Si combatte ancora in Nagorno Karabakh
Violenti scontri sono in corso nella regione del Nagorno Karabakh dove Armenia e Azerbaigian si accusano a vicenda di pesanti bombardamenti, malgrado gli appelli internazionali ad osservare il cessate il fuoco mediato dalla Russia ed entrato in vigore il 10 ottobre.
Le autorità del Nagorno Karabakh hanno denunciato ieri il lancio di missili e il fuoco di artiglieria in provenienza dalle postazioni azere mentre il ministero della Difesa di Baku ha accusato gli armeni di aver aperto il fuoco per prima. “Una menzogna assoluta. l’Azerbaigian sta spianando la strada ad una serie di azioni aggressive contro località pacifiche”, ha dichiarato un portavoce del ministero della Difesa armeno, precisando che le forze azere attaccano su tutti i fronti.
Il Ministero della Difesa della non riconosciuta Repubblica del Nagorno-Karabakh (DPR), ripreso dall’agenzia di stampa russa Interfax, ha ammesso che 17 dei suoi militari sono stati uccisi in combattimenti ieri con le forze azere portando il totale dei caduti dal 27 settembre a 542 militari.
Ignote invece le perdite azere dal momento che il governo di Baku non fornisce dati in proposito.
Un drone di provenienza non identificata è precipitato ieri in una zona rurale del nord dell’Iran, in un villaggio nei pressi di Parsabad Moghan, nella provincia di Ardebil vicino al confine con l’Azerbaigian. Lo ha riferito il vice-governatore locale Behrouz Nedaei, citato dall’agenzia di stampa IRNA.
“Sono state avviate indagini per determinare se il drone appartenga all’Azerbaigian o all’Armenia, nonchè le cause della caduta”, ha spiegato il funzionario iraniano, sottolineando che non sono stati registrati ulteriori danni a cose o persone. L’Iran ha annunciato nei giorni scorsi che reagirà con le armi a sconfinamenti dei combattenti sul suo territorio.
Sul fronte delle trattative la Turchia ha proposto negoziati a quattro con Russia, Armenia e Azerbaigian, per cercare una soluzione al conflitto. Lo ha detto in un’intervista tv Ibrahim Kalin, portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan. “Visto che la Russia è dalla parte dell’Armenia e noi sosteniamo l’Azerbaigian, incontriamoci a quattro per discutere della soluzione dei problemi. Se il “Gruppo di Minsk” (composto da Russia, Francia e Usa, ndr) non ha saputo trovare soluzioni in trent’anni, è ora di trovare un nuovo meccanismo”, ha dichiarato Kalin.
Ankara cerca così di entrare nella partita dei negoziati dopo che l’accordo per il cessate il fuoco firmato a Mosca da azeri e armeni il 10 ottobre impegna le parti a trattare un accordo di pace sotto la supervisione del “Gruppo di Minsk”
Foto: Ministero della Difesa Azero