SPECIALE 4 NOVEMBRE. Ancona nella storia della Grande Guerra. Ministro Guido Crosetto: “L’Italia impegnata per consolidamento della tregua in Medio Oriente e per arrivare a una anche in Ucraina”
ANCONA (dal nostro inviato). La storia militare della Grande Guerra non è fatta solo di battaglie sulle cime alpine o di trincee ma ha un aspetto legato al mare a al cielo.
La scelta di festeggiare, ieri, il 4 Novembre nel capoluogo marchigiano non è stata una causalità ma si è voluto ricordare, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del ministro della Difesa Guido Crosetto, del capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano e delle più alte cariche dello Stato politiche, militari, religiose e di rappresentanti delle istituzioni regionali, provinciali e cittadine il ruolo strategico che Ancona ebbe nella Grande Guerra.

STORIA
Infatti, il porto, già vitale per la vita commerciale della città, venne trasformato in una base militare fin dai mesi della neutralità: qui furono installati depositi, officine e reparti di sorveglianza, e
soprattutto vi operarono i sommergibili e le flottiglie dei MAS, piccole unità veloci e leggere che divennero simbolo della guerra navale italiana.
La città fu un vero avamposto offensivo della Regia Marina, in grado di minacciare direttamente le basi austro-ungariche di Pola e di Càttaro. Dal porto salparono gli equipaggi protagonisti di due delle imprese più celebri della guerra sul mare: la beffa di Buccari, del febbraio 1918 e l’azione di Premuda, del giugno dello stesso anno, entrambe divenute parte della memoria del nostro Paese.
Gli austriaci colpirono Ancona all’alba del 24 maggio 1915, poche ore dopo la dichiarazione di ostilità.

E le navi dell’Impero austro-ungarico bombardarono a lungo la costa marchigiana e in particolare Ancona. Per oltre un’ora e un quarto la città fu bersagliata dal tiro dell’artiglieria navale che colpì il porto, i binari della ferrovia e molti edifici civili.
La cattedrale di San Ciriaco riportò gravi danni e interi quartieri vennero sconvolti dalle esplosioni. Il bilancio fu di 63 vittime tra civili e militari, perdite dolorose che segnarono profondamente la
popolazione.
Un bombardamento che causò distruzioni e lutti ma non riuscì a paralizzare le attività militari, anzi, spinse le autorità a rafforzare le difese costiere e ad accrescere la centralità di Ancona nel dispositivo italiano sull’Adriatico.
Gli attacchi nemici non finirono qui. Nel 1918, quando la guerra volgeva ormai al termine, Ancona fu nuovamente al centro di un’azione ostile, con la tentata incursione di un reparto austro-ungarico
. Cinquantanove marinai e quattro cadetti salparono da Pola con l’obiettivo di infiltrarsi nel porto, sabotare sommergibili e impossessarsi di alcuni MAS per rientrare in territorio nemico.

Lo sbarco avvenne però per errore a Marzocca, diversi chilometri a Nord della città, costringendo gli incursori a una marcia notturna verso la città. Raggiunta la Mole Vanvitelliana, dove di solito erano ormeggiati i mezzi italiani, scoprirono che i MAS erano stati spostati a seguito di un allarme. Colti di sorpresa nei pressi dello zuccherificio del Mandraccio, furono affrontati da Finanzieri e Carabinieri che, pur in numero esiguo, riuscirono a costringerli alla resa.
Tutto questo passò alla storia come “la beffa al contrario di Ancona” che esaltò la determinazione delle forze locali e l’attenzione che l’Impero austro-ungarico continuava a riservare a questa base strategica, anche a guerra quasi conclusa.
La città fu così consacrata come uno dei principali avamposti italiani nell’Adriatico della Grande Guerra.
Gli ultimi mesi del conflitto furono molto intensi. Il 15 giugno del 1918 gli austro-ungarici attaccarono nuovamente e, dopo 10 giorni, furono obbligati dalla strenua resistenza della fanteria e dell’artiglieria italiane a ritirarsi oltre il Piave, al termine della Battaglia del Solstizio.

La svolta sul fronte italiano si completò definitivamente giusto un anno dopo Caporetto. Il 24 ottobre 1918, infatti, l’Esercito, forte di 12 Armate con importanti contributi alleati, nonostante le tensioni interne all’Impero austro-ungarico, passò all’offensiva contro un avversario ancora militarmente molto organizzato.
E così l’offensiva sul Piave fa parte di un più ampio disegno interforze che vide impiegata la neo costituita Brigata Marina che, dall’ottobre del 1917, assicurava la difesa a oltranza di Venezia e la copertura del fianco a mare della Terza Armata.
Inoltre, l’Aviazione del Corpo Aeronautico del Regio Esercito, effettuò precisi ed efficaci bombardamenti sulle linee nemiche.
In soli tre giorni i nostri soldati oltrepassarono il Piave e occuparono Vittorio Veneto, nell’ultima battaglia del conflitto.
Il 3 novembre Trento e Trieste furono annesse alla Patria.
Nei pressi di Padova, a Villa Giusti, le parti belligeranti firmarono l’armistizio, entrato in vigore alle ore 15 del 4 novembre.
LA CERIMONIA DI ANCONA
La Giornata di Unità nazionale e delle Forze Armate è iniziata con questo messaggio del ministro della Difesa, Guido Crosetto rivolto a tutti i militari: “Con grande emozione mi rivolgo a voi, donne e uomini della Difesa. Ogni giorno, osservando il vostro impegno, ritrovo il senso autentico del servire lo Stato: con serietà, disciplina, responsabilità e umanità. Servire significa mettersi al servizio degli altri, della collettività, della Patria, consapevoli che il contributo di ciascuno di noi si intreccia con quello degli altri, formando la trama solida che protegge la nostra Repubblica.

Il 4 novembre è il momento in cui l’Italia guarda alla propria storia e riconosce che ciò che siamo oggi è frutto del coraggio e del sacrificio di generazioni di donne e uomini che hanno scelto di servire, difendere e proteggere, anche a costo della vita. È l’occasione per celebrare il ruolo delle Forze Armate nel tessere quella rete di sicurezza, coesione e fiducia che permette alla nostra comunità di vivere in pace.
Viviamo, oggi, tempi complessi, in cui la pace non è più scontata. Le guerre del XXI secolo, infatti, non si combattono solo sul terreno. Si combattono nello spazio, nel cyberspazio, nella dimensione cognitiva, attraverso una guerra ibrida e invisibile che si gioca sui dati, sull’informazione, sulle percezioni.
Per questo il vostro lavoro, donne e uomini della Difesa, militari e civili, è così importante. Con professionalità e generosità garantite ogni giorno la serenità e il benessere dei cittadini, difendendo i principi che sono alla base della nostra democrazia e del vivere insieme. L’umanità con cui operate è ciò che vi distingue e che rappresenta la vera forza dell’Italia: la capacità di comprendere, di ascoltare, di aiutare, di tendere la mano, di costruire ponti.
Il tema di quest’anno – “Difesa, la forza che unisce” – non è uno slogan. È un principio concreto, un messaggio che attraversa ogni azione delle Forze Armate. La Difesa lega territori e generazioni, collega città e borghi, accorcia le distanze tra la periferia e il cuore dello Stato. Unisce perché costruisce fiducia: tra istituzioni e cittadini, tra cittadini stessi, tra chi opera nei reparti e chi riceve la protezione dello Stato. Fiducia che nasce dal senso di responsabilità, dalla coerenza tra parole e azioni, dalla capacità di proteggere senza compromettere etica, rispetto e dignità.
Essere la forza che unisce significa proteggere in tutti i sensi del termine: esserci dove c’è bisogno, sostenere le comunità, garantire sicurezza e soccorso con competenza e dedizione. Significa custodire la memoria dei nostri Caduti. Ricordarli non come un atto simbolico, ma come fondamento dell’identità della Difesa e della Repubblica.
I Caduti che, così come chi porta nel corpo e nel cuore i segni del dovere, ci insegnano che il servizio è fatto di coraggio, di responsabilità, di sacrificio. La loro memoria è il filo che ci lega a ciò che conta davvero: la vita, la libertà, la dignità dell’altro.
Essere la forza che unisce significa anche portare l’Italia nel mondo con autorevolezza. Ogni missione internazionale, ogni operazione di pace, ogni presenza all’estero è un ponte di dialogo, fiducia e attenzione. L’Italia è credibile perché le sue Forze Armate incarnano valori universali: professionalità, dedizione, disciplina, lealtà e rispetto della vita umana. La Difesa unisce il Paese dentro e fuori i confini, contribuendo alla pace e alla stabilità internazionale.
Quando parlo di Difesa, penso sempre anche alle famiglie delle donne e degli uomini in uniforme, un elemento essenziale e troppo spesso dimenticato. Le famiglie sono un pilastro silenzioso del servizio: sostengono, accompagnano, condividono fatiche e preoccupazioni, mantenendo saldo il legame con chi serve lontano dai propri affetti. Il sacrificio delle famiglie non è meno importante di quello di chi indossa la divisa e non può essere scordato.
Senza di loro, il servizio delle Forze Armate non sarebbe lo stesso. Onorarle significa riconoscere il peso delle loro rinunce, la forza della loro presenza, l’importanza del loro amore e della loro pazienza.
Essere la forza che unisce significa incarnare un ideale condiviso di solidarietà. La Difesa non è solo protezione dello Stato: è testimonianza di ciò che possiamo fare insieme, quando responsabilità individuale e collettiva si fondono, quando il servizio diventa vocazione. È la capacità di ascoltare, comprendere, aiutare, tendere la mano, tradurre i valori in azioni e le azioni in fiducia, sicurezza e coesione.
Il 4 novembre celebriamo tutto questo. La Difesa italiana non è solo reparti e strumenti: è una comunità viva, che unisce l’Italia ai suoi valori più profondi, costruisce ponti tra passato e presente, tra memoria dei Caduti e nuove generazioni. È la forza che rende l’Italia capace di proteggere, sostenere, ispirare.
A voi, soldati, marinai, avieri, carabinieri, personale civile della Difesa, va il mio grazie più sincero; siete l’immagine dell’Italia che serve, che protegge e che difende. Un’Italia che crede nel valore della pace, della solidarietà e della responsabilità. Vi giunga il mio più sincero ringraziamento – e lo dico con orgoglio e riconoscenza – per ciò che fate, per come lo fate, per la responsabilità che portate ogni giorno. E a voi, famiglie, va un ringraziamento altrettanto profondo: il vostro sostegno, la vostra presenza, la vostra pazienza sono parte integrante della nostra forza e della nostra coesione“.

Anche il capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano ha rivolto un messaggio: “Ufficiali, Sottufficiali, Graduati, Soldati, Marinai, Avieri, Carabinieri e Personale civile della Difesa, nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate commemoriamo, insieme al Corpo della Guardia di Finanza, la fine vittoriosa della Prima Guerra Mondiale.
Dopo Caporetto, il nostro Esercito, riposizionato sulla sponda destra del Piave, con un impeto d’orgoglio e sostenuto dall’intera Nazione, riprese con slancio l’iniziativa respingendo le truppe nemiche. Con la battaglia di Vittorio Veneto, poi, tutti gli italiani furono riuniti all’interno dei loro confini, coronando finalmente l’ideale risorgimentale di coesione e di unità della Patria.
Il 4 novembre del 1918, dopo quarantuno mesi di ininterrotti e durissimi combattimenti, il Comando Supremo dell’Esercito Italiano emetteva quindi il Bollettino di guerra n. 1268 che segnava la fine delle ostilità. Il valoroso comportamento dei nostri militari sull’Isonzo, sul Carso, sugli altipiani, sul Grappa e sul Piave, così come sui mari e nei cieli, dimostrò al mondo intero che l’Italia era una Nazione animata da un forte sentimento di popolo.
L’Italia usciva vittoriosa ma, allo stesso tempo, profondamente segnata dall’asprezza della guerra: 650.000 italiani furono costretti ad abbandonare le loro abitazioni lungo le linee del fronte, 6 milioni di soldati italiani furono mobilitati, oltre 650.000 di essi persero la vita mentre circa 1.500.000 rimasero feriti e mutilati.
A loro va, oggi, il nostro grato e deferente pensiero. Senza il loro sacrificio non potremmo celebrare questa ricorrenza. Senza i loro ideali il nostro Tricolore non sventolerebbe. Al ricordo degli eroi di allora, si unisce la riconoscenza verso gli uomini e le donne in uniforme che, anche in tempi più recenti, hanno pagato con la vita o con ferite invalidanti il loro incondizionato servizio alla Patria, prestato in piena fedeltà al giuramento.
L’attuale scenario internazionale caratterizzato da tensioni geopolitiche, conflitti armati, minacce ibride, crisi migratorie e crescenti rischi di terrorismo, nel quale la globalizzazione ha moltiplicato le interconnessioni, ma ha anche aumentato le vulnerabilità delle società moderne, vede la Difesa operare in ambienti complessi e spesso in situazioni di instabilità.
Le Forze Armate italiane sono sempre più coinvolte in missioni nazionali e internazionali, chiamate a rispondere a sfide articolate che vanno ben oltre la semplice difesa fisica del territorio. Minacce ibride, cyberattacchi, operazioni nel dominio spaziale e le manipolazioni nella dimensione cognitiva delineano uno scenario complesso e in continua evoluzione, che richiede un impiego sempre più dinamico e reattivo del personale, esercitazioni congiunte, una maggiore prontezza operativa e una formazione di altissimo livello.
I militari italiani, indipendentemente dal tipo di compito che sono chiamati a svolgere, operano con costante dedizione e grande competenza. Tale impegno, fondato sui valori di solidarietà, disciplina e spirito di sacrificio, è riconosciuto e apprezzato unanimemente in ambito nazionale e internazionale, a conferma del prestigio e della credibilità delle nostre Forze Armate.
Ufficiali, Sottufficiali, Graduati, Soldati, Marinai, Avieri, Carabinieri, Finanzieri e Personale civile della Difesa, siete la più diretta e genuina espressione del carattere e delle virtù nazionali. Ovunque vi troviate ad operare, in Patria o all’estero, in contesti operativi o in attività di supporto, portate sempre nel cuore i valori della nostra Costituzione e gli ideali che la nostra Bandiera incarna, fieri di essere baluardo di sicurezza e libertà della nostra Nazione. E l’Italia tutta vi è grata per quanto fate.
I nostri connazionali sanno, infatti, di poter sempre contare su ciascuno di voi, certi della Vostra professionalità e della Vostra dedizione.
In questa giornata di celebrazione e di memoria nazionale, formulo quindi a tutti Voi, e alle Vostre famiglie, che con voi condividono le rinunce derivanti dalla vostra scelta di servire la Patria, i più sinceri e sentiti auguri”.
Sul luogo della cerimonia al Porto Antico di Ancona ogni Forza Armata e la Guardia di Finanza hanno portato per farli conoscere al pubblico alcuni mezzi in dotazione,
L’Esercito ha schierato un LUH (Light Utility Helicopter), aeromobile altamente versatile, progettato per svolgere un’ampia gamma di missioni, tra cui esplorazione, scorta e antincendio boschivo, una Blindo Centauro 2, piattaforma da combattimento di ultima generazione in dotazione alle unità di Cavalleria di linea, digitalizzata ed equipaggiata con sistemi all’avanguardia che assicurano potenza, precisione di fuoco e massima protezione all’equipaggio.

Ed ancora: un Veicolo Blindato Medio Freccia controcarri, una piattaforma moderna e digitalizzata, che equipaggia le forze medie. Questa versione è dotata di un cannone da 25 mm e due lanciatori controcarri tipo “Spike”, combinando mobilità e potenza di fuoco; un Veicolo Flyer, attualmente in uso presso le Forze Speciali, che è progettato per missioni di ricognizione in profondità e assalto veloce.

La sua particolarità è la possibilità di essere trasportato tramite aerei ed elicotteri, rendendolo altamente versatile.
Ancorate al Porto le navi della Marina Militare, Martinengo ed Etna.
La prima è una FREMM caratterizzata da elevata flessibilità di impiego operativo. Essa dispone di una eccellente capacità di difesa antiaerea ed antinave, e può impiegare elicotteri NH-90/EH-101.

Mentre Nave “Etna” è un’unità rifornitrice di squadra, la cui missione primaria è assicurare un’elevata flessibilità di impiego e nel tempo ha confermato la capacità di poter essere impiegata per missioni e compiti di varia natura.

Le Capitanerie di Porto-Guardia Costiera hanno esposto Nave “Gregoretti” che svolge principalmente attività di controllo e di vigilanza della pesca marittima con particolare riguardo al contrasto e alla repressione delle attività illecite e di frodo. La piattaforma viene anche impiegata per la ricerca e soccorso, antinquinamento e protezione dell’ambiente marino, polizia marittima/law enforcement e addestramento-formazione per il personale militare del Corpo.

I Carabinieri erano presenti con alcuni mezzi impiegati quotidianamente per l’espletamento delle varie attività istituzionali. Per il servizio di pronto intervento e di controllo del territorio: un’Alfa Romeo “Tonale ” ibrida, in assetto da Radiomobile; una Jeep Avenger full-electric, recentemente assegnata alle Stazioni Carabinieri delle principali città, che rappresenta solo l’ultima delle diverse iniziative dell’Arma in materia di sostenibilità ambientale.

Inoltre, erano presenti anche un Land Rover “Defender 110 B4K”, in dotazione alle Squadre Operative di Supporto (SOS) e alle Aliquote di Primo Intervento (API) e un veicolo mod. Ford “e- transit” adibito a Stazione Mobile, con motore full-electric, allestito per assicurare servizi di prossimità in favore della popolazione.
Per la Guardia di Finanza erano presenti sul luogo della cerimonia un’Alfa Romeo Tonale 1.5 Hybrid 160 cv e un IVECO Daily 50C18.

In aggiunta sono presenti anche un Pattugliatore multiruolo “P.04 OSUM” classe “Bandiera” ed un Guardacoste “G. 114 Puleo “ classe Corrubia”.
L’INTERVENTO DEL CHOD, GENERALE LUCIANO PORTOLANO
Oggi, ha detto nel suo discorso il capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano “celebriamo una Difesa che è davvero la Forza che unisce. Una Difesa spesso declinata come difesa da o difesa contro, ma che io preferisco indicare come difesa per. Una Difesa per la stabilità, per la legalità internazionale e per il rispetto dell’uomo”.
A testimoniare questa dimensione pro-attiva e cooperativa delle nostre Forze Armate ci sono infatti oggi i circa 7.700 militari impiegati fuori dal territorio nazionale, in 40 missioni e operazioni, dal Nord Europa al Sub-Sahara, dal fianco Est dell’Alleanza ai Balcani, dal Mediterraneo all’Oceano Indiano.
“All’Ucraina – ha aggiunto il Generale – forniamo assistenza umanitaria, supporto logistico e addestramento. Nel Medio Oriente e nel Corno d’Africa, svolgiamo, tra le altre, attività di addestramento, assistenza, supporto e di protezione delle rotte marittime, nel pieno rispetto dei principi di imparzialità e del diritto internazionale. Nella Striscia di Gaza, il nostro sostegno alla popolazione civile si concretizza in evacuazioni di feriti, aviolanci di beni essenziali e trasferimenti sanitari. Mentre, da tempo, i nostri Carabinieri, in Cisgiordania, addestrano le forze di polizia palestinesi, operano presso il Valico di Rafah e svolgono funzioni di coordinamento presso l’Office for Security Coordinator for Israel and the Palestinian Authority, in Israele, dove si è recentemente schierato anche altro personale della Difesa, con compiti di collegamento nell’ambito del Civil Military Coordination Centre, a guida statunitense”.
“L’imprevedibilità degli scenari futuri – impone di essere pronti anche a nuove sfide e nuove minacce. Per questo, ci siamo dotati di una strategia militare nazionale, che definisce i princìpi e le caratteristiche dello strumento del futuro. Uno strumento pronto, interforze, tecnologicamente bilanciato e pienamente integrato, quindi all’avanguardia ed efficiente.
In linea con le direttive del ministro stiamo così ristrutturando il nostro modello di Difesa, accelerandone la modernizzazione per dotarci di mezzi, sistemi ed equipaggiamenti che rispondano ai criteri di interoperabilità, interconnettività e intercambiabilità, ed essere così davvero efficaci nel fronteggiare le sfide e le minacce dell’attuale contesto geostrategico con un approccio multidominio. Tutto ciò, senza trascurare il fattore umano, vero asset strategico della Difesa, affinché chi serve la nazione possa sempre sentirsi motivato e gratificato”.
Un processo che richiederà: una revisione organizzativa, il rafforzamento di capacità già esistenti e lo sviluppo di nuove capacità, funzionali e operative, da supportare con adeguati modelli di riserva; le necessarie infrastrutture e infostrutture; una gestione dei dati più sicura, efficace ed efficiente nonché un commisurato incremento degli organici.
INTERVENTO DEL MINISTRO GUIDO CROSETTO
E riprendendo quanto detto dl Generale Portolano, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha evidenziato quanto sia importante il ruolo delle nostre Forze Armate in questo momento storico.
“I militari – ha evidenziato – rinunciano a parti della Costituzione, rinunciano a parti della loro libertà perchè hanno fatto una promessa solenne di difendere il Paese, le sue libere istituzioni e i cittadini”.
La Difesa è un po’ come l’aria. Quando la si ha sembra che non serva. Quando manca se ne sente la necessità di averla,
In tutto questo ragionamento si inserisce un altro passaggio del discorso del ministro: quello dell’addestramento.
Fondamentale per rispondere sempre e rapidamente ad ogni minaccia.
Poi intervenendo al termine della giornata in un breve incontro con i giornalisti il ministro ha detto che “l’Italia è impegnata per il consolidamento della tregua in Medio Oriente e per arrivare ad una tregua anche in Ucraina. Le Forze Armate e la Difesa servono a far sì che non accada quello che vediamo accadere in scenari come quelli di guerra che stiamo vivendo. Noi stiamo cercando di fare tutto ciò che possiamo, non siamo una grande Nazione, ma tutto ciò che è il nostro potere, da una parte perché la tregua si consolidi – lo dico sarà difficile, sarà lunghissimo – e diventi pace in Medio Oriente, e perché si parta finalmente anche in Ucraina, con una tregua che poi ci dia la possibilità di costruire la pace. Quindi aiutiamo l’Ucraina, ma ogni giorno cerchiamo di arrivare a una tregua anche su quei territori”.
Il nostro Paese ha dato la propria disponibilità, sotto diversi aspetti, per quello che c’è da fare in Medio Oriente: parte sanitaria, sminamento, formazione.
“Secondo quello che ci sarà richiesto – ha aggiunto il ministro – abbiamo messo a disposizione una varietà di ipotesi e ci coordineremo con la comunità internazionale per vedere quella di cui c’è più bisogno con una garanzia di che totale sicurezza. Non si può pensare di mandare alcun contingente se non si è garantito al massimo, per quanto possibile, la sicurezza delle persone che mandiamo là”.
CURIOSITA’ DELLA GIORNATA
Per ricordare i Caduti di tutte le guerre e delle missioni di pace, è stato adottato quale elemento raffigurativo tangibile il myosotis, come simbolo floreale da indossare nelle giornate in memoria dei Caduti il 2 novembre, commemorazione dei defunti, in occasione della oggi Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, l’11 novembre, giornata del Veterano e il 12 novembre, Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, i militari sono autorizzati a indossare sul bavero sinistro della giacca una spilla raffigurante il myosotis.
La scelta è ricaduta sul nontiscordardime” in quanto rappresenta un fiore con una forte diffusione endemica nel nostro Paese e cromaticamente caratterizzato da una chiara riferibilità nazionale. Infatti il fiore è di colore azzurro Italia, ha 5 petali come le 5 punte della stella d’Italia.
E simboleggia notoriamente fedeltà amore e ricordo eterni; è presente in tutto il territorio nazionale; si presta ad essere facilmente riprodotto anche in forma stilizzata.
Il nonticordadi me è individuabile nel fiore azzurro, simbolo d’ispirazione centrale e durevole del movimento letterario del Romanticismo, ideato dal poeta e filosofo romantico tedesco Novalis nel suo incompleto romanzo di formazione Heinrich von Ofterdingen.
Rappresenta il desiderio, l’amore e lo sforzo metafisico di accostarsi all’infinito e all’irraggiungibile, tratti tipici della corrente romantica.
La manifestazione si è conclusa con il sorvolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale e gli onori finali al Presidente della Repubblica.

Le Frecce Tricolori sono espressione dei Reparti operativi dell’Aeronautica Militare. Amate e ammirate nel mondo, sono un simbolo prestigioso del made in Italy e dello stile italiano del volo. La Pattuglia Acrobatica Nazionale, incarna professionalità, passione e spirito di squadra propri dell’Aeronautica Militare.
E dopo il sorvolo della PAN dalla FREMM “Martinengo” sono stati esplosi 21 colpi di salve di cannone al termine della giornata di festa. Questo momento segna i più alti onori militari che le Forze Armate tributano al loro Comandante, il Presidente della Repubblica.
Questa manifestazione di rispetto deriva dalla Marina visto che nel XIV secolo, le navi da guerra dovevano svuotare i cannoni prima di entrare in un porto per dimostrare le loro intenzioni pacifiche.
I marinai annunciavano la loro entrata al porto e che non avevano intenzione di combattere. Così sparavano 7 colpi nel rispetto, molto verosimilmente, del simbolismo religioso che aveva tale numero: il numero 7 indica la totalità e la completezza.
I primi regolamenti stabilivano che in risposta ad ogni colpo sparato dalle navi i cannoni schierati a difesa dei forti dovevano spararne 3, grazie ad una maggiore velocità di ricaricamento oltre che alle maggiori quantità di polvere da sparo a disposizione.
Anche in questo caso la scelta del numero 3 è legata, molto probabilmente, al simbolismo religioso di tale numero.
Si arriva a fissare il saluto dell’artiglieria a 21 salve di cannone per i capi di Stato e un numero decrescente con il grado del destinatario dell’onorificenza.
IL CONFERIMENTO DELLA CROCE DI CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE D’ITALIA
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella conferirà la croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia a otto bandiere di guerra:
- Bandiera di guerra dell’Esercito Italiano
- Bandiera di Guerra del 9° Reggimento Alpini
- Bandiera di Guerra del 183° Reggimento Paracadutisti “Nembo”
- +Bandiera di Guerra del Comando Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo
Tesei” - Bandiera di Combattimento di Nave Caio Duilio
- Bandiera di Combattimento di Nave Virginio Fasan
- Bandiera di Guerra del 6° Stormo
- Bandiera di Guerra del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”.
- L’ Ordine Militare d’Italia è destinato a ricompensare “le azioni distinte compiute in guerra da unità delle Forze Armate nazionali o da singoli militari ad esse appartenenti, che
abbiano dato sicure prove di perizia, di senso di responsabilità e di valore.” Può essere conferito anche in occasione di operazioni militari compiute in tempo di pace,
“alla memoria” e “alla Bandiera”.
Queste le motivazioni
Bandiera di guerra dell’Esercito Italiano
“INTERPRETE DEI PIÙ ALTI IDEALI DI ONORE E SENSO DEL DOVERE, L’ESERCITO ITALIANO HA OPERATO CON ININTERROTTA DEDIZIONE SUL TERRITORIO NAZIONALE E NEI PIÙ COMPLESSI SCENARI ESTERI, CONFERMANDOSI IMPERITURO PROTAGONISTA DI VICENDE SEGNATE DA CORAGGIO E VALORE.

CON ESEMPLARE PERIZIA E DETERMINAZIONE, GLI UOMINI E LE DONNE DELL’ESERCITO SI SONO DISTINTI PER L’ALTISSIMA PROFESSIONALITÀ E SPIRITO DI SACRIFICIO, A DIFESA SIA DEL FIANCO EST DELL’ALLEANZA ATLANTICA SIA DELLE TURBOLENTE TERRE LIBANESI, A SEGUITO DELL’ACUIRSI DELLE TENSIONI.
IN UN CONTESTO INTERNAZIONALE CARICO DI INSTABILITÀ E MINACCE, I SOLDATI ITALIANI, IMPIEGATI A PRESIDIO E SORVEGLIANZA DELLA SICUREZZA NAZIONALE CON L’OPERAZIONE “STRADE SICURE”, HANNO OPERATO CON DEDIZIONE E ABNEGAZIONE A SUPPORTO DELLA COLLETTIVITÀ. ESEMPIO DI AMOR PATRIO, HA SUSCITATO L’UNANIME PLAUSO DELLA NAZIONE E DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE, INCARNANDO CON FIEREZZA LE PIÙ NOBILI VIRTÙ MILITARI” (Territorio nazionale ed estero, 2008 – 2025).
Bandiera di Guerra del 9° Reggimento Alpini dell’Esercito
“PRESTIGIOSO REGGIMENTO ALPINI DALLE GLORIOSE TRADIZIONI, IMPIEGATO NEI VARI TEATRI DI CRISI, HA OPERATO CON ECCEZIONALE PERIZIA, ASSICURANDO SEMPRE UN PREZIOSO E PRONTO SUPPORTO ALLE ISTITUZIONI LOCALI. DISTINTOSI PER LA NON COMUNE CAPACITA’ DI AFFRONTARE CON FERMA DETERMINAZIONE SITUAZIONI COMPLESSE DA PERSISTENTI CONTRASTI ETNICO- RELIGIOSI, IL 9° REGGIMENTO ALPINI HA DIFESO CON ESTREMO CORAGGIO E ALTISSIMO SENSO DEL DOVERE LA SICUREZZA DELLE POPOLAZIONI LOCALI E DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE. CHIARO ESEMPIO DI STRAORDINARIA EFFICACIA E GENEROSO ALTRUISMO, CON IL SUO VALOROSO OPERATO HA CONTRIBUITO AD ELEVARE IL PRESTIGIO DELL’ITALIA E DELLE SUE FORZE ARMATE IN CAMPO INTERNAZIONALE (Afghanistan, 2005, 2006, 2008, 2010, 2012/13; Kosovo, 2007, 2023; Libia, 2017).

Bandiera di Guerra del 183° Reggimento Paracadutisti “Nembo” dell’Esercito
“REGGIMENTO PARACADUTISTI DI ECCEZIONALE TEMPRA, COSTANTEMENTE IMPEGNATO NEI PIU’ COMPLESSI SCENARI DI CRISI INTERNAZIONALI, HA DATO PROVA DI STRAORDINARIA PROFESSIONALITA’ E SENSO DEL DOVERE. OPERANDO CON SPREZZO DEL PERICOLO E ELEVATISSIMO VALORE FINO ALL’ESTREMO SACRIFICIO NEL CONTRASTO ALLA MINACCIA TERRORISTICA, HA GARANTITO LA SICUREZZA DELLE POPOLAZIONI LOCALI, CONTRIBUENDO ALLA PERFETTA RIUSCITA DELLE MISSIONI. FULGIDO ESEMPIO DI UNITA’, CHE CON IL SUO CORAGGIOSO AGIRE HA RISCOSSO IL PLAUSO E L’AMMIRAZIONE DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE, ACCRESCENDO IL LUSTRO E IL PRESTIGIO DELL’ITALIA E DELLE FORZE ARMATE (Afghanistan 2011, 2013; Libano 2017/18).

Bandiera di Guerra del Comando Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” della Marina Militare
“CUSTODE ED EREDE DIRETTO DELLE GLORIOSE IMPRESE DEI MEZZI D’ASSALTO, IL RAGGRUPPAMENTO SUBACQUEI ED INCURSORI DELLA MARINA MILITARE RAPPRESENTA UNA SINTESI DI SOMMI VALORI FONDATI SUL DOVERE, LO SPIRITO DI SACRIFICIO E L’ELEVATISSIMA PREPARAZIONE DEL PROPRIO PERSONALE. IMPEGNATO IN MEDIO ORIENTE, NEL CONTESTO DELL’OPERAZIONE AQUILA OMNIA PER IL RIMPATRIO DI CONNAZIONALI DA UN TEATRO OPERATIVO COMPLESSO E CON UN’ELEVATA E INCOMBENTE MINACCIA, NONCHE’ IN INTERVENTI DI SALVATAGGIO A FAVORE DELLE POPOLAZIONI DELL’EMILIA ROMAGNA DURAMENTE COLPITE DA RECENTI EVENTI ALLUVIONALI, HA SEMPRE OPERATO CON GRANDE EFFICACIA, CORAGGIO E DEDIZIONE, DIMOSTRANDO STRAORDINARIA ABILITA’ E PROFESSIONALITA’.
CON IL SUO STRAORDINARIO OPERATO, CONTRIBUIVA AD ACCRESCERE IL LUSTRO E IL PRESTIGIO DELL’ITALIA E DELLE SUE FORZE ARMATE SIA IN AMBITO NAZIONALE
SIA NELLO SCENARIO INTERNAZIONALE” (Afghanistan agosto 2021; Emilia Romagna – maggio 2023)

Bandiera di Combattimento di Nave “Caio Duilio”
“IMPEGNATA NELLA MISSIONE EUROPEA “ASPIDES” PER SALVAGUARDARE LA LIBERTA’ DI NAVIGAZIONE NELLE ACQUE DEL MAR ROSSO E GOLFO DI ADEN, HA GARANTITO MOLTEPLICI PATTUGLIAMENTI E ATTIVITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO RAVVICINATO DI MERCANTILI DISTINGUENDOSI PER AVER, IN 3 DIVERSE AZIONI, RILEVATO E ABBATTUTO DRONI, CONCRETA MINACCIA PER LE UNITA’ SCORTATE.
NELLE CORRELATE AZIONI DI FUOCO LA NAVE DIMOSTRAVA ELEVATISSIMO GRADO DI PRONTEZZA, REATTIVITA’ E RAPIDITA’ D’INTERVENTO NELLA CONDUZIONE DELLE NECESSARIE MANOVRE CINEMATICHE ED ECCELLEVA ANCHE NEL COORDINARE L’INTERVENTO DI ASSETTI AEROTATTICI DI NAZIONE AMICA PRESENTI NELL’AREA, SUSCITANDO IL PLAUSO DELLE RELATIVE AUTORITA’ MILITARI.
NEL DARE EVIDENZA DI FLESSIBILITA’ TATTICA E VERSATILITA’ STRATEGICA DEL PROPRIO ARTICOLATO COMPLESSO CAPACITIVO DI SENSORI E SISTEMI D’ARMA, HA ASSICURATO UN CONCRETO APPORTO ALL’OPERAZIONE ASPIDES, DANDO LUSTRO E PRESTIGIO ALL’ITALIA E ALLE FORZE ARMATE IN CAMPO INTERNAZIONALE (Mar Rosso – Golfo di Aden, 16 febbraio – 24 aprile 2024).

Bandiera di Combattimento di Nave “Virginio Fasan” della Marina Militare
“IMPEGNATA NELL’OPERAZIONE EUROPEA ASPIDES NELLE ACQUE INTERNAZIONALI DEL MAR ROSSO E GOLFO DI ADEN, CONTRIBUIVA ALLA PROTEZIONE DEI MERCANTILI IN TRANSITO SOTTOPOSTI AD ALTO RISCHIO A SEGUITO DEI NUMEROSI ATTACCHI VOLTI AD OSTACOLARE LA LIBERA NAVIGAZIONE.
LO SFORZO SINERGICO E SOSTENUTO DI TUTTO IL SUO EQUIPAGGIO PERMETTEVA DI CONDURRE NUMEROSE ATTIVITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO RAVVICINATO DI UNITA’ MERCANTILI, NEL CORSO DEI QUALI SI E’ DISTINTA PER AVER PRONTAMENTE RILEVATO E ABBATTUTO DRONI, IN QUATTRO DIVERSE AZIONI, CONCRETA MINACCIA PER LE UNITA’ MERCANTILI SCORTATE E PRESENTI NELLE VICINANZE.
CON IL SUO OPERATO HA CONTRIBUITO A CONTENERE IL CALO DEL VOLUME DI TRAFFICO LUNGO QUESTA ROTTA DI CRUCIALE RILEVANZA GLOBALE, DANDO LUSTRO E PRESTIGIO ALL’ITALIA E ALLE SUE FORZE ARMATE IN CAMPO INTERNAZIONALE (Mar Rosso – Golfo di Aden, 24 aprile – 22 luglio 2024).

Bandiera di Guerra del 6° Stormo dell’Aeronautica Militare
“GLORIOSO STORMO CHE SI DISTINGUE PER LA CONTINUITA’ NELL’IMPIEGO IN MISSIONI, ESERCITAZIONI E ADDESTRAMENTO IN ITALIA E ALL’ESTERO PER
GARANTIRE IL MASSIMO LIVELLO DI PRONTEZZA OPERATIVA PER L’ITALIA E PER L’ALLEANZA.
NONOSTANTE LO SFORZO NECESSARIO PER LA TRANSIZIONE SULLA LINEA F35, HA SOSTENUTO TUTTI GLI IMPEGNI OPERATIVI ED ADDESTRATIVI NAZIONALI, NATO E DI COALIZIONE CON LA LINEA TORNADO IMPIEGATA IN CAPACITA’ MULTI-RUOLO, OPERANDO INTENSAMENTE PER CIRCA UN ANNO DAL KUWAIT, IN SENO ALL’OPERAZIONE INTERNAZIONALE INHERENT RESOLVE, SUI CIELI DELL’IRAQ.
ALLO STESSO TEMPO, SVILUPPAVA ED INTEGRAVA RAPIDAMENTE LA COMPONENTE F-35 RENDENDOLA PIENAMENTE OPERATIVA E, NONOSTANTE LA PROFONDA TRASFORMAZIONE IN ATTO, CONTRIBUIVA ATTIVAMENTE ALLA CAPACITA’ DI DIFESA AEREA DELLO SPAZIO AEREO NAZIONALE E DELL’ALLEANZA ATLANTICA.
LA TENACIA, LO SPIRITO DI SACRIFICIO E L’EFFICACIA OPERATIVA DIMOSTRATI DAL REPARTO HANNO SUSCITATO UNANIME AMMIRAZIONE TRA LE FORZE AEREE ALLEATE, ACCRESCENDO IL LUSTRO E IL PRESTIGIO DELL’ITALIA E DELLE SUE FORZE ARMATE IN CAMPO INTERNAZIONALE (Teatri nazionali – internazionali e Cieli dell’Iraq- 2024).

Bandiera di Guerra del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”
“FEDELE AI PIU’ ALTI VALORI MILITARI, OFFRIVA STRAORDINARIE E REITERATE PROVE DI ECCEZIONALE CORAGGIO, ELEVATA PROFESSIONALITA’ E ASSOLUTA DEDIZIONE
AL DOVERE SIA NELLE ATTIVITA’ SVOLTE IN PATRIA SIA AL DI FUORI DEI CONFINI NAZIONALI. DALLA LOTTA AL BANDITISMO SICILIANO, AL CONTRASTO A “COSA NOSTRA”,
INTERPRETAVA CON INSTANCABILE ABNEGAZIONE LA RISPOSTA “MILITARE” DELLO STATO ALLE PIU’ AGGUERRITE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI, NON ESITANDO, AL
VERIFICARSI DI CALAMITA’ ED EMERGENZE, A INTERVENIRE IN SOCCORSO DELLE POPOLAZIONI, ANCHE NEGLI SCENARI PIU’ RISCHIOSI, A SALVAGUARDIA DI VITE
UMANE. CON PARI SLANCIO E VALORE OPERAVA NEI PIU’ MARTORIATI TEATRI ESTERI. PARTECIPANDO A MOLTEPLICI ATTIVITA’ PER IL MANTENIMENTO DELLA PACE, LA STABILIZZAZIONE DELLE AREE DI CRISI, L’ADDESTRAMENTO DELLE FORZE DI SICUREZZA LOCALI E L’ASSISTENZA UMANITARIA, ACCRESCENDO IL LUSTRO E IL PRESTIGIO DELL’ITALIA E DELLE SUE FORZE ARMATE IN CAMPO INTERNAZIONALE (Territorio nazionale ed estero, 1920 – 2025)

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L’articolo SPECIALE 4 NOVEMBRE. Ancona nella storia della Grande Guerra. Ministro Guido Crosetto: “L’Italia impegnata per consolidamento della tregua in Medio Oriente e per arrivare a una anche in Ucraina” proviene da Report Difesa.
ANCONA (dal nostro inviato). La storia militare della Grande Guerra non è fatta solo di battaglie sulle cime alpine o […]
L’articolo SPECIALE 4 NOVEMBRE. Ancona nella storia della Grande Guerra. Ministro Guido Crosetto: “L’Italia impegnata per consolidamento della tregua in Medio Oriente e per arrivare a una anche in Ucraina” proviene da Report Difesa.
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