l’importanza di “raccogliere le sfide delle nuove frontiere della subacquea con lo sviluppo coordinato di un vero cluster underwater italiano, che metta a disposizione della collettività efficacia operativa, innovazione tecnologica e sviluppo economico a tutto campo”, l’intervento dell’ammiraglio Giacomin è stato rivolto al percorso che la Difesa ha realizzato per riunire e far comprendere ai diversi attori dell’industria, centri di ricerca e università come gli stessi possano lavorare insieme in questo settore a fronte d’importanti sfide per assicurare la protezione degli interessi nazionali nei mari intorno all’Italia.
Un percorso che ha visto la Difesa – sotto il forte impulso dell’ammiraglio Giacomin – creare diverse occasioni di confronto con i player di settore al fine di realizzare una mappatura e coordinamento con i medesimi e mettere le fondamenta per un cluster nazionale della subacquea.
Il contrammiraglio Andrea Petroni, all’epoca comandante dei sommergibili della Marina, ha dato una visione strategica d’insieme delle sfide e dei compiti che la forza armata e la specialità subacquea nel suo insieme si troveranno rispettivamente ad affrontare ed assolvere, con uno sviluppo più accentuato delle missioni più strategiche come ‘sea denial’ e ‘sea control’ e supporto alle forze speciali, accanto a quelle più tattiche come l’intelligence, supporto alla flotta ed homeland security finora condotte.
I nuovi sottomarini U-212NFS
In questo contesto viene ad inserirsi il nuovo programma per lo sviluppo, costruzione, messa in servizio, supporto e sistema addestrativo per i nuovi sottomarini U-212 NFS (Near Future Submarine), il cui contratto è stato siglato dall’agenzia OCCAR e Fincantieri lo scorso febbraio, cosi come l’acquisizione della nuova unità per il supporto alle operazioni subacquee e delle Forze Speciali nonché soccorso ai sommergibili sinistrati denominata SDO-SuRS e dei relativi equipaggiamenti all’avanguardia, in particolare la suite per il salvataggio degli equipaggi dei sommergibili sinistrati.
Come è noto la nuova piattaforma basata sul progetto U212A presenta un’evoluzione tecnologica e sistemistica di sviluppo e produzione nazionale, di cui Fincantieri tornerà ad essere la design authority. Come la scelta negli anni ’90 di dotarsi degli avveniristici battelli U-212A rappresentò un significativo salto di qualità per la Forza Armata e le capacità offerte dalla Difesa in campo internazionale, portando allo sviluppo di un indotto industriale di cui poche nazioni possono fregiarsi a livello mondiale, così il nuovo programma U212 NFS rappresenta non soltanto il punto di arrivo di quanto finora sviluppato dall’industria, centri di ricerca e università, ma anche quello di partenza verso un futuro avveniristico nel mondo dell’underwater.
I nuovi battelli non opereranno isolatamente ha detto il contrammiraglio Andrea Petroni, allora Comandante dei Sommergibili, ma saranno parte di un sistema sempre più ampio, impegnato nel contrasto di nuove minacce alle infrastrutture energetiche e delle comunicazioni e nella sorveglianza e protezione della Zona Economica Esclusiva (ZEE) nazionale di prossima istituzione. I battelli saranno il centro stella di un’ampia e diffusa rete di sensori sul fondo o mobili, installati principalmente su veicoli subacquei unmanned.
In pratica, gli U212 NFS ed i futuri successori saranno sempre più ‘centrali operative subacquee’ di sorveglianza e protezione degli interessi nazionali ed internazionali.
Come evidenziato nel corso della presentazione del programme manager per l’U212 NFS presso OCCAR, capitano di vascello Vasco Pizzinato, i nuovi battelli rappresentano un aggiornamento prestazionale del design U-212A, incorporando miglioramenti in campo idrodinamico e della segnatura acustica ed una serie di innovative tecnologie.
A partire dal sistema di combattimento di nuova generazione incentrato sul sistema di commando e controllo di sviluppo e fornitura Leonardo basato sul sistema SADOC 4, i nuovi sollevamenti elettrici, mast optronici ed ottici sviluppati da L3Harris Calzoni, un’innovativa suite per sorveglianza e l’intelligence elettronico e delle comunicazioni di Elettronica, una suite elettro-acustica di nuova generazione, un nuovo sistema integrato di gestione della piattaforma di Seastema, unitamente ad un approccio cyber ‘secure by design’.
A questi s’aggiunge un innovativo sistema di batterie agli ioni di litio sviluppato dalla collaborazione Fincantieri-FIB/FAAM da installare a partire dalla prima coppia di battelli, mentre per la seconda si sta lavorando ad un nuovo sistema basato su Fuel Cell di sviluppo nazionale. Il gruppo Fincantieri, come rimarcato dall’ingegner Marco Rizzuti, si è preparato a questo importante progetto investendo nel training dedicato per una nuova generazione di ingegneri e tecnici specializzati nel settore underwater in collaborazione con l’Università di Genova e la stessa Marina Militare a cui s’aggiunge una serie di progetti di ricerca e sviluppo legati al PNRM o autofinanziati, dal settore della propulsione (in primis FAR SEAS) a quello dei veicoli subacquei autonomi ed altri quale destinati non soltanto a sostenere la nuova generazione di battelli ma anche lo scouting di tecnologie disruptive per future piattaforme.
A tal riguardo, la professoressa Paola Gualeni dell’università di Genova ha riportato gli ultimi sviluppi del programma ASAMS (Aspetti Specialistici e Approccio Metodologico per progettazione di sottomarini di nuova generazione), il cui acronimo evidenzia la ferma volontà della Difesa e della MM di crea una visione per il futuro della specialità.
Nell’ambito dell’innovazione legata al settore della subacquea si sono succeduti l’ing Gianmatteo Barbieri di L3Harris Calzoni, Enrico Colantoni e Massimo Stinco di Elettronica nonché Sergio Cappelletti di DRASS e Francesco Cavallini di Saipem, le cui novità e sviluppi industriali sono citate successivamente nella parte dedicata all’industria.
A questi si sono aggiunti il Comandante Conor Kirwan dell’European Defence Agency (EDA) che ha parlato di tecnologie disruptive, l’ing. Bruno Tevenè di Leonardo che ha relazione la platea sull’interessante programma EDIDP europeo SeaNice per potenziare le capacità difensive di un convoglio navale contro minacce subacquee, nonché il dottor Alessandro Lafrati del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), gli ingegneri Fabio Cervia e Massimo Guzzo di Intermarine, e l’ing Erwin Dieminger di Renk che ha illustrato un innovativo motore elettrico in sviluppo.
La logistica ed il supporto alle nuove costruzioni della MM
La presentazione dell’ammiraglio Enrico Olivo, chief of logistics engineering del Comando Logistico della MM, ha messo in risalto il salto generazionale che la Forza Armata ha effettuato nel supporto in servizio delle proprie unità (ISS, In-Service Support), evidenziando lo sviluppo di quello che risulta attualmente in atto con successo per la componente delle unità tipo FREMM, e che rappresenta la base per quelli delle unità della Legge Navale.
Nel 2019, OCCAR e Orizzonte Sistemi Navali, la joint-venture fra Fincantieri e Leonardo) hanno siglato il contratto per il programma TSLM (Though Life Sustainment Management) che rappresenta la seconda fase dell’ISS per le unità FREMM classe Bergamini e si svilupperà fino al 2034.
In particolare, la MM ed OCCAR hanno concepito un Temporary Global Support (TGS) o prima fase dell’ISS della durata di 5 anni che ha visto il supporto manutentivo-logistico industriale e l’on-job training a favore del personale Marina e civile e l’efficientamento dei processi che ha portato alla fase 2 o TLSM.
Quest’ultima vede un’applicazione delle lezioni acquisite durante la prima fase ed il potenziamento delle capacità di gestione in casa della MM, con un rischio condiviso fra Forza Armata ed industria.
I risultati sono positivi, con unità dispiegate per mesi in zone operative lontane, e costi complessivi ridotti, elementi che hanno attirato l’attenzione degli operatori stranieri di queste come di altre unità di produzione nazionale, in aggiunta alla Francia, che si è lasciata una porta aperta sul programma.
La presentazione del commanding officer di MARINALLES, il centro per l’allestimento delle nuove unità della MM, il capitano di vascello Fabrizio Orengo, ha messo in evidenza i compiti che il medesimo svolge insieme agli altri enti proposti, nel seguire la costruzione, l’allestimento e l’attività di verifica ed accettazione delle nuove unità per la Forza Armata, curandone anche gli aspetti legati all’organizzazione funzionale di bordo ed al coordinamento dell’addestramento iniziale dell’equipaggio.
Posto alle dipendenze del Comando Logistico della MM, MARINALLES segue anche le medesime attività a favore di altre Marine, le cui unità vengono costruite in Italia, nel caso queste ultime ne facciamo specifica richiesta.
Quest’ultimo aspetto è stato l’elemento centrale della presentazione, con indicazione dei più recenti sviluppi nel settore addestrativo a fronte della presenza delle delegazioni internazionali al salone. In particolare, MARINALLES ha un’esperienza decennale nei confronti delle Marine estere, con le attività portate a termine con le Marine degli Emirati Arabi Uniti, Kenya, Finlandia, Bangladesh ed Algeria, mentre è in atto per quest’ultima Forza Armata nell’ambito del programma denominato CDMA per l’acquisizione e la messa in servizio dei tre cacciamine in fase di fornitura da parte di Intermarine, e per quella del Qatar.
Successivamente al salone, Fincantieri ha consegnato alla Marina del Qatar la prima delle quattro corvette classe Al Zubarah mentre risultano in costruzione i due OPV e recentemente è stata tagliata la prima lamiera per l’LPD che verrà costruita presso lo stabilimento di Fincantieri di Palermo.
MARINALLES, insieme alle scuole della MM, a MARICENTADD ed all’industria, sta portando avanti una complessa attività che porterà alla certificazione dei primi equipaggi in Italia, mentre in Qatar risulta in fase d’allestimento un centro per l’addestramento di fornitura Fincantieri con la collaborazione di Leonardo, che rappresenterà un punto di riferimento nel settore in Medio Oriente. Per il futuro, è stato inoltre messo in evidenza il potenziale coinvolgimento nel programma per la fornitura delle 4 + 2 FREMM e le due fregata classe Maestrale ammodernate alla Marina indonesiana.
Centro Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN)
Nella sua duplice missione di gestore dei processi di ingegneria del supporto logistico per lo strumento navale e centro per la sperimentazione e lo sviluppo dei programmi scientifici e tecnologici della Forza Armata, il CSSN è coinvolto in due importanti programmi di rinnovamento dei propri equipaggiamenti, destinati a rivoluzionare le capacità di test e valutazione nel settore navale a livello internazionale.
Si tratta dei programmi CHOBIN (Complex Holistic Outline Based Interoperable Network for Underwater Simulation) e BOOMER (reconfiguraBle autOnOmous systeMs for undErwater waRfare), come evidenziato dalla presentazione del capitano di fregata Mirko Stifani del Reparto Sperimentazione del CSSN, capo ufficio Lotta sotto la superficie.
Assegnato al NATO Science and Technology Organization (STO) Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE), il programma CHOBIN è volto allo studio, sviluppo e sperimentazione di un simulatore multisistema di scenario sottomarino federabile.
Tale simulatore sarà orientato, in particolare, su scenari di lotta sotto la superficie e sui sistemi eterogenei autonomi, offrendo la possibilità di essere anche federabile con sistemi NATO e nazionali, e soluzioni per supportare il continuo sviluppo del sistema BOOMER.
La prima fase del programma CHOBIN, che riguarda l’analisi dei requisiti, è destinata a completarsi nei primi mesi del 2022 mentre la seconda è destinata allo sviluppo di un dimostratore dovrebbe completarsi entro il 2023.
Il programma BOOMER si basa sulla realizzazione di un insieme di sistemi autonomi unmanned modulari e riconfigurabili che rappresenteranno gli elementi base per la realizzazione di ‘system of systems’ capaci di implementare diverse funzioni di test & evaluation tipiche della lotta sotto la superficie fondamentali per il supporto alla verifica e validazione delle performance della flotta (navi, sommergibili, veicoli) di estrema sensibilità ed alto impatto dal punto di vista militare per la periodica e completa verifica dell’efficacia operativa dello strumento navale nel settore subacqueo.
Assegnato ad un’associazione temporanea di scopo (ATS) costituita dalle società Graal Tech, Technav Systems, MDM Team e dal Centro Interuniversitario di sistemi integrati per l’ambiente marino (ISME), il programma ha registrato il completamento della prima fase (analisi dei requisiti) lo scorso anno mentre la seconda, che prevede lo sviluppo di un dimostratore, dovrebbe concludersi nella prima parte del 2022.
L’Idrografica a sostegno dell’ecosistema globale
Grande rilievo è stato dato nel corso di questa edizione di Seafuture, all’Istituto Idrografico della Marina Militare (IIM). In occasione della celebrazione del centenario dell’Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO) ed a pochi mesi dall’anno di celebrazione dei 150 anni di vita dello stesso Istituto Idrografico della MM, quest’ultimo ha organizzato due seminari dedicati rispettivamente all’indagine idrografica e l’Italia in Artico – High North 2021.
“Questo evento rappresenta un esempio tangibile di cooperazione tra Paesi amici e affini, le cui istituzioni idrografiche condividono lo stesso obiettivo: aumentare la sicurezza della navigazione con un focus particolare sul Mediterraneo, che è la nostra principale area di responsabilità”, ha detto il capo di stato maggiore della Marina in occasione dell’apertura del primo seminario.
Gli ha fatto eco il direttore dell’IIM, contrammiraglio Massimiliano Nannini, il quale ha rimarcato come, la Marina militare sia un attore chiave nella governance nazionale dell’ambiente marino e l’Istituto Idrografico svolga un ruolo centrale nella custodia delle informazioni ad esso correlate.
Intervenendo al seminario, il direttore dell’International Hydrographic Organization (IHO), già direttore dell’Istituto Idrografico della Marina contrammiraglio Luigi Sinapi, ha rimarcato come sia importante parlare d’idrografia specialmente in questo particolare periodo, sottolineando i quattro i termini che caratterizzano oggi il concetto del sistema idrografico in tutto il mondo: conoscenza, sostenibilità, innovazione e standardizzazione.
Il secondo seminario, dedicato alle attività di ricerca dell’Italia nell’Artico ed in particolare ai risultati della quinta campagna High North, ha visto la partecipazione del direttore dell’IIM, la coordinatrice scientifica Prof.ssa Roberta Ivaldi del corpo docenti IIM e il comandante della missione, capitano di fregata Maurizio Demarte.
Nell’ambito di High North 2021, il team scientifico guidato dalla Prof.sa Roberta Ivaldi e comprendente ricercatori e specialisti appartenenti all’IIM, al Centre for Maritime Research & Experimentation della NATO (CMRE) ed al Joint Research Centre (JRC) dell’Unione Europea (EU), ha effettuato la realizzazione del 3D-mapping per la caratterizzazione ambientale, ovverosia una mappatura tridimensionale multidisciplinare ottenuta con l’integrazione dei dati acquisiti da più strumenti e tecnologie innovative, di un totale di 8510 km2 del Molloy Hole, il settore più profondo dell’Oceano Artico.
La campagna High North, riconosciuta quale Action 35 nella cornice dell’UN Ocean Decade, è anche innovazione tecnologica e ricerca per un oceano sostenibile, con il programma ARNACOSKY (ARctic NAvigation with COsmo SKYmed), progetto di ricerca congiunto tra IIM e la società e-Geos/Telespazio, per lo sviluppo della navigazione al limite dei ghiacci, secondo la migliore rotta in sicurezza, monitorando le dinamiche ambientali. Ha fatto seguito la tavola rotonda dal titolo “L’Italia nell’Artico“, che ha visto la partecipazione dell’inviato speciale per l’Artico Carmine Robustelli e rappresentanti di E-Geos, CNR e Fincantieri.
NAVARM in agosto ha emesso una gara per la nuova Nave Idro Oceanografica Maggiore (NIOM) destinata a rimpiazzare nave Magnaghi, che avrà capacità d’operazioni in ghiacci ‘Ice class C’ ed in condizioni climatiche artiche non estreme, che le consentiranno di operare al Polo Sud dove l’Italia è quindi l’IIM ha la responsabilità di un portafoglio di tre carte nautiche nel Mare di Ross nelle acque prospicienti la stazione scientifica italiana Mario Zucchelli e continuare l’attività di ricerca in artico con High North.
Cyber sicurezza
Per la prima volta al Seafuture si è parlato di Cyber sicurezza 360 gradi in una mattina fitta d’interventi in cui l’onorevole Giorgio Mulè, sottosegretario di stato alla Difesa, aprendo i lavori ha sottolineato come l’Italia fosse “in una condizione di inferiorità tecnologica rispetto agli altri Paesi nella difesa dagli attacchi cyber ma abbiamo fatto molti passi in avanti importanti”.
Affrontare la vulnerabilità dei sistemi “significa avere la coscienza di formare fin dal principio la popolazione, formare culturalmente i giovani che si affacciano fin dalle scuole elementari al digitale. Per questo insisto su uno degli obiettivi che si è data l’Agenzia nazionale per la Cybersecurity: creare una cultura cyber nel Paese, grazie anche alla Cyber Defence Academy legata all’Agenzia (per la cybersicurezza nazionale) ha aggiunto il Sottosegretario.
Sul tema è intervenuto il generale Umberto Rapetto nell’ambito di una sessione iniziale ad ampio respiro, insieme a diversi rappresentanti di aziende ed universitari del settore, fra cui IPS, Telsy, Innovery, Sferanet ed Università La Sapienza, a cui è seguita una sessione dedicata alla Maritime Cyber Resilience e 5G communication, aperta dal contrammiraglio Massimo Scialpi, a capo del III Reparto, sistema di combattimento, NAVARM.
A quest’ultimo panel hanno preso parte rappresentanti dell’industria fra cui l’ing. Daniele Francesco Ali, che ha dato una visione d’insieme dell’apporto di Fincantieri al settore, l’ing Andrea Biggio di Leonardo che ha parlato di Cyber Range, il professor Guglielmo Morgari di Telsy (GruppoTIM) che ha trattato la crypto sicurezza legata ai sistemi automatizzati mentre e il professor Leonardo Querzoni dell’Università La Sapienza ha parlato di intelligenza artificiale e natural language processing.
Andrea Pompili, Chief Scientist Officer di CY4GATE ha tenuto uno speech dal titolo: “From zero to hero: a yellow brick road to innovation” in cui ha illustrato come nella cyber security la ricerca vera nasca dagli errori da cui emergono le migliori opportunità.
L’argomento delle comunicazioni 5G è stato affrontato dai prof. Luca Valcarenghi dell’università Sant’Anna (Pisa) e Agostino Monorchio dell’università di Pisa.
La cooperazione nei programmi internazionali
La tavola rotonda che ha visto protagonista l’agenzia OCCAR (per la cooperazione in Europa nel settore degli armamenti) ed il suo direttore, l’ammiraglio (in riserva) Matteo Bisceglia ha messo in evidenza l’importanza della cooperazione nei programmi per la Difesa in Europa e quanto la medesima agenzia possa contribuire a tale missione a fronte delle possibilità offerte dell’European Defence Industrial Development Programme (EDIDP) e dall’European Defence Fund (EDF). OCCAR gestisce contratti per un budget di 80 miliardi di euro che sono destinati a salire a 100 miliardi nel prossimo futuro.
L’agenzia gestisce ben sedici programmi che coprono cielo, terra, mare e spazio, a cui presto se ne aggiungeranno almeno quattro ma vi sono nuove opportunità a cui OCCAR punta in futuro. Grazie a due importanti accordi siglati nel corso dell’anno, l’agenzia ha ulteriormente ampliato l’attività per i programmi ESSOR ed European MALE RPAS.
In particolare, quest’ultimo vede la prossima assegnazione del contratto per la fase di sviluppo, produzione e supporto in servizio (MALE RPAS Stage 2) per il nuovo sistema senza pilota da media quota e lunga autonomia per Francia, Germania, Italia e Spagna, a cui s’aggiunge il programma per la versione Mk3 dell’elicottero da combattimento Tiger nonché quello per il supporto in servizio del siluro leggero MU-90 e del programma REACT (Responsive Electronic Attack for Cooperation Tasks).
Destinato allo sviluppo di una capacità d’attacco elettronico dall’aria (AEAC, Air Electronic Attack Capability) per condurre operazioni in contesti A2/AD (Anti-Access/Area Denial), quest’ultimo programma PESCO amplierà ulteriormente la gamma di settori tecnologici che vedono il coinvolgimento di OCCAR.
In particolare, la presentazione del direttore di OCCAR ma anche la successiva tavola rotonda che ha visto la partecipazione dell’ammiraglio ispettore capo Massimo Guma, direttore di NAVARM e rappresentanti industriali di Fincantieri nella persona di Giuseppe Giordo, responsabile della divisione navi militari, di MBDA e Leonardo rappresentati rispettivamente dall’ing. Lorenzo Mariani, managing director MBDA Italia ed executive group director sales & business development ed ing Marco De Fazio, managing director defence systems business unit, e della joint-venture Naviris (fra Naval Group e Fincantieri) in persona del CEO Claude Centofanti e del COO, Enrico Bonetti.
Questo panel ha messo in evidenza come l’agenzia offra una gestione dell’intera vita operativa del sistema oggetto del programma, attraverso una struttura flessibile, dai ridotti costi e procedure operative frutto di una consolidata esperienza coltivata nei due decenni – celebrati quest’anno – dalla creazione dell’agenzia, di condivisione dei costi gestionali e del personale e possibilità d’integrazione di altri paesi, come si è verificato nel caso dei programmi MMF ed LSS e, oltre agli stretti rapporti che la medesima ha sviluppato con la NATO e la Comunità Europea.
OCCAR si candida a gestire nuove opportunità come l’European Patrol Corvette (EPC), i programmi per i nuovi velivoli di sesta generazione (FCAS e Tempest) ed il nuovo carro (MGC), oltre alla futura piattaforma ad ala rotante (NGRC) ed altri programmi nel settore terrestre.
Seafuture a 360°
In aggiunta al settore della difesa e della sicurezza, che quest’anno ha visto per la prima volta la presenza anche delle forze di sicurezza nazionali, fra cui la Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Carabinieri, il salone è anche sviluppo della Blue Economy e del dialogo fra i Paesi del Mediterraneo.
Quest’anno il focus è stato sui fondi della Comunità Europea 2021-2027 ed i cluster marittimi, lo shipping e la logistica, con particolare accento sul green, la digitalizzazione della catena logistica e della sicurezza nei trasporti, nonché della information technology nel settore marittimo, nell’ambito di una giornata di conferenze organizzate da Circle Group.
A questi si sono aggiunti il Piano Nazionale della Ripresa e Resilenza (PNRR) e la cooperazione transalpina nel settore della ricerca ed industriale che ha registrato la firma di un protocollo d’intesa fra i distretti di riferimento della citta di La Spezia e Tolone, in primis il DLTM (Distretto Ligure delle Tecnologie Marine) guidato dal presidente Lorenzo Forcieri, e strutture di supporto all’innovazione Toulon Var Technologies (TVT Innovation e Pôle Mer Méditerranée) per favorire progetti comuni ed occasioni di partnership per le imprese e le istituzioni locali.
Infine il dialogo fra i Paesi del Mediterraneo che questa edizione ha registrato la conferenza organizzata dall’European Institute For Eurasian Dialogue Policies, Studies, Relations (EIEAD) sullo sviluppo sostenibile della Blue Economy in Libia con la partecipazione di un nutrito gruppo di esponenti istituzionali e di rappresentanza del commercio libici nonché momenti di confronti fra i vari operatori nel settore portuale e della logistica sui temi della ecosostenibilità e difesa del mare, organizzati principalmente da Circle Group.
CANTIERISTICA
Fincantieri
Gli importanti successi ottenuti da Fincantieri negli ultimi anni pongono il gruppo italiano fra i principali player mondiali del settore navale.
Nell’ambito del panel organizzato dall’AIAD, la Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, introdotto dal segretario generale, dott. Carlo Festucci, l’ing. Achille Fulfaro, senior vice president Sales e Commercial Director della divisione militare di Fincantieri, ha rimarcato come il successo del gruppo sia da ricercare in un approccio al mercato sempre più omnicomprensivo.
Ovverosia nella capacità di poter offrire al cliente un partenariato strategico, dall’analisi del profilo di missione alla fine della vita operativa delle unità navali fornite. Fincantieri si presenta oggi sul mercato come prime contractor in grado di offrire un pacchetto completo per ogni piattaforma di superficie e subacquea che non sia nucleare.
In aggiunta ad un rapporto consolidato e storico con la MM, e quale “leading partner” della US Navy e Coast Guard attraverso Fincantieri Marine Group, il gruppo ha ottenuto importanti successi a livello internazionale, più recentemente in Indonesia ed Egitto ma negli anni addietro anche con Qatar, UAE, Algeria, India e Turchia.
Come portafoglio prodotti e costruzioni in corso, Fincantieri è coinvolta quale main contractor per il rinnovamento della Flotta della Marina indonesiana con una commessa per sei nuove FREMM (di cui due in opzione) in configurazione ASW nonché due unità classe Maestrale ammodernate, oltre al relativo supporto logistico, addestrativo e d’infrastrutture di supporto locali, con la partecipazione del locale cantiere PT-PAL.
Dalle slide allegate alla presentazione, la consegna delle prime quattro fregate tipo FREMM è prevista fra il 2024 ed il 2026. Procede la realizzazione delle quattro corvette, due OPV ed un’unità anfibia tipo LPD per la Marina del Qatar.
La corvetta capoclasse “Al Zubarah” è stata consegnata lo scorso fine ottobre alla presenza del general Salem Hamad Al Nabit, Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate del Qatar, e dello Staff Major General (Sea) Abdullah Hassan Al-Sulaiti, Capo di Stato Maggiore delle Qatar Emiri Naval Forces, che hanno speso sorprendenti parole di apprezzamento per l’attività ed il contributo di Fincantieri, MM e Difesa e del ‘sistema paese’ allo sviluppo della Difesa del Paese del Golfo.
A questi s’aggiungono i primi due sottomarini nell’ambito del programma U212 NFS (Near Future Submarine) nonché le due nuove FREMM per la Marina Militare italiana ed i tronconi prodieri per le unità tipo LSS per la Marina francese. Senza dimenticare i Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) e l’LHD Trieste per la MM mentre negli USA, Fincantieri Marine Group è coinvolta nei programmi per le unità tipo LCS (Littoral Combat Ship) e le nuove fregate classe FFG 62 Constellation per la US Navy, a cui s’aggiungono le quattro MMSC per la Marina dell’Arabia Saudita.
Nell’interazione con il potenziale cliente, Fincantieri approccia ed analizza ancor prima della proposizione ed analisi dei prodotti, i requisiti tecnici-operativi del cliente, guardando allo scenario marittimo dal punto di vista strategico, allo stato tecnico-operativo della flotta del cliente per identificare eventuali gap capacitivi e proporre le soluzioni più adatte al profilo di missione, valutando anche il possibile coinvolgimento dell’industria locale.
Per soddisfare le esigenze del cliente, il gruppo italiano guarda anche al pacchetto prodotti legati alla sistemistica di Fincantieri NexTech che, come vedremo meglio, sta immettendo sul mercato nuove soluzioni all’avanguardia.
La costruzione e la fase del supporto in servizio introduce l’eventuale richiesta del transfer of technology (ToT) o trasferimento di know-how non soltanto per la realizzazione locale, ma anche per la gestione della flotta fino alla fine della vita operativa. Parallelamente al ToT, Fincantieri ha sviluppato attraverso i programmi internazionali, la capacità di supportare il cliente anche nello sviluppo delle infrastrutture portuali e non, come nel caso del Qatar e dell’Indonesia.
Il Gruppo italiano ha sviluppato un pacchetto flessibile per quanto riguarda l’addestramento degli equipaggi e del personale a terra con il supporto determinante, per quanto riguarda il training, della Marina Militare.
Nell’ambito del ToT, Fincantieri sempre grazie alle capacità maturate, si occupa anche della supply chain locale con possibilità di investimenti e cooperazione locale. E’ evidente infine che il conseguimento di un contratto si realizza ormai ed è imprescindibile da un pacchetto finanziario customizzato secondo le necessità del cliente, che vede il coinvolgimento delle banche italiane e di SACE.
Per raggiungere tali obiettivi e soddisfare le esigenze del cliente, Fincantieri ha creato un network di presenze internazionali di varia natura e complessità con filiali operative in India, Singapore, Australia, Qatar, Brasile, e presto in Egitto ed in Indonesia, a cui s’aggiungono una joint-venture, un cantiere facente parte di quest’ultima ed un ufficio di rappresentanza negli Emirati Arabi Uniti, senza dimenticare gli USA e la JV Naviris con la Francia.
Sebbene il rappresentante del gruppo non abbiamo toccato l’argomento, in recenti presentazioni a consessi internazionali, è emerso che in aggiunta al programma U212NFS per i nuovi battelli destinati alla Marina Militare, Fincantieri sta lavorando ad una propria famiglia di sottomarini di differenti dimensioni, dislocamento e capacità, destinati al mercato dell’esportazione.
Tale attività permetterà al gruppo italiano di espandere per la prima volta il proprio pacchetto di prodotti anche al settore delle piattaforme subacquee, un mercato in espansione a livello globale.
Per soddisfare le esigenze a tutto tondo dei potenziali o già acquisiti clienti, negli ultimi anni il gruppo guidato da Giuseppe Bono ha sviluppato il polo della sistemistica in ambito marittimo oggi conosciuto come Fincantieri NexTech, che per la prima volta si è presentato in Italia al salone di Seafuture, dopo aver fatto la sua prima apparizione a livello internazionale a febbraio nel corso del salone di IDEX 2021 negli Emirati Arabi Uniti.
Nell’ambito di tale polo, Fincantieri sta sviluppando prodotti allo stato dell’arte che sta già integrando nei pacchetti proposti ai potenziali clienti.
Parlando di questi ultimi e delle nuove tecnologie, Fulfaro ha menzionato il nuovo radar OMEGA 360 che faceva bella mostra sullo stand a Seafuture e si caratterizza principalmente per la lotta contro le minacce asimmetriche e prevalentemente oggi per l’impiego come radar antidrone per impieghi terrestri, costieri ed in prospettiva navali, in quest’ultimo caso anche per altri compiti, quale radar per la scoperta di superficie di unità navali, fra cui primario per le unità tipo Fast Patrol Boat.
La grande novità è rappresentata dai velivoli autonomi subacquei o UUV per impiegati che vanno dalle contromisure mine alla sorveglianza e ricognizione in supporto alle unità navali. Secondo le slide della presentazione dello stesso rappresentante,
Fincantieri sta sviluppando una famiglia di tali sistemi che comprenderà tre principali soluzioni: due piattaforme lunghe rispettivamente 2 e 3 metri impiegabili dai tubi lanciasiluri dei sommergibili ed una più grande che può essere riconfigurata come SDV (Swimmer Delivery Vehicle) o veicolo per operazioni occulte in supporto alle forze speciali con un equipaggio ed operatori fino a 6 elementi.
Fulfaro ha anche rimarcato come Fincantieri sia lavorando al concetto di piattaforma per droni di diverso tipo che ha ricevuto il nome di Sciamano. Si tratta di piattaforma con capacità di lancio, recupero e comando e controllo di sciami di droni di diverso tipo: aereo, di superficie e subacquei.
Un concetto di particolare interesse per tenere lontano il personale da minacce, operare a più largo raggio e con maggiore efficacia, riducendo costi e rischi.
Riprendendo il discorso del pacchetto offerto ai potenziali clienti, il rappresentante del gruppo ha evidenziato come nel settore del supporto in servizio, Fincantieri sia in grado non soltanto di offrire un pacchetto addestrativo completo che nel caso di quello basico/avanzato/operativo viene offerto in collaborazione con la Marina Militare a seguito di accordi G2G, ma ha sviluppato una completa gamma di simulatori ed equipaggiamenti dedicati come meglio vedremo oltre.
Naviris
Nel salone principale accanto a Fincantieri e Leonardo, era presente lo stand di Naviris, la joint-venture al 50% fra Naval Group e Fincantieri, che per la prima volta si esibiva ad un salone con un proprio spazio espositivo.
I rappresentanti di quest’ultima hanno partecipato alla tavola rotonda di OCCAR, presentando i tre filoni di sviluppo della partnership franco-italiana: i cinque progetti di ricerca e sviluppo, l’ammodernamento di mezza vita dei caccia tipo Orizzonte e la nuova European Patrol Corvette (EPC). Quest’ultima è stata al centro dell’attenzione in quanto rappresenta il programma navale che ha le maggiori possibilità di svilupparsi in ambito europeo, allargandosi oltre alle quattro nazioni finora partecipanti: Francia, Grecia, Italia, Spagna.
A queste si è già aggiunto il Portogallo quale osservatore e secondo quanto affermato dall’EDA (European Defence Agency) diverse altre nazioni sarebbero interessate a parteciparvi, anche se con programmi e tempistiche diverse.
L’avvicinarsi della scadenza del termine ultimo per la gare europee bandite dall’European Defence Fund (EDF), lo strumento finanziario per lo sviluppo della Difesa della Comunità Europea, era indice d’importanti sviluppi che si sono materializzati la settimana successiva al salone, quando l’Italia ed in particolare la Marina Militare, che guida il programma PESCO, insieme ai rappresentanti delle Marine delle altre nazioni, nonché quelle del consorzio industriale che comprende NAVIRIS (Fincantieri e Naval Group) e Navantia, insieme all’EDA, hanno avuto un prima riunione operativa in remoto.
Si è trattato del primo ingaggio industriale in merito al programma EPC, con condivisione dei requisiti di alto livello al di fuori dell’ambito governativo, in vista della scadenza del termine ultimo per le gare dell’EDF. NAVIRIS ha coordinato la creazione di un team industriale che vede Fincantieri, Naval Group e Navantia presentarsi come un’unica entità per avere accesso all’EDF e porre le basi di un programma di sviluppo di nuove tecnologie destinate ad essere applicate alla nuova famiglia di unità navali a livello europeo.
Mariotti
Un nuovo player nella cantieristica per il settore della difesa e sicurezza è rappresentato dai cantieri T. Mariotti che hanno esposto per la prima volta a Seafuture. Facente parte del gruppo GIN (Genova Industrie Navali) insieme ai cantieri San Giorgio del Porto, e specializzati nella progettazione, costruzione e refitting di navi passeggeri cruise, traghetti, yacht e da lavoro nel settore Oil&Gas, i cantieri Mariotti hanno annunciato lo scorso giugno di essere stati scelti da NAVARM per la realizzazione dell’unità per operazioni subacquee e di soccorso sommergibili SDO-SuRS (Special Diving Operations – Submarine Rescue System) destinata a rimpiazzare Nave Anteo in servizio con la Marina Militare.
La nuova unità sarà dotata di sistemi avanzati di immersione ed esplorazione subacquea pressoché unici nel panorama internazionale, svolgendo la funzione essenziale del soccorso sommergibili, coerente con l’ammodernamento in essere della flotta subacquea della Forza Armata, ma capace anche di assicurare un fondamentale supporto alla Difesa.
La SDO-SuRS, insieme ai nuovi sottomarini U212NFS, contribuirà in maniera significativa alla sorveglianza e controllo di infrastrutture critiche sottomarine, il tutto nel più ampio contesto di quella che oggigiorno viene definita Sicurezza Marittima, anche in ottica duale.
L’unità avrà anche il compito di supportare le missioni del COMSUBIN non soltanto assegnate al GOS (Gruppo Operativo Subacquei) ma anche al GOI (Gruppo Operativo Incursori) in quanto la SDO-SuRS come dice lo stesso acronimo, sarà equipaggiate quale piattaforma per operazioni avanzate delle Forze Speciali.
Secondo quanto risulta ad Analisi Difesa, il contratto per la fornitura della nave unitamente ad un simulatore iperbarico, che rappresenta un assetto tecnologicamente pregiato per l’addestramento, è stato firmato in luglio e dovrebbe diventare operativo a breve. Il taglio della prima lamiera è programmato entro la fine del 2022.
I cantieri T. Mariotti sono alla ricerca di nuove opportunità in questo settore, come la nuova unità Idro Oceanografica Maggiore (NIOM) e relativo supporto logistico, la cui gara è stata emessa da NAVARM lo scorso inizio agosto.
Cantiere Navale Vittoria
Il Cantiere Navale Vittoria esponeva i tre prodotti sui cui sta puntando per il mercato nazionale ed internazionale. Si tratta della famiglia di piattaforme da pattugliamento il cui più recente progetto è rappresentato dalla classe di unità da 38,6 m e 169t in servizio con la Guardia Costiera greca, con un sistema propulsivo incentrato su due motori MTU da 3120 kW e due idrogetti Rolls Royce Kamewa in grado di assicurare una velocità massima di 37.5 nodi. Con un equipaggio di 12+4 elementi, le unità vendute alla Guardia Costiera greca sono dotate di un sistema di combattimento dell’israeliana Elbit Systems a testimonianza della capacità del cantiere italiano di soddisfare le necessità del mercato.
L’altro prodotto di punta è rappresentato dalle unità Vittoria SAR CP 300 da 20 m, dislocamento da 32,5 t ed equipaggio di 5 persone con motori MTU ed idrogetti Rolls Royce che consentono di raggiungere i 35 nodi per compiti SAR in mare aperto e condizioni meteo sfavorevoli destinate alla Guardia Costiera italiana, i cui primi esemplari sono in consegna dal 2021. Il progetto di unità maggiore è invece costituito dall’OPV P71 da 75 metri e 1.800 tonnellate di dislocamento a pieno carico che il cantiere sta realizzando per le Forze Armate Maltesi.
Si tratta della più grande unità realizzata dal Cantiere Navale Vittoria, che grazie alle sue caratteristiche innovative sta ricevendo particolare interesse.
L’unità presenta un sistema propulsivo ibrido diesel/elettrico, ponte di volo poppiero per elicottero classe AW139 e sottostante zona dedicata ai carichi di missione containerizzati e imbarcazione veloce da 9,1 metri per controllo traffico commerciale in aggiunta ad un sistema integrato di plancia e comando e controllo di ultima generazione.
L’unità risulta in fase finale di allestimento è dovrebbe essere consegnata nel 2022. Il Cantiere Navale Vittoria ha recentemente varato, successivamente al salone, la prima unità OPV da 60,5 metri per la Guardia di Finanza. Si tratta di una versione più grande e caratterizzata da un sistema propulsivo ibrido diesel/elettrico dei pattugliatori della classe Monti già in servizio con il Corpo che consentirà di potenziare le capacità della componente navale con assetti ‘green’ caratterizzati da ridotte emissioni e consumi.
Fra le unità speciali di cui il cantiere di Adria ha una lunga tradizione, vi sono i progetti per le unità da sbarco per le Marine del Qatar e dell’Algeria destinate ad essere impiegate dalle unità anfibie tipo San Giusto migliorata progettate da Fincantieri e rispettivamente in fase di costruzione ed in servizio con le due Forze Navali. Mentre la fornitura delle unità per il Qatar avverrà direttamente dall’Italia, quelle per l’Algeria sono da costruirsi in loco su trasferimento di componenti e tecnologia da parte dello stesso cantiere. Il Cantiere Navale Vittoria ha anche realizzato le unità da sbarco per mezzi pesanti LC23 per la Marina Militare destinato alle operazioni dalla nuova LHD Trieste.
Intermarine
Con oltre 40 anni di esperienza nel settore delle unità contromisure mine, i cantieri Intermarine del gruppo IMMSI, non poteva non presentarsi con gli attuali prodotti di punta ma le grandi novità sono state sia la firma dell’accordo fra l’Agenzia Industrie Difesa ed il cantiere, che l’aggiornamento sugli sviluppi del programma per una nuova famiglia di MCMV per la Marina Militare, che è stato dato nel corso del panel di AIAD.
In particolare, gli specialisti di Intermarine hanno presentato il più recente rendering dell’MCMV d’altura con una lunghezza intorno agli 80 metri che rappresenterà un salto generazionale per il quale non sussistono solidi riferimenti progettuali nel panorama nazionale e mondiale, non solo in termini dimensionali ma anche prestazionali, con l’adozione di nuove soluzioni propulsive e di un ampio ventaglio di veicoli e mezzi autonomi.
Secondo quanto dichiarato, Intermarine sta testando insieme alla Marina Militare nuovi materiali che soddisfino il requisito d’intervento anche all’interno di un campo minato perché secondo la Forza Armata e la stessa società non sempre è dato conoscere i confini del medesimo e secondo anche le risultanze tecnologiche, l’attuale generazione di mezzi autonomi non può portare a termine in modo completamente autonomo la missione di contromisure mine.
Nel febbraio di quest’anno, Intermarine ha annunciato di aver ricevuto un contratto per uno studio di riduzione del rischio e definizione del progetto di Cacciamine di Nuova Generazione (CNG).
Secondo il rendering, le sovrastrutture risultano più sviluppate verso poppa per accogliere i mezzi manned e unmanned di superficie in grado di operare gli umanned subacquei e trainare i sistemi sonar a scansione laterale.
Sebbene Intermarine non abbiamo mai fornito informazioni per clausole di riservatezza contrattuale, il ministero della Difesa algerino ha dato notizia della consegna dei primi due MCMV della classe El-Kasseh, acquisiti attraverso un contratto assegnato ad Orizzonte Sistemi Navali. In aggiunta alle capacità contromisure mine, queste unità sono equipaggiate anche per svolgere compiti di sorveglianza marittima grazie a due cannoni Leonardo OTO Marlin da 30 mm e relativi sistemi di controllo tiro.
Più recente operatore internazionale della nota famiglia di MCMV di Intermarine, la seconda unità della classe era ormeggiata nello specchio prospiciente il sito dove si è tenuta la mostra, unitamente all’unità veloce per supporto alle truppe speciali o UNPAV Angelo Cabrini della MM, sempre realizzata dal cantiere spezzino. Sebbene nessuna informazione sia stata divulgata al riguardo, nel medesimo bacino antistante la mostra era ormeggiato anche lo scafo di un’unità che Analisi Difesa ha identificato come il cacciamine che Intermarine ha costruito per Taiwan ma il cui programma è stato cancellato successivamente alla realizzazione della piattaforma.
Non è noto se vi siamo eventuali operatori interessati a quest’ultima. Successivamente al salone, è stata recentemente consegnata alla Guardia Costiera la seconda delle motovedette classe “Angeli del Mare”, che rappresentano le più lunghe unità auto-raddrizzanti e inaffondabili mai costruite in Italia e tra le più grandi al mondo nel comparto SAR (Search and Rescue).
Effebi
Il cantiere presentava la sua gamma di imbarcazioni per compiti di sorveglianza e soccorso il cui ultimo nato è rappresentato dal primo pattugliatore da 44 m varato per la Guardia di Finanza lo scorso gennaio.
Si tratta di un Coastal Patrol Vessel con una lunghezza e larghezza rispettivamente di 44 ed 8,6 metri, che potrà raggiungere una velocità di 45 nodi grazie ad un sistema propulsione con idrogetti e quattro motori MTU 16V2000M96L da 1939kW ed un’autonomia di 700 miglia alla massima velocità, per effettuare attività di pattugliamento nel bacino del Mar Mediterraneo.
Con un equipaggio di 23 elementi e la capacità di accogliere a bordo fino a 150 persone durante le operazioni, l’unità ha una postazione poppiera di lancio e recupero per un’imbarcazione veloce di servizio ed intervento, che rappresenta una novità per il Corpo, a cui s’aggiungono equipaggiamenti per le operazioni antincendio.
Tale varo segue di pochi mesi la consegna di un’imbarcazione ibrida di 8 metri sempre per la Guardia di Finanza destinata all’impiego nella Laguna Veneta, a cui s’aggiunge la consegna lo scorso dicembre di una nuova imbarcazione da soccorso e antincendio da 24 metri per la Polizia Marittima del Principato di Monaco.
Ferretti Security and Defense
Al Seafuture 2021, Ferretti Security and Defense (FSD) ha esposto la versione ibrida del suo pattugliatore FDS 800, in servizio con i Carabinieri, insieme ad altre soluzioni di piattaforma ad alta velocità. Nel giugno 2019, FSD ha ricevuto un contratto per la consegna di 16 motovedette tipo N800 che andranno a sostituire quelle della Classe 800 attualmente in servizio.
Costruite secondo le regole RiNaMil Fast Patrol Vessel, con annotazione Polizia Militare, le nuove motovedette sono costruite con uno scafo in materiale composito (fibra di vetro-carbonio) e possono operare con Mare Forza 4.
Con un dislocamento a pieno carico di 25,5 tonnellate, una lunghezza ed una larghezza rispettivamente di 16,75 e 4,43 metri ed un pescaggio di 1,57 metri, la versione a propulsione ibrida dell’N800 è spinta da due motori diesel MAN i6 da 800 cv ciascuno dotati di riduttori V-drive, che muovono due alberi da 65 mm di diametro e due gruppi eliche a passo fisso con cinque pale da 965 mm di diametro, che consentono di raggiungere una velocità massima di oltre 30 nodi a pieno carico e un’autonomia di oltre 300 nm a 22 nodi di velocità di crociera.
Oltre all’equipaggio di 3+3, l’N800 può ospitare fino a 12 persone ed è dotata di un gommone da 3,8 metri con un motore fuoribordo a due tempi da 9,9 cv, che ospita nel vano motori un motore.
Per svolgere le operazioni di polizia nelle aree marine protette con il minimo impatto, un numero non specificato di motovedette N800 è in fase di progressiva immissione in servizio nella nuova versione ibrida con sistema propulsivo elettrico Transfluid che permette una navigazione a “zero emissioni”.
Il sistema presentato durante la fiera è composto da due motori elettrici trifase a magneti permanenti da 75 kW ciascuno, montati tra i motori diesel e le linee d’asse, e due pacchi batterie di ultima generazione con batterie a celle litio-ferro-fosfato, ciascuno da 288V 100Ah, tutte gestite da un sistema di monitoraggio integrato.
Oltre alla modifica del lay-out della linea di propulsione, l’inserimento dei motori da 75 kW ha portato ad una completa riprogettazione degli impianti elettrici e di raffreddamento ed una rivisitazione della console del pilota con nuovi display e comandi integrati.
Baglietto Navy
La divisione militare di Baglietto Navy era presente con l’imbarcazione FFC15, il prototipo in alluminio di imbarcazione veloce multiruolo varato dal cantiere nel 2016, da cui è scaturito il progetto per le due ‘Combat Boat’ per la Marina Militare destinate a dotazione dell’unità d’assalto anfibio tipo LHD Trieste.
Queste ultime sono realizzate in materiali compositi e caratterizzate da un sistema propulsivo composto da due motori da 800 HP e trasmissioni con eliche di superficie, per una velocità massima di 40 nodi e una velocità di crociera di 35 nodi.
A prora, un portello apribile in due sezioni permette lo spiaggiamento, lo sbarco del personale e operazioni di recupero in mare. La cabina di guida può ospitare fino a 3 membri di equipaggio, mentre la disposizione degli interni viene ottimizzata in funzione del tipo di missione. Grazie all’utilizzo di sedili ammortizzati estraibili, la cabina passeggeri può ospitare fino a 25 operatori la cui struttura interna è opportunamente sagomata per consentire l’installazione di pannelli blindati nel compartimento truppe e in plancia comando.
Per quanto riguarda il sistema d’armamento, sulla tuga è possibile installare varie tipologie di armi leggere, tipicamente torrette a controllo remoto di calibro massimo pari a 12,7 mm. Le due unità risultano in costruzione ed in consegna per la seconda metà del 2022.
CABI Cattaneo e Suex
La società C.A.B.I. Cattaneo, specializzata in veicoli ed equipaggiamenti subacquei per le Forze Speciali, in particolare il COMSUBIN della MM di cui è unica fornitrice di mezzi insidiosi fin dalla Seconda Guerra Mondiale, presentava nel proprio stand il modello di veicolo di nuova generazione per il trasporto di operatori speciali (SDV – Swimmer Delivery Vehicle) Deep Shadow, destinato all’esportazione, nonché il sistema di trasporto o shelter Deep Guardian per materiali da installare esternamente su diverse classi di sottomarini, mentre in acqua era presente il battello veloce a chiglia rigida “Hi.Pe.R.” (High Performance RHIB) da 11 metri, upgrade del precedente CABAT.
Destinato all’esportazione ma di cui non state divulgate informazioni su eventuali clienti e caratterizzato da una flessibilità intrinseca, grazie all’impiego di sistemi e carichi modulari per soddisfare un’ampia gamma di missioni, il nuovo SDV presenta una lunghezza totale di 9 metri, una larghezza e altezza rispettivamente di 1,45 e 1,80 metri.
E’ stato concepito per essere condotto da 2 piloti, potendo trasportare 4 operatori completamente equipaggiati, in aggiunta alla possibilità di accogliere carichi aggiuntivi in due pods esterni installabili, all’occorrenza, sulle due fiancate del mezzo.
Ad un occhio attento ed allenato, non sarebbe sfuggito accanto al modello dello shelter Deep Guardian, la presenza in scala del trascinatore subacqueo della famiglia Nero prodotto dalla ditta Suex che esponeva anch’essa al salone, proprio accanto a CABI Cattaneo, il sistema Nero 1 (nella foto sotto) della medesima famiglia.
Secondo quanto risulta ad Analisi Difesa le due società starebbero lavorando ad un’integrazione più spinta del trascinatore con lo shelter Deep Guardian al fine di facilitare l’impiego integrato a vantaggio degli operatori delle Forze Speciali nel panorama internazionale.
Nell’ambito del piano di ammodernamento delle Forze Speciali della Marina Militare, secondo documenti ufficiali, NAVARM sta acquistando tre sistemi Nero 2 BluePrint Elite (più opzione per altri tre) identificati come trascinatori in configurazione modulare con sistema integrato di navigazione che consenta l’utilizzo integrato delle unità propulsive o la suddivisione in due distinte unità, indipendenti sia per quanto riguarda l’alimentazione sia per quanto riguarda i sistemi di navigazione di precisione.
Nello specchio d’acqua adiacente il sito del salone, si è potuto intravedere il dimostratore tecnologico del nuovo RHIB Hi.Pe.R. di CABI Cattaneo, sul quale la società milanese ha validato una serie di migliorie come un nuovo sistema propulsivo e diversa trasmissione a vantaggio degli attuali operatori, in primis il COMSUBIN, che utilizza il CABAT anche da bordo delle unità FREMM classe Bergamini, sia nella versione GP dalla stazione di lancio e recupero poppiera che da quella laterale sinistra (versione ASW della classe).
Zodiac Milpro e Novamarine
Il gruppo francese Zodiac Milpro, leader nel settore dei gommoni e RIB per compiti speciali e da lavoro, presentava la propria gamma di prodotti, fra cui i RIB high-end della famiglia Hurricane in servizio a livello mondiale comprese le Forze Armate e di sicurezza italiane, mentre il costruttore italiano Novamarine, da oltre 30 anni sul mercato e fra i primi costruttori di RIB al mondo, mostrava la propria linea di battelli Security and Defence per il settore militare, paramilitare e governativo.
ARMAMENMTO ED ELETTRONICA
Leonardo
“Per noi tutto quello che è connesso al navale, prendendo in considerazione le nostre competenze chiave, quindi i temi legati alla sicurezza, dove si integrano anche i sistemi di arma, è assolutamente fondamentale” ha affermato l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, parlando al salone delle capacità del gruppo, aggiungendo che “la trasformazione che Leonardo che sta portando avanti grazie allo sviluppo di nuove tecnologie quali intelligenza artificiale, elaborazione dei dati e conservazione e gestione dei dati va incontro all’evoluzione delle operazioni in un contesto multi-dominio come quello marittimo”.
Questi sviluppi, come l’ampia gamma di capacità nel settore navale di superficie e della subacquea sono stati affrontati dalla presentazione sulle ‘Naval Multi Domain Command and Control Capabilities’ del dott. Marco Buratti, senior vice president International Marketing & Strategic Campaigns, nell’ambito del panel AIAD.
Parlando dei prodotti esposti al salone e sulle navi della Marina Militare, Leonardo è l’unico gruppo della difesa e sicurezza al mondo ad offrire nel settore navale un completo pacchetto di sistemi d’arma di medio-grande calibro con munizionamento guidato sia per contrastare minacce missilistiche ed asimmetriche che assicurare un supporto di fuoco di precisione a lunga gittata.
Il cannone di medio calibro OTO 76/62 mm viene offerto sia nella versione standard Super Rapido in servizio o in acquisizione da parte di oltre 40 clienti nel mondo, sia nella versione alleggerita Sovraponte o ‘Single Deck’ finora acquisito ed in fase di messa in servizio con la Marina Militare.
In aggiunta a quest’ultima ed alla Marina colombiana, il munizionamento DART con sistema di guida Strales o alternativamente con direzioni del tiro compatibili come il sistema Leonardo con radar doppia banda/EO NA-30S Mk2 ed il sistema Thales Nederland Pharos, secondo quanto confermato ad AD, ha due nuovi clienti mentre altri l’hanno selezionato o mostrato un forte interesse.
Si tratta di due clienti mediorientali, è sebbene ulteriori dettagli non siano stati svelati, il sistema Super Rapido in configurazione Strales è imbarcato sulle FREMM per la Marina egiziana.
Nel corso del salone, Leonardo ha inoltre annunciato che fornirà supporto logistico e servizi di manutenzione per i sistemi d’arma OTO 76/62 SR in dotazione ed in acquisizione per le unità della Marina francese, grazie ad un accordo quadro che prevede anche attività tecniche di revisione generale, collaudo ed allineamento configurazione da effettuarsi presso l’Arsenale di La Spezia ed il CSSN.
Leonardo offre anche il cannone da 127/64 LightWeight (LW) Vulcano con un magazzino munizioni completamente automatizzato, che secondo il gruppo è l’unico sul mercato del medesimo calibro certificato per l’impiego del munizionamento Vulcano, quest’ultimo gestito dal sistema di comando e controllo della nave come sulle FREMM e nell’imminente futuro sui PPA italiani.
In aggiunta alle Marine italiana e tedesca, il sistema è stato acquistato dall’Algeria, Canada, Olanda, Spagna ed Egitto mentre il munizionamento a lunga portata Vulcano è attualmente in fase di approvvigionamento da parte della MM italiana e pianificato per quella tedesca.
Esiste un forte interesse da parte degli altri operatori e nuovi clienti, così come per la versione da 76 mm in fase di sviluppo per la Marina Militare.
Il gruppo presentava anche le novità nei sistemi d’arma con calibri minori, ed in particolare sul mezzo unmanned SWAD (nella foto sotto) esposto in acqua al salone era montata la nuova torretta a controllo remoto Lionfish Ultralight 12.7 mm, a cui s’aggiungono i modelli Lionfish Inner Loading, TOP e Lionfish 20 con cannone Oerlikon da 20 mm.
In occasione del salone di Seafuture, parlando degli investimenti in termini di ricerca, sviluppo ed innovazione di Leonardo, che nel 2020 sono stati complessivamente pari a circa il 12% dei sui ricavi, corrispondenti a circa 1,6 miliardi di euro, l’amministratore delegato del gruppo ha annunciato che la Difesa italiana ha manifestato il suo interesse ed il relativo programma di ricerca e sviluppo denominato NAUSYCAA (Naval AUtonomous SYstem Control ApplicAtion) di cui Leonardo è capofila, inserito nell’ambito del PRNM, in vista dell’assegnazione.
Il programma riguarda lo sviluppo di un innovativo veicolo autonomo di superficie o USV (Unmanned Surface Vehicle) di piccole dimensioni, il cui progetto vede coinvolta la cantieristica di La Spezia per lo sviluppo di “una piattaforma dalle caratteristiche uniche, che farà un elevato utilizzo di soluzioni di intelligenza artificiale, sia a scopo di navigazione che per le missioni di sorveglianza della Marina Militare, per cui è stato pensato”.
Destinato ad un investimento da parte dell’Amministrazione Difesa pari a circa il 15% dei fondi annuali del Piano Nazionale della Ricerca Militare (PRNM) e della medesima entità da parte del gruppo Leonardo, il programma prevede la progettazione, sviluppo e realizzazione nonché prove dimostrative delle capacità per un USV della lunghezza di meno di 10 metri, realizzato in materiali innovativi ma estremamente leggeri e resistenti da un cantiere non identificato dello spezzino.
Il mezzo è dotato di un sistema propulsivo ibrido in fase di studio, capace di operare in modo autonomo e quindi caratterizzato da una forte applicazione delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale, che deve integrarsi con il sistema di comando e controllo o CMS (command management system) di nuova generazione della famiglia ATHENA sviluppata da Leonardo per le esigenze della Marina Militare (SADOC 4) e dell’export.
Secondo quanto appreso, l’USV disporrà di una dotazione per la navigazione e l’anticollisione con componentistica sviluppata da GEM Elettronica, di cui Leonardo ha acquisito lo scorso aprile il 30% del capitale e rappresenta il primo importante esempio di sinergie industriali, e di un sistema C2 ed interconnessione con altre piattaforme pilotate e non, come il sistema senza pilota a decollo ed atterraggio verticale Leonardo AWHero, che è stato il protagonista in occasione delle dimostrazioni operative nell’ambito del programma OCEAN 2020.
L’USV sarà equipaggiato con sensoristica sia passiva che attiva, facendo un significativo impiego di tecnologie legate all’intelligenza artificiale, come nel caso dei sistemi elettro-ottici che vedranno le applicazioni di analisi, riconoscimento e discernimento di potenziali minacce, in fase di sviluppo da parte di GEM Elettronica nell’ambito del progetto di ricerca e sviluppo COVIDE (Computer Vision applicata a scenari difesa) con la Direzione Armamenti Terrestri.
La piattaforma USV avrà inoltre caratteristiche e capacità specifiche per le operazioni autonome in condizioni meteomarine difficili nonché di riduzione della segnatura visiva, radar e termica, che potrebbe anche comprendere la capacità d’immersione per limitati periodi sotto la superficie marina.
Nel settore della subacquea, il gruppo Leonardo ha ulteriormente evoluto la sua famiglia di siluri leggeri A244/S introducendone una nuova versione che ha già ottenuto il suo primo cliente internazionale, senza identificazione come operatore nuovo o attuale.
Sfruttando tecnologie avanzate nella propulsione e nei comandi di piattaforma derivate dall’esperienza maturata con il suo portafoglio prodotti di siluri leggeri e pesanti, Leonardo ha sviluppato la nuova versione A244/S Mod 4 offerta come siluro nuovo di produzione o pacchetto d’ammodernamento per le munizioni in servizio.
Oltre agli aggiornamenti software già incorporati nella versione Mod 3, in servizio con più di 16 marine in tutto il mondo, sulla base degli scenari operativi più recenti che richiedono armi più manovriere e veloci, secondo quanto risulta ad AD, la versione Mod 4 è in grado di raggiungere una velocità massima stimata di oltre 40 nodi alla massima profondità operativa, anche se il gruppo italiano non conferma né commenta. Le capacità di manovra del LWT sono migliorate attraverso l’introduzione di quattro timoni indipendenti (la stessa configurazione scelta per il MU-90 LWT) invece che gli attuali mobili in coppia (2+2).
Sempre per la lotta antisom, Leonardo ha ottenuto un altro importante successo, acquisendo il primo cliente per il proprio processore acustico di boe acustiche ULISSES (nella foto sotto). Non sono state rilasciate ulteriori informazioni sull’operatore e sull’applicazione aeronautica, ad ala fissa o rotante, ma la notizia rafforza ulteriormente la posizione del gruppo nel settore ASW sul mercato internazionale.
Grazie alle ridotte dimensioni e pesi del sistema – una scatola di 179,4 x 169 x 306,5 mm e 4,5 kg di peso – ULISSES è destinato ad essere utilizzato da un’ampia gamma di piattaforme aeree e di superficie, in particolare quelle senza pilota.
Il processatore acustico ULISSES esegue l’elaborazione multistatica passiva e attiva di un massimo di 64 boe acustiche in parallelo, l’elaborazione, localizzazione e classificazione dei bersagli attraverso il tracciamento avanzato e algoritmi proprietari, il tracciamento automatico nonché controllo remoto delle boe, elaborazione video e audio di qualità Full HD per due console operatore che forniscono un’interfaccia uomo-macchina immediata e intuitiva, riducendone il carico di lavoro. Un registratore dati integrato nel sistema consente l’analisi dei dati post missione e la classificazione delle minacce subacquee.
Quale fornitore di ‘sistemi di sistemi’ ed in particolare di comando e controllo (C2), sullo stand di Leonardo era esposto il dimostratore tecnologico della versione di nuova generazione del sistema ATOS (Airborne Tactical Observation and Surveillance).
Sistema di missione avanzato, flessibile e ‘open architecture’ che integra un’ampia gamma di sensori e sottosistemi per fornire una piena ‘situational awareness’ e supportare una tempestiva capacità decisionale per la sorveglianza di vaste aree marittime e terrestri, l’ATOS è stato finora venduto ad oltre dieci operatori e installato su oltre 10 tipi diversi di piattaforme ad ala fissa e rotante.
La versione di nuova generazione del sistema si caratterizza per un’interfaccia uomo-macchina di tipo touch indipendente dall’hardware e può essere installato non soltanto su consolle multifunzionali ma anche su computer portatili e tablet tattici. La nuova versione sfrutta le più avanzate tecnologie nel settore, compresa quella del machine learning, intelligenza artificiale e realtà aumentata.
La configurazione presente sullo stand dell’azienda era incentrata su una postazione multifunzionale di nuovo sviluppo con due schermi a colori touchscreen da 27 pollici sovrapposti, la cui particolarità è la possibilità di ripiegamento dello schermo superiore per funzionare come tavolo tattico.
Nel corso del panel sulla maritime cyber security, Andrea Biggio, Business Development Industry Consultant della Divisione Cyber Security di Leonardo, ha presentato la piattaforma Cyber Range. Quest’ultimo è un sistema che permette di trasporre nel mondo virtuale un’infrastruttura reale, come una nave militare o una piattaforma di trivellazione, al fine di addestrare gli operatori dediti alla protezione Cyber in un ambiente immersivo, contro attacchi reali, senza rischi per l’infrastruttura in funzione.
Questa modalità di training, opportunamente federata con un simulatore navale, permetterà di addestrare anche equipaggi a distinguere e a reagire alle minacce Cyber che si potrebbero manifestare a bordo. Il Cyber Range può essere inoltre utilizzato come piattaforma di test per valutare la postura di Cyber-Sicurezza di una nave, individuarne le vulnerabilità e permetterne così la successiva risoluzione.
Fincantieri NexTech
Come anticipato, il gruppo guidato da Giuseppe Bono ha presentato per la prima volta in Italia al salone di Seafuture la società Fincantieri NexTech dopo che la medesima aveva avuto il battesimo a livello internazionale in occasione del salone di IDEX negli Emirati Arabi Uniti, lo scorso febbraio.
Fincantieri NexTech si presenta come l’aggregatore capace di offrire prodotti e servizi edge nel campo dell’elettronica, della sistemistica avanzata, del supporto logistico integrato, delle information technologies e della cybersecurity. In particolare, racchiudendo in un unico contenitore le competenze e capacità delle società che fanno parte della galassia di Fincantieri NexTech, ed in particolare Seastema, Isselnord, Cetena, e-phors, SLS, a cui si è aggiunta recentemente IDS (Ingegneria Dei Sistemi).
La controllata di Fincantieri possiede competenze uniche e distintive nell’ambito dei sistemi elettronici ed elettro-ottici, dei sistemi di automazione, delle soluzioni ICT, della sicurezza fisica e logica, dell’ingegneria digitale, di supporto integrato al prodotto e simulazione, nonché delle tecnologie a supporto del monitoraggio e della protezione delle grandi reti infrastrutturali.
Nel campo navale, in occasione di Seafuture, presentava non soltanto la simulazione e l’automazione per la conduzione nave -, ma anche il comando e controllo, l’optronica ed il radar Omega 360 (nella foto sopra) .
Nel settore della simulazione, Fincantieri NexTech ha portato la famiglia di simulatori Manta per il training degli operatori di bordo, che utilizzano la realtà virtuale per migliorare l’efficacia della formazione.
Si tratta di sistemi incentrati sul sistema commerciale di plancia di classe ‘B’ con cinque monitor e copertura di 270 gradi in grado d’integrare e simulare apparati di plancia come radar, ECDIS, conning display e governo nave in aggiunta ad un simulatore funzionale o generico del cannone da 76/62 mm, in pratica ogni sistema che non sia classificato, a cui s’aggiunge il caschetto per la realtà virtuale grazie a cui l’operatore s’immerge realmente in plancia e nello scenario operativo in cui deve operare.
Era inoltre esposto il dimostratore di plancia integrata di nuova generazione, derivato del prodotto Cockpit Navale sviluppato per la Marina Militare ed installato sui Pattugliatori Polivalenti d’Altura classe Thaon di Revel, che propone in un unico hardware fisico l’integrazione software sia della componente di automazione di piattaforma che quella di gestione del sistema di combattimento.
A questi s’aggiungeva il sistema per il training e la familiarizzazione con la nave Shipview, che permette una immersione virtuale nei diversi locali della nave.
Per la prima volta era esposta la nuova antenna satellitare in banda X/Ka, in grado di passare automaticamente (senza intervento manuale) e quindi lavorare simultaneamente nelle due bande. Accanto ai sistemi elettro-ottici, era presente l’innovativo radar Omega 360 in banda ‘X’, realizzato per l’ambito navale e terrestre, le cui caratteristiche hanno messo in evidenza le spiccate capacità contro i mini-droni, che hanno attirato l’interesse di più operatori internazionali.
Nell’ambito del panel riguardante la Maritime Cybersecurity, l’ing. Daniele Francesco Alì, vice president cybersecurity Fincantieri e CEO di E-Phors, a fronte delle necessità di proteggere le piattaforme navali da attacchi cyber sia nel settore civile che militare ha presentato gli ultimi sviluppi in questo settore, rimarcando il fatto che Fincantieri ha sviluppato una metodologia denominata Secure Ship Development Lifecyle (SSDL) atta a realizzare una piattaforma navale più cyber resiliente, secondo le specifiche del cliente e le minacce presenti e future.
Sebbene non specificato, nel corso del salone è emerso che le prime piattaforme su cui si è affrontato il tema della cybersecurity fin dalla progettazione sono i PPA e i nuovi battelli U212NFS.
Sempre della galassia Fincantieri, era presente anche Isotta Fraschini che mostrava il nuovo diesel generatore che è stato installato a partire dalla quarta unità tipo PPA in fase di allestimento finale preparatorio al varo. Isotta Fraschini fornisce anche i diesel generatori per le FREMM e negli USA per le unità tipo LCS classe Freedom ed Expeditionary Fast Transport (T-EPF) classe Spearhead.
MBDA
Con una cerimonia tenutasi il primo giorno del salone alla presenza del Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, unitamente al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone (oggi CSM della Difesa) ed all’ing. Lorenzo Mariani, direttore esecutivo, Vendite e Business Development del Gruppo ed amministratore delegato di MBDA Italia, presso lo stand del gruppo paneuropeo è stato presentato il modello 1:1 del nuovo missile antinave Teseo Mk2/E.
Per soddisfare i requisiti della Marina Militare, come ha evidenziato l’ing Marco Gelli, Chief Engineer Teseo Mk2/E & New business anti-ship Italia, MBDA Italia ha concepito un nuovo sistema d’arma antinave a lungo raggio con capacità d’attacco contro obiettivi terrestri, caratterizzato da una cellula e superficie di controllo con disegno atto a ridurne la segnatura radar, sistema propulsivo con booster coassiale (anziché ai lati della cellula) che secondo quanto riportato da MBDA, è in grado di assicurare una portata di oltre 350 km a quota ‘sea skimming’.
Il nuovo missile è dotato di un avanzato sistema di guida autonomo con INS/GPS/radar altimetro e doppio seeker (radio-frequenza ed elettro-ottico) per la guida terminale, nonché una testata scalabile di nuova concezione per ridurre gli eventuali danni collaterali, che sfrutta un avanzato sistema di pianificazione della missione, con un completo controllo ed aggiornamento in volo del sistema grazie ad un sistema data link a due vie.
Il sistema di guida comprende un nuovo seeker in radio-frequenza (RF) o radar ed un sistema laser semi-attivo che consente di ottenere una precisione chirurgica grazie alla designazione del bersaglio da terra o piattaforme aeree. In parallelo ad un seeker RF allo stato dell’arte, MBDA e Leonardo hanno portato avanti uno studio per verificare la fattibilità dell’integrazione di un seeker di nuova generazione con antenna AESA (Active Electronically Scanned Antenna) e nuovo back-end, i cui risultati secondo quanto è a conoscenza di AD, avrebbero dato esito positivo in attesa di disporre di tutti i fondi per procedere all’assegnazione del programma di sviluppo, test e qualifica del sistema, in parallelo allo sviluppo del nuovo missile.
A quest’ultimo riguardo, MBDA ha ricevuto un contratto alla fine di novembre 2020, che secondo quanto risulta dalla documentazione presentata al Parlamento, comprende la progettazione, lo sviluppo, il collaudo, la qualificazione e l’industrializzazione del nuovo sistema d’arma come parte della prima fase del programma.
Al pari delle altre versioni della famiglia di missili antinave Otomat/Teseo, il nuovo missile è in fase di sviluppo, e in futuro sarà prodotto, da MBDA Italia presso il suo centro di eccellenza dei sistemi d’arma navali a La Spezia, che in passato ha dato vita e supporto alle famiglie di missili Otomat, Marte Mk2 e più recentemente Marte ER.
Le altre due sedi di MBDA Italia, Roma e Fusaro, sono coinvolte nello sviluppo del sistema di guida e dell’elettronica. Sullo stand del medesimo gruppo erano in oltre presenti anche i modelli del sistema Marte ER, CAMM ER e Aster 30 Block 1NT. Il primo è in avanzata fase di sviluppo e qualifica e sebbene MBDA non abbia divulgato informazioni al riguardo, il Marte ER nella versione per l’impiego da batterie costiere mobili dovrebbe essere consegnato nel 2022 al primo customer, identificato da AD nel ministero della Difesa del Qatar.
Quest’ultimo ha scelto il sistema d’arma anche nella versione per l’impiego da elicottero ed in particolare dalle piattaforme NHIndustries NH90 nella versione navale in fase di assemblaggio finale ed equipaggiamento da parte di Leonardo in Italia. Quest’ultima versione del sistema d’arma è stata proposta, fra l’altro, alla Marina tedesca che ha mostrato interesse per equipaggiare le proprie piattaforme NH90 in fase di approvvigionamento.
Accanto ai sistemi superficie-superficie ed aria-superficie, MBDA presentava il sistema CAMM ER che nella versione per impieghi navali ha già ottenuto un cliente di lancio non divulgato dal gruppo paneuropeo.
Elettronica
Nell’anno in cui Elettronica festeggia il 70° anniversario della sua costituzione, il gruppo ha incassato due importanti successi a livello nazionale, che stanno avendo importanti ripercussioni sul posizionamento dell’azienda a livello internazionale nel settore navale.
Lo scorso aprile, Elettronica ha firmato con Fincantieri il contratto per la fornitura della suite di nuova generazione per la sorveglianza elettronica (EWS, Electronic Warfare Suite) destinata ai nuovi sottomarini U212 NFS (Near Future Submarine) per la Marina Militare.
Grazie agli sfidanti requisiti della Marina Militare nonché i significativi investimenti nella ricerca e sviluppo nel settore della sistemistica subacquea, dove il gruppo aveva già ottenuto negli anni scorsi un contratto per la fornitura di un EWS per piattaforme subacquee di un’importante Marina del Sud-Est Asiatico, Elettronica rientra a pieno titolo nel settore con una suite all’avanguardia su una piattaforma nazionale a distanza di un quarantennio dall’entrata in servizio del primo sommergibile della classe Sauro equipaggiato con sistemi del gruppo italiano.
Nel frattempo, continua l’attività preparatoria per l’immissione in servizio del primo PPA classe Thaon di Revel, la cui suite EWS rappresenta uno dei prodotti più avanzati e completi a livello mondiale nel settore delle unità di superficie con sistemi RESM/CESM/RECM ed avanzate capacità d’integrazione con la suite radar AESA di Leonardo e con altre piattaforme navali ed aeree.
Le tecnologie sviluppate nell’ambito dell’ultima Legge Navale ed applicate nel campo EW alle unità di nuova generazione della Marina Militare hanno già trovato applicazione nel settore export su tutte le unità fornite da Fincantieri nell’ambito del piano di rinnovamento e potenziamento della Flotta delle Forze Navali del Qatar, in aggiunta ad almeno un altro cliente internazionale non meglio identificato. Come evidenziato nel corso della presentazione dei nuovi battelli del programma U212NFS, la suite di Elettronica rappresenta la risposta tecnologicamente più avanzata ed innovativa per le operazioni in scenari subacquei e multi-dominio.
Il nuovo EWS integrato è incentrato principalmente su un set di tre antenne posizionate sulla sommità rispettivamente di un sollevamento dedicato e dei due periscopi, le unità di elaborazione dei segnali radio e comunicazioni e su una Electronic Warfare Management Unit (EWMU) che raccoglie e gestisce in modo integrato le informazioni fornite al sistema di comando e controllo del battello.
L’elemento principale della sensoristica e rappresentata dall’antenna integrata RESM/CESM posizionata sulla sommità del sollevamento dedicato, frutto di oltre due anni di studi e simulazioni in stretta collaborazione con la Marina Militare, che costituisce, secondo quanto dichiarato nel corso del seminario Underwater dall’ing Enrico Colantoni di Elettronica, il prodotto più avanzato sul mercato grazie alla sua alte prestazioni, dimensioni compatte e ridotta sezione radar.
La suite EWS è caratterizzata da un’architettura software defined ed un elevato livello di digitalizzazione che consente di ottenere elevate prestazioni anche in un ambiente elettromagnetico molto denso e complesso, come quello costiero con segnali in radiofrequenza e comunicazione sia navali che terrestri. Le missioni di intelligence sia nel campo del radar che delle comunicazioni a livello sia tattico che superiore sono supportate da algoritmi proprietari specifici che sfruttano avanzate capacità di apprendimento automatico ha evidenziato, l’ing Massimo Stinco di Elettronica.
DRASS e SAIPEM
In aggiunta ai nuovi battelli del Programma U212NFS, l’altro importante progetto legato alla subacquea di primaria importanza per la Marina Militare e lo sviluppo del cluster industriale nazionale è rappresentato dal sistema di soccorso a sottomarini sinistrati il cui contratto è stato assegnato da NAVARM al team industriale DRASS-SAIPEM.
Destinato ad essere installato quale dotazione specialistica a bordo della nuova nave per operazioni subacquee e di soccorso di sommergibili SDO-SuRS (Special Diving Operations – Submarine Rescue System) in fase d’acquisizione al posto di Nave Anteo, ma anche nel suo complesso “deployable” con velivoli aerei per impiego da mezzi navali d’opportunità, il sistema denominato SAVER (Submarine Assistance, Ventilation Equipment and Rescue) comprende il sottosistema SRS (Submarine Rescue Systems) e SIS (Submarine Intervention Systems).
Il primo è incentrato sull’assetto di soccorso principale denominato Submarine Rescue Vehicle (SRV) di nuova generazione del tipo ‘tethered’ che comprende il Working ROV o veicolo subacqueo a controllo remoto di ultima generazione realizzato da Saipem, meccanicamente accoppiato ad una camera di salvataggio realizzata da DRASS in grado di operare fino a 600 metri.
Al ROV si aggiunge un Portable Launch And Recovery System (PLARS) o sistema di lancio e recupero trasportabile ed un sistema Diving Decompression Chambers (DDC) comprensivo di Transit Under Pressure (TUP) per la decompressione in superficie del personale recuperato.
Il sistema SIS comprende l’impianto Ventilation System (VS) di nuova generazione per operazioni fino a 600 metri di ventilazione del sottomarino sinistrato in attesa del recupero mediante il sistema SRV, e la Submarine Rescue Capsule (SRC), in quest’ultimo caso per attività fino a 300 metri.
Una suite all’avanguardia, dove il sistema SRV operare in maniera completamente autonoma, destinata a diventare un prodotto di riferimento sul mercato mondiale, creando uno standard internazionale grazie all’interazione fra industria e Forza Armata. La sua architettura modulare, capace di accogliere diversi carichi paganti, ne fanno un sistema utilizzabile anche per altre applicazioni.
A tal riguardo, ed in particolare per le operazioni in supporto alle infrastrutture subacquee d’importanza nazionale, Saipem ha presentato la propria visione e capacità d’operazioni a 360 gradi con strutture di lancio, recupero e supporto mezzi su fondali, unitamente alla nuova gamma di ROV/mezzi autonomi di nuova generazione che sfrutta anche l’intelligenza artificiale, comprendente il sistema per ispezioni FlatFish e la famiglia di sistemi Hydrone-W ed Hydrone-R in grado di operare fino a 3000 metri e rimanere sott’acqua per mesi, sviluppati da SONSUB, il Centro di Eccellenza di SAIPEM per le tecnologie e la robotica subacquea.
Calzoni
Il programma U212NFS rappresenta la consacrazione del ritorno della Calzoni quale uno dei principali fornitori per la Marina Militare nel settore della subacquea.
In aggiunta ai sistemi di sollevamenti penetranti lo scafo già installati da Calzoni a bordo dei primi due lotti di battelli U-212A, la società del gruppo L3Harris fornirà per il programma U212NFS anche il periscopio d’attacco penetrante, il ‘mast’ optronico non penetrante ed il radar di navigazione sviluppato con il contributo di GEM Elettronica, a cui s’aggiunge la completa suite di sollevamenti elettrici e non penetranti E-UMM (sugli U212A non era completa), nonché il complesso delle valvole per scarico gas.
Con il nuovo periscopio d’attacco penetrante ed il ‘mast’ optronico, L3Harris offre una soluzione all’avanguardia nel settore con prodotti di ultima generazione sviluppati per la US Navy e grazie alla modularità e flessibilità offerta dal design, customizzati per quanto riguarda la sensoristica secondo le necessità della Marina Militare.
L’introduzione di una suite completa di sollevamenti elettrici non penetranti o E-UMM rappresenta inoltre la base per un futuro sviluppo nella direzione di un battello completamento elettrico.
Sempre nel settore della subacquea, Calzoni sta lavorando insieme con Graal Tech al progetto Hunterwater nell’ambito del Piano Nazionale della Ricerca Militare (PNRM) per lo sviluppo e dimostrazione di un sistema autonomo per le contromisure mine che comprende un veicolo autonomo di superficie per il lancio ed il recupero di un veicolo subacqueo ‘ibrido’ in grado di operare autonomamente o trainato per la ricerca, classificazione ed identificazione delle mine grazie principalmente a sistemi sonar, ed un veicolo autonomo ‘spendibile’ che riacquisti il bersaglio ed effettui la neutralizzazione delle mine denominato VGA.
Con 200 anni di storia, di cui 100 nel settore della subacquea, e grazie agli sviluppi del gruppo L3Harris, Calzoni offre diverse capacità e famiglie di soluzioni nel settore navale, fra cui l’attuazione completamente elettrica per piattaforme subacquee, sistemi autonomi come la famiglia IVER, sistemi di lancio e recupero nonché unmanned subacquei ed aerei lanciabili da sottomarino, nonchè ROV per operazioni in acquee profonde fino a 3000 metri, lanciabili anche da piattaforme subacquee.
GEM Elettronica
Sullo stand di GEM Elettronica e di SEGREDIFESA erano rispettivamente presenti la versione 1:1 ed un modello in scala ridotta del nuovo radar 3D Colombus.
Frutto del programma di sviluppo e ricerca MFRAD, cofinanziato al 50% dal SGD/DNA – Direzione Armamenti Navali e da GEM Elettronica, il sistema radar 3D multifunzione in banda ‘X’ Columbus è stato concepito per avere pesi e dimensioni ridotte al fine di poter essere installato su unità da pattugliamento costiero o d’altura di ridotto tonnellaggio come principale sensore.
Il nuovo apparato allo stato solido presenta un complesso antenna stabilizzato elettronicamente per la sorveglianza aeronavale con l’opzione per l’integrazione di un’antenna IFF interrogatrice co-montata, nonché collegamento a fibra ottica con le componenti di elaborazione sotto coperta.
Con un peso di poco meno di 400 kg (450 kg con l’interrogatore IFF) che salgono a 550 con il modulo di condizionamento ad aria separato, il radome del complesso antenne incorpora un’antenna piatta inferiore per la sorveglianza ed il tracciamento di bersagli di superficie e la navigazione, insieme a un’antenna in posizione sopraelevata per gli stessi scopi nel dominio aereo.
Il nuovo radar ha dimostrato una portata massima strumentale di circa 100 km ed una copertura in elevazione massima superiore a 60 gradi con capacità di tracciamento di oltre 300 bersagli aerei, nonché massima di circa 175 km per bersagli di superficie.
Mentre questa versione denominata Mk1 dall’azienda ed MM/SPS-780V(1) dalla Marina Militare è stata finora installata sull’unità capoclasse LSS Vulcano, la medesima ha subito un’evoluzione e customizzazione nella versione Mk 3 che si caratterizza per l’ottimizzazione termica al fine di eliminare il sistema di raffreddamento ad aria e quindi un peso ed ingombro complessivo inferiori, senza limitazioni delle capacità. GEM Elettronica ha realizzato un’ulteriore versione denominata Mk 2 che con una limitazione delle capacità al settore aereo (eliminazione del canale di superficie) ha visto i pesi ridursi a meno di 200 chili.
Quest’ultimo modello ha già un cliente di lancio estero non meglio specificato, e può essere installata sull’albero principale o secondario della piattaforma navale ospitante.
Forte dell’esperienza maturata, GEM Elettronica sta rivolgendo la propria attenzione a nuove tecnologie basate su interferometria atomica e ottica integrata per realizzare una nuova generazione di sistemi per applicazioni subacquee, la cui trattazione non è compatibile con questo report del Seafuture 2021.
Nell’ambito del PNRM, GEM sta sviluppando il dimostratore tecnologico del sistema di navigazione ATINS (ATomic Inertial Navigation System) per garantire un’accuratezza di posizionamento di due ordini di grandezza superiore rispetto ai migliori sistemi di navigazione attualmente disponibili sul mercato, rendendo la navigazione della piattaforma subacquea completamente autonoma da sensori esterni.
Il sistema ATINS ha già superato la fase di progettazione ed è attualmente in quella di realizzazione del dimostratore tecnologico per un suo test prima in laboratorio sui sistemi di simulazione del moto presenti in GEM Elettronica e quindi su un’unità navale di superficie della Marina Militare.
Rheinmetall
Lo stand di Rheinmetall era dominato dalle consolle della suite di simulazione del sistema di combattimento per unità subacquee o SCTT (Submarine Command Team Trainer) che unitamente al sistema di simulazione di piattaforma o SCS (Submarine Control Simulator) del gruppo, rappresentano una delle soluzioni più avanzate al mondo, già prescelta e fornita alla Scuola Sommergibili della Marina Militare in una versione customizzata per l’addestramento sui battelli U-212A.
Accanto a questi specifici prodotti per la subacquea, Rheinmetall presentava i prodotti del gruppo europeo nel settore navale di superficie.
Il più conosciuto è il sistema per la difesa ravvicinata Millennium incentrato sul cannone Oerlikon Revolver da 35 mm con munizionamento Ahead particolarmente adatto per l’ingaggio di minacce asimmetriche e missilistiche, a cui si aggiunge per l’Italia il cannone Oerlikon KBA da 25 mm impiegato sui mezzi blindati e corazzati dell’Esercito e per la difesa ravvicinata sulle unità della Marina Militare.
Il radar 3D Oerlikon X-TAR3D/N sviluppato e prodotto da Rheinmetall Italia rappresenta il prodotto di punta per quanto riguarda la radaristica del gruppo ma erano in evidenza anche i complessi per la direzione del tiro Biax e Triax ed i sistemi EO/IR SeaVision e MSP 600 nonché la gamma di sistemi d’arma di diverso calibro Searanger e Seasnake e le soluzioni con sistema d’arma laser (HEL) ed elettromagnetico (HPEM).
Sky Eye Systems
Per la prima volta presente al salone Seafuture, la società Sky Eye Systems del gruppo OMA (Officine Meccaniche Aeronautiche), ha fornito per la prima volta dettagli sulla nuova versione in fase di sviluppo per impieghi navali della sua famiglia di sistemi aerei senza pilota (UAS) tattici Rapier, già forniti nel modello Rapier X-25 all’Aeronautica Militare.
Sulla base dell’interesse preliminare della Marina Militare per un nuovo programma UAS, Sky Eye Systems ha iniziato a lavorare sulla versione a decollo e atterraggio verticale Rapier X-VTOL. Lo sviluppo e la qualificazione del nuovo UAS dipenderà dal mercato e dalla tempistica del programma della Marina Militare, ma l’obiettivo dichiarato è di completare le attività entro il 2022.
Quale piattaforma a configurazione ibrida della famiglia Rapier, l’X-VTOL condivide la maggior parte delle tecnologie sensibili e fondamentali sviluppate da Sky Eye Systems per il resto della famiglia, quali il layout aerodinamico estremamente ottimizzato, il sistema di controllo del volo e la stazione di controllo a terra, sviluppati secondo i massimi standard di sicurezza software-hardware DO178C-DALB, oltre al design strutturale quasi interamente in fibra di carbonio.
Utilizzando una cellula similare alle altre versioni con bracci sotto ciascuna ala e piani di coda a V rovesciata, l’X-VTOL è caratterizzato da due motori tandem agli estremi della cellula per il volo orizzontale e otto motori elettrici per il volo verticale, di cui quattro distribuiti su ciascuno due bracci che si estendono in avanti e indietro sotto le ali.
La configurazione tandem push-pull dei motori di propulsione, che include un motore HFE (Heavy Fuel Engine) dell’israeliana Orbital in posizione posteriore e uno elettrico anteriore, garantisce una rapida salita, atterraggio di precisione e stazionamento, anche in condizioni di forte vento a bordo di piattaforme navali in rapido movimento.
L’X-VTOL è dotato di una baia per carico utile che può ospitare la gamma di torrette Epsilon Octopus EO/IR dotate da due a quattro sensori (Epsilon Octopus 140, 140z o 175) insieme al sistema SkySAR, il radar ad apertura sintetica che viene indicato come più leggero al mondo, sviluppato e interamente finanziato dalla stessa Sky Eye Systems su requisiti proprietari, in partnership con la società Echoes.
Insieme o alternativamente, possono essere imbarcati sensori iperspettrali, Lidar, IFF, SIGINT e AIS. Con un MTOW di 50 kg, il Rapier X-VTOL sarà in grado di raggiungere una velocità di crociera e massima rispettivamente pari a 57 e 70 nodi ed un’altitudine massima operativa di 6.435 metri.
Con una portata del data link di 100 km (estendibile a poche centinaia di km, grazie al collegamento dati satellitare opzionale) e un’autonomia da 5 a 11 ore a seconda della missione e dei carichi utili, il Rapier X-VTOL condivide la stessa stazione di controllo a terra della famiglia Rapier e si avvale dei software di elaborazione e analisi dei dati raccolti sfruttando algoritmi di intelligenza artificiale, sviluppati da Planetek Italia.
Sitep Italia
La società Sitep Italia ha dedicato il proprio stand interamente alla presentazione di nuove tecnologie proprietarie sviluppate dall’azienda. Alcune di queste hanno già raggiunto un grado di maturità tale per cui troveranno applicazione prossimamente nei prodotti in corso di commercializzazione.
In dettaglio sono state presentati il sistema di comunicazione 5G, la piattaforma viOS-Core ed il periscopio optronico stabilizzato GSOP 100.
La Sitep Italia ha lavorato ad un’infrastruttura di rete in 5G nel settore della difesa e sicurezza con l’impiego di tecnologie avanzate quale l’intelligenza artificiale con valenza duale, che consenta di creare un network dedicato, al cui interno sarà possibile condividere e coordinare, in real-time, informazioni provenienti dai vari scenari operativi e nel settore civile in caso per esempio di disaster recovery.
La comunicazione verrà gestita in modo indipendente dalla rete pubblica garantendo l’interoperabilità con servizi già in essere (tactical data link) della Difesa mentre l’affidabilità e la compatibilità con i protocolli Cybersecurity saranno garantite da una filiera hardware e software italiana.
Nel settore della protezione civile tale network permetterà di avvalersi di un canale di comunicazione dedicato per sopperire alla temporanea congestione dei canali commerciali. La piattaforma viOS-Core è una piattaforma hardware-software per l’acquisizione e l’elaborazione attraverso l’intelligenza artificiale in tempo reale di più sorgenti video.
La piattaforma è stata sviluppata da Sitep Italia come naturale evoluzione dei dispositivi elettro-ottici che negli anni sono stati utilizzati sui sistemi prodotti dall’azienda. Questa flessibile piattaforma può essere integrata in sistemi esistenti o nuovi design, consentendo l’uso di tecnologie all’avanguardia e potenti computer con pesi e spazi limitati.
Nel settore dei sistemi elettro-ottici, presentava il periscopio optronico stabilizzato GSOP 100, in grado di assicurare la sorveglianza panoramica a 360 gradi in tempo reale grazie all’intelligenza artificiale, per la navigazione, la sicurezza e la protezione delle piattaforme subacquee.
ASTIM
La società ASTIM era presente al Seafuture 21 con il prodotto di punta SeaGuardian Mk4 che rappresenta la nuova generazione dei sistemi tattici di missione (TMS, Tactical Mission System) per unità navali o per la sicurezza marittima.
La suite presenta un’architettura di sistema di tipo aperto, che prevede capacità di funzionamento in architetture con intelligenza sia distribuita che centralizzata, e che consente una grande flessibilità d’impiego grazie al ricorso a componenti di tipo commerciale o COTS.
Rispetto alle prime versioni risalenti al 2018, SeaGuardian Mk4 vanta un considerevole aumento delle proprie capacità operative grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale che sempre più trova spazio in sistemi di pari livello tecnologico.
Era esposto anche il sistema TMS TALON (Target Acquisition Land Observation and Navigation) specificatamente dedicato alle piattaforme terrestri e per la prima volta le nuove antenne ad alte prestazioni per comunicazioni satellitari tattiche in banda UHF e comunicazioni tattiche in banda U/VHF e HF.
Angelo Podestà
L’azienda per la sistemistica DCube creata dalla società Angelo Podestà ha portato a Seafuture diversi prodotti legati rispettivamente al settore aeronavale, terrestre e prettamente navale.
Fra questi, il sistema di puntamento armi multispettrale MAHRS (Multispectral Aiming High Resolution System) incentrato su di un’ottica con canale diurno ed infrarosso collegata ad un head up display (HUD) montato su casco che incrementa la precisione e la rapidità d’ingaggio dell’arma su cui il sistema è montato.
In particolare, il sistema MAHRS è stato acquistato dalla Marina Militare per l’impiego a bordo delle unità navali in supporto del COMSUBIN e rappresentate in primis dalle due UNPAV classe Cabrini su cui è previsto che vengano montate ciascuna due armi gatling Dillon da 7.62 mm, come era equipaggiata la nave Cabrini presente nello specchio d’acqua adiacente al salone.
Pensato per tutti i veicoli blindati e corazzati, l’innovativo sistema di guida a portelli chiusi VUHLCAN (Vision Under Hatch for Land Carriers Through Assisted Navigation) Mk2 è frutto di un esteso lavoro nell’ambito di un progetto R&D del PNRM.
Il sistema, che secondo quanto dichiarato dalla società sviluppatrice è stato collaudato presso il Centro Polifunzionale di Sperimentazione dell’Esercito di Montelibretti, è incentrato su un visore montato su casco o HMD (Helmet Mounted Display) su cui vengono rappresentate le immagini delle cinque unità sensoriali (diurne e notturne) installate sul mezzo rispettivamente in posizione frontale (due unità di cui una panoramica), laterale su ciascuna fiancata ed una sul retro.
Una spiegazione semplificativa di un sistema di realtà aumentata di tipo immersivo con una ridotta ‘latenza’ e la capacità di rappresentare sull’HMD in aggiunta ad informazioni sulla guida e la gestione della piattaforma, anche di missione in futuro.
DCube esponeva anche il sistema Neptus (Netshared Enabled Processes Tracking for Underwater System), sviluppato nell’ambito di un programma R&D del PNRM, e destinato a facilitare la comunicazione, la condivisione della posizione reciproca e la navigazione di operatori subacquei impegnati sia in attività addestrative che operative.
Graal Tech
Nata come spin-off dell’Università di Genova, la società Graal Tech è oggi attiva nel settore dei sistemi unmanned autonomi, in particolare sul mercato Oil&Gas, oceanografia, monitoraggio ambientale, sperimentazione e valutazione, che si affaccia su quello militare con programmi dedicati.
La famiglia di sistemi Autonomous Underwater Vehicle (AUV) offerta dalla Graal Tech è incentrata sul sistema X-300, che si caratterizza per una spiccata modularità ed elevata flessibilità operativa che gli consentono di essere impiegato come AUV, glider e per missioni ambientali. Il sistema X-300 viene proposto in diverse versioni che vanno dall’UAV/ROV (R-300) che vede tre sistemi collegati insieme da una baia per carichi fino a 60 kg, all’MGB 300 dotato di un sistema radio a lungo raggio ed un modem acustico.
Quando viene usato in combinazione con uno o più AUV X-300, il sistema MGB-300 può fungere da gateway dati fra veicoli subacquei e stazione di controllo a terra o imbarcata.
Grazie a tali caratteristiche e capacità, la famiglia incentrata sull’X-300 è stata di recente prescelta dal Centro Supporto e Sperimentazione Navale (CSSN) della Marina Militare per dell’innovativo programma BOOMER, mentre la società partecipa al programma Hunterwater insieme a Calzoni, di cui entrambi abbiamo già parlato.
Civitanavi Systems
La società Civitanavi Systems, fornitrice nel settore navale dei sistemi INS FOG (Fiber Optic Gyro) in collaborazione con la società Sitep Italia per i Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) classe Thaon di Revel, ha ottenuto un importante successo nel settore aeronautico, consegnando i primi due sistemi inerziali nell’ambito di un contratto assegnato da BAE Systems per un sistema inerziale compatto basato su FOG (Fiber Optic Gyro) della famiglia ARGO 500 di nuovo sviluppo, in supporto del programma internazionale per lo sviluppo del velivolo di sesta generazione Tempest.
Sfruttando le capacità di rapido sviluppo di Civitanavi Systems in tutti gli ambiti della progettazione, sviluppo e produzione di sistemi inerziali ‘dual use’, questi sistemi FOG verranno utilizzati per eliminare i rischi legati all’integrità e ridondanza nell’ambito del programma dimostrativo dell’innovativo sistema di controllo del volo (FCS) di BAE Systems per il velivolo di nuova generazione Tempest.
VirtuaLabs
La società VirtuaLabs partecipava al salone con un’importante affermazione sul mercato internazionale che risale all’anno scorso, quando i cantieri ecuadoregni ASTINAVE EP hanno selezionato per la locale Marina, il progetto dell’unità multiruolo Fassmer MPV70 Mk II con un moderno mast integrato (AIM, Advanced Integrated Mast) che accoglie una suite di sistemi elettronici ed un radar AESA a facce fisse sviluppato da VirtuaLabs insieme ai cantieri ASTINAVE EP.
Si tratta di una suite innovativa basata sui prodotti della società italiana che comprende un IFF di nuova generazione con antenna circolare non rotante (CESA 32), il sistema RESM DESM-IM interamente digitale che si caratterizza per un’elevata sensibilità ed accuratezza. L’elemento principale della suite e del progetto è rappresentato dal radar multifunzionale a quattro facce fisse denominato SEADAR, in banda S.
Si tratta di un radar digitale con antenne di tipo AESA sviluppato da VirtuaLabs, con moduli trasmettitori-ricevitori che sfruttano la tecnologia del Nitruro di Gallio (GaN) e che controllati singolarmente in modo digitale assicurano il digital beam forming (DBF) sia in trasmissione che in ricezione.
Unitamente a tali sistemi, VirtuaLabs proponeva il radar MFR 10X, il primo sistema AESA in banda X a quattro facce fisse sviluppato in Italia secondo la medesima società, in grado di svolgere compiti di sorveglianza, tracciamento e guida missili ed artiglieria, nonché una serie di altri prodotti con applicazioni nel settore aeronautico e terrestre.
Goriziane
Grazie a Goriziane EC (Engineering & Construction) e Goriziane Group, la holding è presente rispettivamente nel settore oil & gas, navale, industriale, windfarm e green e nel settore della difesa.
Nel settore navale, il gruppo è coinvolto nella fornitura di componenti quali portelloni verticali, elevatori e relative piattaforme, e porte d’imbarco per le nuove unità della Marina Militare, ed in particolare PPA, LHD ed LSS mentre nel settore della Difesa ha una lunga esperienza nel settore della manutenzione, riparazione, revisione e aggiornamento di veicoli terrestri.
RINA
Non poteva non mancare il gruppo RINA, che accanto alla classificazione, certificazione ed ai statutory services, la cui attività si è progressivamente ampliata dal navale ad una vasta gamma di settori operativi, promuovendo un approccio ‘verde’ all’industria Marine e crescita sostenibile nel settore Energy cosi come servizi dedicati e personalizzati nel settore Trasporti & Infrastrutture.
La presenza internazionale
In aggiunta a nuove società italiane partecipanti, come Alfagomma, specializzata nell’idraulica industriale ed Ercolina nei macchinari curvatubi, alla joint-venture NAVIRIS ed altri gruppi internazionali quali MBDA e Rheinmetall, erano presenti il gruppo Thales, con la propria produzione nel settore della subacquea ed in particolare quella dei sistemi sonar che trovano applicazione sulle unità della Marina Militare.
In particolare la suite ASW delle FREMM e quella delle contromisure mine sugli MCMV classe Gaeta con sistemi la cui evoluzione era evidenziata dal gruppo alla luce di importanti programmi per la Marina Militare e degli sviluppi nel settore unmanned a livello mondiale.
A questi si aggiungevano il gruppo MAN, che ha una forte presenza sulle unità Marina Militare della Legge Navale ed export Fincantieri in particolare sulle unità destinate alla Marina del Qatar, il gruppo Hensoldt per la radaristica e sensoristica dedicata alla navigazione e sorveglianza aeronavale, la società tedesca Elac Sonar del gruppo Cohort, la cui componentistica elettro-acustica andrà ed equipaggiare i nuovi battelli U212NFS della Marina Militare, il gruppo tedesco Renk specializzato nelle trasmissioni, riduttori, propulsione elettronica e componentistica collegata e il gruppo francese ECA.
Quest’ultimo presentava l’ampia gamma di sistemi nel settore navale ed in particolare i veicoli autonomi underwater e di superficie nonché i sistemi di comando e controllo e quindi suite complete, come nel caso del programma per le contromisure mine per la Marina olandese e belga, che rappresenta un progetto di riferimento a livello mondiale.
La presenza internazionale minore era incentrata sull’industria francese, con società quali HGH specializzate in sistemi di sorveglianza multispettrale, iXBlue per la sistemistica dedicata alla navigazione, Alseamar per mezzi e sistemi subacquei destinati al settore militare e civile, accanto a ditte come Exavision, Ai Group, AML, Egerie, Marine Tech ed il raggruppamento Pôle Mer Méditerranée, ma anche tedesca Fugro e spagnola Ferri-Cinme, segnale di progressivo sviluppo internazionale della mostra.
Foto: Luca Peruzzi, Seafuture, Leonardo, Fincantieri, FSD, Skyeye, CNV, Marina Militare,