Roma. Venerdì 9 aprile, l’Italian SST Operations Center (ISOC), operato congiuntamente dal Comando delle Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (FE) – Centro SSA (COA- CSSA) e dal Reparto Sperimentale di Volo – Gruppo Ingegneria per l’Aero-Spazio (RSV-GIAS) di Pratica di Mare (RM), in coordinamento con il Comando delle Operazioni Spaziali (COS) dello Stato Maggiore Difesa, ha monitorato l’evoluzione di un potenziale evento ad elevata probabilità di collisione tra due oggetti spaziali di classe “large” in orbita bassa, non manovrabili. Gli oggetti spaziali coinvolti nell’evento erano un satellite meteorologico statunitense, non più operativo, denominato OPS 6182 lanciato nel 1978, ed uno stadio di un lanciatore russo, denominato SL-8 R/B lanciato nel 1981. Entrambi gli oggetti si trovavano ad una quota di circa 770-780 km.
Da una preliminare analisi effettuata dall’ISOC, il Time of Closest Approach (TCA), cioè la previsione dell’istante della potenziale collisione, era stimato per il 9 aprile alle ore 17:18 UTC (19:18 ora italiana), con un distanza minima tra i due oggetti dell’ordine di 20 metri ed una probabilità di collisione di circa il 20%. Inoltre, grazie ai modelli ed agli algoritmi di simulazione implementati in ISOC, è stato stimato che una frammentazione dei due oggetti derivante da una loro eventuale collisione avrebbe generato almeno 400 oggetti con un diametro maggiore di 20 cm e un numero complessivo di frammenti superiore ai 4 milioni, rappresentando potenzialmente un ulteriore notevole pericolo per tutti i satelliti operativi in orbita bassa.
L’evento di possibile collisione è stato osservato rilevato grazie allo screening effettuato nell’ambito della cooperazione dell’Unione Europea sulla Space Surveillance and Tracking (EU SST), a cui l’Italia partecipa dal 2015 (EUSST Consortium) grazie ad una collaborazione nazionale fra ASI, INAF e Ministero della Difesa. Il Consorzio, infatti, eroga agli utenti registrati i servizi di Conjunction Analysis, Re-entry Analysis e Fragmentation Analysis, allo scopo di limitare la proliferazione di detriti spaziali e di contribuire alla salvaguardia di infrastrutture, mezzi e servizi spaziali sia europei che nazionali.
Lo spazio
In tale ambito, l’ISOC rappresenta il Centro Operativo nazionale di riferimento ed è in grado di coordinare l’impiego dei vari sensori nazionali (radar, ottici e laser) per la misurazione delle orbite di oggetti spaziali di interesse. Nel dettaglio,
l’evento è stato seguito grazie ai sensori radar italiani MFDR-LR e BIRALES, che sono stati impiegati dall’ISOC in collaborazione con il Poligono Interforze del Salto di Quirra e con l’Istituto Nazionale di Astro-Fisica, sensori che hanno rilevato i due oggetti ancora integri durante i passaggi successivi al TCA.
Nel quadro di implementazione della strategia dell’AM e della Difesa in tema Space Situational Awareness (SSA), l’ISOC è attualmente in corso di transizione dal RSV-GIAS al neo-costituito Centro SSA del COA di Poggio Renatico, il cui compito è quello di supportare l’AM ed il COS fornendo i servizi di SSA, quali elementi abilitanti per la definizione di una Space Domain Awareness (SDA) nazionale, al servizio del Sistema Paese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’articolo SPAZIO: l’ITALIAN SST OPERATIONS CENTER monitora oggetti spaziali con elevata probabilità di collisione proviene da Report Difesa.