Stop ai militari fuori forma: Washington torna al guerriero duro e pronto a combattere
Negli Stati Uniti il Dipartimento della Guerra ha annunciato un cambio di rotta che promette di incidere profondamente sulla struttura e sulla cultura delle forze armate. In un discorso tenuto alla base di Quantico il 30 settembre 2025, il segretario alla Guerra Pete Hegseth ha dichiarato che non saranno più tollerati militari fisicamente impreparati o con livelli di addestramento giudicati insufficienti.
Il provvedimento si inserisce in un quadro politico e strategico più ampio, in cui l’amministrazione in carica spinge per un ritorno a standard tradizionali di efficienza e rigore. Gli annunci di Hegseth hanno già attirato un forte dibattito negli ambienti militari e politici statunitensi.

Tra le principali misure annunciate spiccano nuovi requisiti fisici: ogni militare in servizio attivo dovrà sostenere esercizi giornalieri e due test annuali di idoneità. Le stesse regole si estendono a riservisti e guardie nazionali, con almeno un test obbligatorio all’anno legato alla specializzazione (armi da combattimento o non combattimento).
Non saranno più tollerati ufficiali generali e ammiragli con peso eccessivo. Inoltre sono stati aggiornati i regolamenti sull’aspetto personale: barba e baffi non autorizzati dovranno essere rimossi, salvo eccezioni limitate.
Per tutti, uomini e donne, i test di fitness e le qualificazioni con le armi saranno uniformi, con standard neutri rispetto al genere.

Il nuovo indirizzo non si limita alla preparazione fisica: il segretario Hegseth ha collegato queste misure a una revisione delle politiche di promozione e mantenimento del personale. L’obiettivo dichiarato è spostare l’attenzione dal rispetto di quote o criteri di diversità verso il merito operativo, riportando al centro la capacità di combattere ed essere fisicamente idonei a qualunque scenario.
Si tratta di un cambio che segna la volontà di ridurre il peso delle politiche di inclusione percepite come eccessive, una scelta che incontra il favore di alcuni ambienti tradizionalisti ma suscita critiche in altre aree delle forze armate e della società civile.
Diversi analisti avvertono che irrigidire gli standard senza un’adeguata pianificazione potrebbe comportare l’esclusione di personale qualificato che eccelle in ambiti tecnici e specialistici. Altri mettono in guardia da possibili ricorsi legali: la legge americana impone che gli standard professionali non discriminino in base al sesso, e il ritorno a parametri “massimali” rischia di scontrarsi con tali principi.

Infine, il costo logistico e organizzativo di un simile cambiamento non è trascurabile: servono risorse, istruttori, infrastrutture e tempo per attuare la nuova politica su scala nazionale.
La mossa di Hegseth invia un messaggio chiaro: riportare l’esercito a un modello fondato su forza fisica e disciplina. È una risposta alle critiche secondo cui le forze armate avrebbero perso coesione e rigore, ma apre interrogativi sul futuro… In un’epoca di conflitti ibridi, cyber e tecnologici, la forma fisica deve tornare a essere il parametro dominante?
Foto: USMC / U.S. Navy
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