Taglio della prima lamiera per le nuove FREMM destinate alla Marina Militare
A distanza di quasi 20 anni dall’accordo iniziale fra i ministeri della Difesa e le Marine di Francia ed Italia, il programma congiunto per le fregate multi-missione europee (FREMM), gestito dall’Organizzazione Congiunta per la Cooperazione in materia di Armamenti (OCCAR) a nome e per conto dei due Paesi, entra nel concreto di una nuova fase che lo porterà ad arricchirsi di due nuove unità navali per la Marina Militare, portando il numero complessivo delle fregate realizzate multiruolo a ben 22.
Con una sobria cerimonia tenutasi oggi presso il cantiere di Riva Trigoso (GE) di Fincantieri, è stato celebrato il taglio della prima lamiera per la prima delle due nuove unità per la Marina Militare. Queste ultime, come confermato dal Ministro della Difesa Lorenzo Guerini nel luglio dello scorso anno, andranno a rimpiazzare le due FREMM cedute all’Egitto: le FREMM Spartaco Schergat ed Emilio Bianchi della classe Bergamini (cui si riferiscono le foto in apertura e qui sotto), costruite ma non ancora consegnate alla Marina Militare italiana.
In aggiunta a tali costruzioni che, sempre secondo quanto dichiarato dal ministro, saranno realizzate senza ulteriori costi per la Marina Militare, l’industria italiana si è impegnata, quale ulteriore compensazione della cessione delle unità, a fornire un pacchetto di supporto per il mantenimento in servizio delle rimanenti tre unità classe Maestrale fino alla consegna delle due nuove FREMM.
Secondo quanto risulta ad AD, il Ministero della Difesa italiano ha dato mandato ad OCCAR di procedere con l’emendamento al programma in essere per il rimpiazzo della nona e decina FREMM, che rappresentano la quinta e sesta unità nella configurazione General Purpose (GP) principalmente destinata alla lotta di superficie (FoS, Follow-On Ship 4 e 5 rispetto alla FoC o First-of-Class o unità capoclasse) con altrettante fregate nella medesima configurazione.
Da quanto riferito al nostro webmagazine, e confermato in linea di principio da OCCAR, entrambe tali unità verranno consegnate entro il 2025, senza ulteriori costi aggiuntivi, fra cui l’implementazione delle modifiche per assicurare il mantenimento delle capacità operative delle nuove unità nel corso della loro vita operativa prevista in almeno 25 anni, anticipando i problemi di obsolescenza con l’implementazione di più moderne tecnologie e sistemi, nell’ambito del budget disponibile.
Un processo di revisione della configurazione delle due nuove unità rispetto alle precedenti già consegnate risulta in corso. Al taglio della lamiera della prima unità seguirà il raggiungimento della Critical Design Review (CDR) a metà circa dell’anno, al fine di valutare e congelare la configurazione finale. Secondo quanto risulta ad AD i principali sistemi ed equipaggiamenti di bordo soggetti a valutazione ed eventuali modifiche, aggiornamenti e potenziamento delle capacità o eventuale sostituzione con altrettanti più moderni, sono rappresentati dal sistema integrato di gestione della piattaforma e sottosistemi e la componente di generazione elettrica di bordo.
Per quanto riguarda il sistema di combattimento, l’attività è incentrata sull’aggiornamento e potenziamento del sistema missilistico per la difesa aerea MBDA SAAM ESD con la famiglia missilistica Aster 15/30 unitamente al radar multifunzionale Leonardo Naval Grand Kronos, nonchè la suite per le comunicazioni.
In tale processo di valutazione per l’applicazione di tecnologie più recenti rispetto a quelle implementate nel corso delle precedenti fasi precedenti del programma, è logico pensare che l’attenzione sia rivolta verso quelle tecnologie e sistemistica sviluppata nell’ambito del programma per la Nuova Legge Navale, che ha dato principalmente origine alle nuove unità tipo PPA, LHD ed LSS. Fonti qualificate hanno riferito ad AD che la prima delle due nuove unità è previsto venga consegnata nel febbraio del 2025 mentre la seconda seguirà nell’agosto dello stesso anno, con un leggero ritardo rispetto alle previsioni determinato dall’impatto della pandemia.
Destinato originariamente a volgere al termine con la consegna della seconda delle due fregate francesi per la difesa aerea, il programma navale italo-francese FREMM si arricchisce di nuove costruzioni in aggiunta alle otto unità per la Francia, alle dieci per l’Italia ed alle due inizialmente costruite per la Marina francese e poi cedute ed oggi in servizio rispettivamente con la Marina del Marocco e dell’Egitto.
A questo si aggiunge lo sviluppo del supporto tecnico-logistico in servizio, che rappresenta un importante volano per l’industria cantieristica, della difesa e relative supply chain dei due Paesi.
Un successo che è andato oltre i confini europei grazie alle scelte governative ed alle rinomate capacità industriali dei due Paesi. In aggiunta al mercato dell’export, che potrebbe ulteriormente allargarsi, la piattaforma italiana è stata prescelta dalla US Navy per il programma FFG classe Constellation, a dimostrazione che l’industria di settore e le relative soluzioni e prodotti, con il supporto del sistema Paese, è in grado di competere ed ottenere importanti successi a livello internazionale.
A distanza di quasi 20 anni dall’accordo iniziale fra i due Paesi e le rispettive Marine, il programma congiunto italo-francese FREMM rappresenta un successo non soltanto per la cooperazione fra i due Paesi, che hanno deciso di far confluire tale programma sotto OCCAR con evidenti benefici per le sinergie gestionali, realizzative, di supporto in servizio e di vetrina a livello internazionale, ma anche sullo scenario dei programmi navali e della cantieristica mondiale, quale primo esempio di quel consolidamento dell’industria cantieristica militare europea che oggi continua a svilupparsi ed imprimere un’ulteriore svolta nel settore militare, con le attività di Fincantieri, Naval Group, Thales, Leonardo ed MBDA.
Foto Marina Militare e Fincantieri