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Si vis pacem para bellum “
Il carro armato C-1 “Ariete”, è come noto la spina dorsale dal 1995 delle nostre unità corazzate. E’ chiaramente nato nei primi anni 80’ ad opera del Consorzio Iveco OTO-Melara.
L’età di circa 35 anni e il recente finanziamento di 347 milioni di € per l’improrogabile aggiornamento di circa 2/3 dei 200 mezzi attualmente in dotazione, offrono spunti di riflessione sulla sua efficienza in contesti bellici attuali, dove diventano sempre più frequenti scenari di guerra asimmetrica.
In questi scenari i carri di produzione esteri, di livello ben più superiore, hanno rivelato numerose criticità dovute alla mancata previsione di tali contesti operativi. Un esempio emblematico è stato l’utilizzo bellico dei Leopard 2 turchi in Siria ritenuti tra i più prestanti MBT al mondo; ebbene, numerosi carri sono andati perduti perché non correttamente equipaggiati per gli scontri ravvicinati (dell’ordine della decina di metri) con fanteria armata di razzi RPG etc.
Questo tipo di scontri e il ristretto “combat range” rendono urgente l’aggiornamento o la sostituzione degli attuali MBT risalenti tecnologicamente a circa 50 anni fa.
L’Ariete, a dire degli esperti, è un mezzo caratterizzato sin dall’origine da numerosi problemi causati dai:
- lunghi tempi di sviluppo,
- dalla generale inesperienza dell’industria nazionale in materia di Main Battle Tank.
Ecco di seguito alcuni punti critici del mezzo:
- corazzatura più sottile rispetto a tutti gli altri MBT occidentali e russi;
- difetti nelle bullonature che uniscono le diverse piastre;
- armamento è inferiore per volume di fuoco rispetto ai più moderni MBT NATO (monta un 120/44mm Oto-Melara mentre le moderne versioni del Leopard 2A7 tedesco montano il Rheinmetall 120/55mm);
- ottiche per il capocarro e il cannoniere è obsolete,
- Mancanza di sistemi di protezione attiva come il TROPHY, capaci di annientare alcuni tipi di minacce (come RPG o proiettili HEAT) prima che possano colpire il veicolo;
- assenza di una corazzatura maggiorata;
- riservetta di munizionamento situata nella torretta;
- assenza di un portello balistico in grado di proteggere l’equipaggio nel caso questa prenda fuoco;
- propulsione è affidata a un propulsore di soli 1.270 CV (di contro il tedesco Leopard 2 ha a sua disposizione 1.500 CV), che limita la velocità in battaglia e impedisce di montare corazzature più pesanti e più protettive, che influirebbero eccessivamente sulla sua agilità.
L’upgrade da 347 milioni di € riesce a mettere una piccola “toppa”, dato che i miglioramenti che apporterà riguarderanno solo mobilità, la sorveglianza e la scoperta, la protezione passiva e la sostenibilità logistica.
Pertanto:
- il motore sarà sostituito dal moderno V-12 a iniezione Common Rail capace di erogare 1.500 CV, rendendolo così in grado di muoversi con agilità anche con l’aggiunta di corazzature aggiuntive (che si attendono da anni);
- gli Ariete saranno dotati di nuovi cingoli più larghi degli attuali e capaci di permettere una mobilità maggiore in terreni deserti e nevosi;
- Il sistema di ottiche sarà aggiornato tramite l’installazione dell’ATTILA D per il capo-carro e di una camera IR termica di 3° generazione TILDE per il cannoniere; i due saranno così in grado di uniformarsi agli altri MTB occidentali per standard di efficienza e visibilità. L’aggiunta di questi sistemi e il miglioramento degli attuali tuttavia non è sufficiente per portare il MBT italiano al pari degli altri carri NATO, la scelta però è stata determinata da numerosi fattori di natura economica e strategica.
L’acquisto di nuovi carri di produzione estera, scelta probabilmente più efficiente, non avrebbe determinato vantaggi tattici di lungo periodo in quanto tutte le alternative presenti sul mercato saranno, all’incirca nel giro di un lustro, sostituiti da modelli di nuova generazione. È il caso del Merkava israeliano, oppure è il caso del Leopard 2 tedesco, seppur sia in produzione l’ultima sua versione, la A7, la Krauss-Maffei Wegmann è già all’opera con aziende francesi per lo sviluppo di un nuovo mezzo all’avanguardia entro il 2035.
L’acquisto di carri esteri non sarebbe sicuramente piaciuta all’industria pesante nazionale, che avrebbe potuto sentirsi seriamente minacciata dalla concorrenza internazionale. Tale minaccia, però, avrebbe permesso di comprendere l’impreparazione in campo di progettazione e costruzione di MBT e avrebbe potuto spingere l’industria nazionale verso la creazione di una partnership con le grandi industrie estere di MBT, come invocato anche dal Documento Programmatico Pluriennale della Difesa per il triennio 2020-2022. Tali collaborazioni portano spesso ad una netta riduzione dei costi di sviluppo, alla condivisione e acquisizione di conoscenze e inoltre, nel caso di partnership con aziende europee, permettono l’accesso a incentivi economici tramite finanziamenti europei.
Sarebbero al vaglio due alternative:
- lo sviluppo di un MBT con Polonia e altri paesi UE,
- oppure una partnership di lungo periodo con Israele, che con il MERKAVA ha mostrato di possedere le conoscenze necessarie e un’industria all’avanguardia tecnologica.
Nel campo degli MBT la storia ci insegna che solo poche collaborazioni sono “andate in porto”, e l’unico caso attuale di programma europeo è rappresentato dalla relazione tra la francese Nexter e la tedesca KMW, che hanno deciso di sviluppare e produrre congiuntamente un “European Main Battle Tank” per il 2035. A questa relazione il nostro governo ha manifestato l’intenzione di partecipare attivamente fin dalle prime fasi, ottenendo il pass per accedere al programma solo nelle fasi successive, fasi che sono strategicamente irrilevanti e che ci rilegherebbero a semplici acquirenti di una piattaforma da personalizzare. La perdita di questa opportunità, l’isolamento e l’arretratezza che vive l’industria pesante italiana rappresentano quindi il prezzo della caparbietà del nostro apparato governativo in ambito strategico e i motivi per cui la scelta di lavorare ancora sul C-1 AMV rappresenta ad oggi l’unica via percorribile.
La produzione di altri veicoli militari è invece fiorente:
- Il “Centauro” 8×8 ha riscosso un buon successo commerciale con vendite in Spagna, Oman e Giordania,
- l’LMV “Lince” ha avuto ancora più acquirenti internazionali: Regno Unito, Belgio, Albania, Russia, Spagna, Austria e Norvegia sono solo alcune,
- l’Iveco VBM (Marines statunitensi, Btg. San Marco e Lagunari italiani).
Sulla scorta di quanto sopra detto ed argomentato, si può tranquillamente ribadire che la situazione attuale degli MBT italiani è analoga a quella degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso: arretratezza, impreparazione e generale rifiuto da parte di altri paesi alleati per la produzione congiunta di un nuovo mezzo: la Storia dunque si ripete, e nel frattempo, finché non si riuscirà ad invertire questo, si può solo provare ad ammodernare quel che si ha e sperare nella buona stella e di non doverlo schierare in battaglia.
IL PRIMO DEI TRE PROTOTIPI ARIETE AMV E’ PRONTO
Da informazioni fornite dal sito di R.I.D., in data 27 gennaio 2022 il primo dei 3 prototipi dell’M.B.T. ARIETE AMV (Aggiornamento di Mezza Vita) – previsti dal contratto stipulato tra il Consorzio Iveco OTO Melara e Segredifesa – ha iniziato i primi test presso il Centro Polifunzionale di Sperimentazione Mobile dell’E.I. di Montelibretti.
Il veicolo parzialmente aggiornato è spinto dal motore potenziato “Common Rail” IVECO V-12 MTCA di 1.500 CV; il carro risulterebbe già aggiornato con tutte le modifiche di scafo previste dal programma.
La nuova torretta, sarà equipaggiata con:
- Un sistema di puntamento di nuova generazione;
- Nuovi asservimenti elettrici.
La stessa è attualmente in corso di integrazione posso il sito di La Spezia della Divisione Elettronica di Leonardo e verrà installata sull’ “ARIETE A.M.V.” a giugno 2022.
I primi 2 prototipi dell’ ARIETE AMV verranno consegnati entro il 2022, mentre il terzo nel mese di gennaio 2023.
Nelle officine della 132^ Brigata corazzata “Ariete” prosegue alacremente il lavoro di manutenzione e di rimessa in efficienza dei carri armati C1 “Ariete” rimodernabili.
I meccanici e tutto il personale tecnico del Reggimento Logistico “Ariete”, del 32° e 132° reggimento carri, supportati dal Comando Logistico e dalle unità dell’Esercito preposte al sostegno logistico, sono impegnati in varie attività per portare ai massimi livelli di efficienza e operatività i cingolati delle due unità carri di Tauriano e Cordenons svolgendo le lavorazioni che prevedono interventi prettamente di manutenzione preventiva; mentre, il reggimento logistico, in virtù della presenza della squadra tecnica del CIO (Consorzio Iveco – Oto Melara), quelli correttivi, ovvero gli interventi manutentivi più onerosi. Grazie a questo fondamentale sforzo logistico sarà possibile adempiere agli impegni assunti dall’EI, sia in termini addestrativi che operativi, per i prossimi anni.
L’efficientamento dell’Ariete rientra nel più ampio piano di ammodernamento e riqualificazione della componente corazzata dell’Esercito. Nel 2019 venne stipulato il contratto per la realizzazione di 3 prototipi di carri rinnovati, la cui consegna era prevista entro il 2021. L’attività in atto è una vera e propria “risk reduction” in attesa di intraprendere iniziative di rinnovamento nell’ambito della cooperazione multinazionale europea.
Il carro “Ariete”, nella sua attuale configurazione, è composto da uno scafo, con motore posizionato nella parte retrostante e posto di guida anteriore sul lato destro, e da una torretta. Possiede una bocca da fuoco da 120 mm con canna ad anima liscia e un sistema di puntamento auto stabilizzato con unità di elaborazione dei dati. Duttile sotto il profilo tattico e operativo, l’Ariete è in grado di sparare anche in movimento sfruttando la stabilizzazione della linea di mira e gli asservimenti di elevazione e brandeggio elettro-idraulici. Con l’ammodernamento attualmente in corso, il carro Ariete disporrà di un motore con maggiore potenza, nuovi sistemi di trasmissione, moderne ottiche di puntamento e osservazione, impianto freni completamente reingegnerizzato e una cingolatura più agile e performante.
L’INCREMENTO DELLA MOBILITA’ CON IL NUOVO COMMON RAIL IVECO V-12 MTCA da 1.500 CV
Uno dei principali obiettivi del programma di ammodernamento riguarda l’incremento della mobilità, soprattutto in fuori-strada. L’Ariete fu concepito come un MBT dal peso inferiore alle 50 tonnellate, dunque piuttosto agile e veloce, ma successive modifiche al progetto, richieste dall’EI per introdurre nuovi sistemi e aumentare la protezione, ne portarono il peso fino a circa 56 tonn.
Per l’impianto propulsivo fu scelto il motore Iveco V12 MTCA (Modular Turbo-Charged Aftercooler) da 1.250 cavalli con sistema d’iniezione a pompa meccanica, sufficiente a muovere senza problemi il carro in questa configurazione, con un rapporto potenza/peso di circa 22 cavalli per tonnellata, comunque nettamente inferiore ai 27 cv/t del contemporaneo Leopard 2A4, spinto da un motore da 1.500 cavalli.
L’INCREMENTO DELLA PROTEZIONE
Nel corso dei primi anni 2000 emerse la necessità di incrementare la protezione degli Ariete con l’installazione di una corazzatura aggiuntiva che fece la sua comparsa, in una prima variante installata sui fianchi di scafo e torretta, nel 2004, in occasione dell’impiego a Nassirija in Iraq nell’ambito della missione Antica Babilonia. Era il primo passo verso la realizzazione di un nuovo sistema di corazzature modulari che è oggi declinato in due kit per diversi livelli di protezione denominati rispettivamente “War” e “PSO” (Peace Support Operations):
- Il kit War vede l’installazione di piastre aggiuntive per la protezione di torretta e scafo da colpi diretti con proiettili perforanti tipo APFSDS (Armor-Piercing Fin-Stabilized Discarding Sabot) e porta il peso del carro a oltre 60 tonn;
- il kit PSO, da installare sopra il kit War, è composto da corazzature spaziate (simili a quelle impiegate in Iraq) concepite per la protezione dell’equipaggio contro le armi a carica cava, nonché di un piastrone sottoscafo antimina e anti IED (installabile anche separatamente).
Con entrambi i kit montati, incluso l’antimina, il peso del carro raggiunge 62,5 tonn, cosa che ridurrebbe il rapporto potenza/peso a soli 20 cv/t. Il programma di aggiornamento, dunque, prevede un incremento della potenza dell’impianto propulsivo a 1.500 cv, tale da garantire un rapporto potenza/peso di 24 cv/t con tutti i kit di protezione installati e di 25 cv/t con il solo kit War.
Il Leopard 2A7 presenta un rapporto potenza/peso di poco superiore a 22 cv/t. L’incremento della potenza da 1.250 a 1.500 cavalli non sarà ottenuto con l’installazione di un nuovo motore, bensì con l’applicazione di un kit common-rail di upgrade sui motori attuali, che saranno completamente smontati e ricostruiti con la sostituzione di numerosi elementi, gran parte dei quali derivanti dal V8 della blindo Centauro II.
Il basamento rimarrà lo stesso, ma la cilindrata sarà incrementata da 26 a 30 litri, cambiando cilindri, pistoni e albero motore, andando ad aumentare la corsa dei cilindri. Sarà pertanto installato il nuovo sistema di alimentazione tipo “common rail”, con l’integrazione di una centralina elettronica allo stato dell’arte. La scelta di non integrare un nuovo motore, bensì di aggiornare profondamente quello attuale con componenti provenienti da un motore moderno ma la cui affidabilità è già pienamente confermata, comporta enormi vantaggi in termini di costi e, soprattutto, di tempo, poiché sviluppare un propulsore completamente nuovo avrebbe richiesto migliaia di ore in test, senza contare il tempo necessario alla progettazione, messa a punto e all’industrializzazione di serie.
IL NUOVO CAMBIO DELLA TEDESCA “Z.F.”
Per gestire la maggiore potenza offerta dal motore aggiornato denominato V12AMV (Ammodernamento Mezza Vita), verranno effettuati degli interventi anche sul cambio automatico prodotto su licenza della tedesca ZF che ha già provveduto a fornire i calcoli necessari per le modifiche necessarie a ricevere la maggiore coppia in entrata e la sua distribuzione. Le riduzioni finali heavy duty, anch’esse studiate specificatamente dalla ZF, saranno potenziate con l’installazione di un apposito kit di upgrade che verrà inserito all’interno della riduzione finale stessa e che consentirà di assestare molta più coppia in entrata. Il propulsore aggiornato offrirà un valore di coppia a basso numero di giri quasi tre volte superiore e renderà il carro molto più scattante anche nell’esecuzione della manovra di pivot. L’impianto frenante viene completamente riprogettato nelle sue componenti elettrica, idraulica, della pinza freno e dei dischi freno, con l’impiego di materiali allo stato dell’arte. L’incremento di peso, ha portato ad adottare per l’Ariete AMV un nuovo cingolo, più largo del 20% rispetto al precedente, che offrirà al carro una minore impronta a terra e, dunque, consentirà di superare più facilmente i terreni innevati e fangosi.
Le sospensioni, gli ammortizzatori, i fine corsa ed i bracci oscillanti non saranno sostituiti, ma solo revisionati, perché offrono ancora sufficienti margini per poter accettare l’aumento di peso.
Tutti i test di validazione saranno effettuati con il carro nella configurazione più pesante (War + PSO).
L’AMMODERNAMENTO DELLA TORRETTA E LA NUOVA OPTRONICA DI LEONARDO
Per quanto riguarda la torretta, l’intervento principale riguarderà la completa sostituzione degli asservimenti elettro-idraulici con un nuovo impianto di asservimenti completamente elettrici realizzati sulla base dell’esperienza maturata con la blindo Centauro II. L’aggiornamento incrementerà le prestazioni, garantendo una maggiore accelerazione nella rotazione, incrementerà il livello di sicurezza dell’equipaggio, che non dovrà più operare in prossimità di elementi con olio in pressione.
L’ottica panoramica del capo-carro sarà sostituita con il nuovo sistema optronico multispettrale Attila-D, la stessa installata sulla Centauro II; il sistema di puntamento TURMS sarà aggiornato con un nuovo sistema di presentazione immagini dotato di display OLED (Organic Light Emitting Diode) e l’integrazione della termo-camera di terza generazione Tilde B.
Il calcolatore balistico sarà sostituito con uno simile a quello montato sulla Centauro II; le numerose comunalità con la nuova blindo 8×8 offriranno all’EI un beneficio anche in termini di logistica.
Il carro AMV sarà predisposto per l’installazione del sistema satellitare Harrys AN/PRC-152 che consentirà all’equipaggio di comunicare anche dove la VHF SINCGARS non lo permette.
Sarà installato un nuovo impianto per la comunicazione con le truppe appiedate dotate di radio PRR (Personal Role Radio).
Come per lo scafo, tutti i sistemi presenti nella torretta saranno revisionati.
Sono previsti anche eventuali ulteriori upgrade relativi all’installazione di nuove radio, di sistemi C2N/BFSA (Comando Controllo Navigazione / Blue Force Situational Awareness) o di sistemi di auto-protezione, quali il jammer Guardian H3.
CONCLUSIONI
Il programma di ammodernamento è un upgrade di tipo strutturale, che doterà l’Ariete AMV di livelli di mobilità e protezione vicini a quelli dei più moderni carri attualmente in servizio.
E’ importante sottolineare che questo programma consentirà all’industria italiana di rinfrescare le proprie conoscenze tecniche, garantendo all’Italia una modesta autonomia in questo settore anche per gli anni a venire. Ciò ci potrebbe consentire di poter giocare al meglio la partita relativa al carro di nuova generazione europeo, consentendo, nell’improbabile caso di una concreta apertura da parte di Parigi e Berlino, di offrire un contributo di buon livello nell’ambito del programma MGCS. In caso contrario, le nostre aziende potrebbero proporsi come capofila di un programma europeo alternativo, o ancora di consorziarsi con partner extra-europei ottenendo un ruolo di rilievo. Starà poi alla politica riuscire a tracciare la via migliore da seguire per tutelare al meglio l’interesse nazionale.
(Fonti delle notizie: Web, Google, Alephas, Autieri, RID, Panorama Difesa, Wikipedia, You Tube)