Televisione: quando la satira ferisce. Riscopriamo il rispetto per chi serve il Paese
Di Paolo Giordani*
ROMA. Viviamo in un tempo strano, dove la televisione sembra aver perso ogni freno e ogni confine.
Un tempo, ricordo che mi indignavo profondamente, e mi indigno ancora oggi, quando sulla rete nazionale vedevo imitare con leggerezza figure istituzionali come il Presidente del Consiglio o alte cariche dello Stato.
Non era una questione di simpatia o antipatia personale, né tantomeno di appartenenza politica: era semplicemente questione di rispetto.
Rispetto per ciò che queste persone rappresentano, per il ruolo istituzionale che incarnano e per la dignità stessa dello Stato.

Il Palazzo del Quirinale sede della Presidenza della Repubblica
Oggi, purtroppo, sembriamo esserci abituati a tutto.
Ridiamo di ogni cosa, spesso senza nemmeno renderci conto delle implicazioni profonde delle nostre risate.
Abbiamo perso il senso civico, quella capacità di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è, ciò che è satira intelligente da ciò che è semplice offesa gratuita.
Persino figure religiose come il Santo Padre diventano oggetto di imitazioni che non rispettano più alcun limite morale o civile.
E così facendo, forse inconsapevolmente, rischiamo di svuotare di significato i valori che ci hanno reso liberi e democratici.
L’episodio recente che ha visto protagonista Luciana Littizzetto, con una battuta infelice e superficiale sui soldati italiani, rappresenta purtroppo il culmine di questa degenerazione.

Un Paracadutista impegnato nell’Operazione “Strade Sicure” a San Pietro
Non si tratta più soltanto di satira, ma di una ferita profonda inflitta a chi ogni giorno indossa con orgoglio la divisa, rischiando la propria vita per garantire la sicurezza e la libertà di tutti noi.
Dietro quella divisa ci sono uomini e donne che hanno scelto di servire il Paese con dignità, sacrificio e coraggio.
Ci sono famiglie che aspettano a casa, con il cuore sospeso, il ritorno dei loro cari impegnati in missioni delicate e pericolose.
A loro, ai nostri soldati, dobbiamo rispetto e gratitudine, non superficialità e battute offensive.
Forse chi ride non ha mai visto un militare salutare la propria famiglia prima di partire in missione, non ha mai visto gli occhi di un figlio o di una moglie attendere con ansia il ritorno di chi ama.
Forse chi ride non conosce il dolore silenzioso di chi ha perso un compagno sul campo, né comprende il valore di una Bandiera che viene piegata con onore e consegnata a una madre o a un padre che ha perso un figlio in servizio.

Carabinieri e poliziotti in attività operativa
Diamo per scontato che gli appartenenti alle Forze Armate, così come le Forze di Polizia, i Carabinieri, Guardia di Finanza, e tutte le altre Forze dell’Ordine, siano sempre lì, pronte a proteggerci, a tutelare la nostra sicurezza, a soccorrerci nei momenti difficili.

Il valico doganale presidiato dalla Guardia di Finanza
Ma proviamo per un attimo a domandarci: e se non lo facessero? E se non ci fossero?
Se un giorno, improvvisamente, non avessimo più chi è disposto a rischiare la propria vita per la nostra sicurezza e libertà?
Certo, non succederà mai, perché questi uomini e donne straordinari, questi Angeli silenziosi, pur avendo anche loro paura, pur provando timore per la propria vita, trovano sempre il coraggio di onorare la divisa che indossano e compiere fino in fondo il proprio dovere.
Forse solo immaginando un mondo senza di loro riusciremmo davvero a comprendere il valore immenso e irrinunciabile del loro lavoro, silenzioso, quotidiano e spesso poco riconosciuto.
Abbiamo perso la memoria storica, la consapevolezza civica, il rispetto per le nostre istituzioni e per chi le rappresenta.
Abbiamo dimenticato che dietro la nostra libertà ci sono sacrifici enormi, pagati spesso con il prezzo più alto.
È tempo di fermarci e riflettere, di recuperare il senso della misura, il rispetto e la gratitudine verso chi ci protegge ogni giorno, lontano dai riflettori e spesso nell’ombra.
È tempo di guardare negli occhi quei soldati, quei carabinieri, quei poliziotti, quegli uomini e quelle donne che servono il Paese con dignità e coraggio, e dire loro semplicemente “grazie”.
Solo riscoprendo il valore del rispetto e della gratitudine verso chi indossa con onore la divisa potremo tornare ad essere un popolo degno della libertà che ci è stata donata.
Perché la libertà non è mai stata gratuita, e non dobbiamo mai dimenticarlo.
*Presidente Istituto Diplomatico Internazionale
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Di Paolo Giordani* ROMA. Viviamo in un tempo strano, dove la televisione sembra aver perso ogni freno e ogni confine. Un tempo, ricordo che mi indignavo profondamente, e mi indigno ancora oggi, quando sulla rete nazionale vedevo imitare con leggerezza figure istituzionali come il Presidente del Consiglio o alte cariche dello Stato. Non era una questione di simpatia o antipatia personale, né tantomeno di appartenenza politica: era semplicemente questione di rispetto. Rispetto per ciò che queste persone rappresentano, per il ruolo istituzionale che incarnano e per la dignità stessa dello Stato. Oggi, purtroppo, sembriamo esserci abituati a tutto. Ridiamo
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