Verso l’estensione della vita operativa del caccia MiG-31
Il caccia intercettore russo MiG-31, “Foxhound” per la NATO, avrà probabilmente una seconda vita: fonti del complesso militare-industriale e del dipartimento militare hanno riferito all’agenzia di stampa Izvestia che la questione dell’estensione della vita operativa dei MiG-31 è attualmente allo studio al fine di consentirne l’utilizzo per almeno altri dieci anni.
Poichè si tratta di una piattaforma unica considerata in grado di ingaggiare qualsiasi bersaglio volante (aereo, drone, missili da crociera o velivoli ipersonici) non è contemplabile al momento una radiazione in attesa di un futuro intercettore (noto con la sigla di PAK-DP o MiG-41) ancora di là da venire.
I tecnici ritengono che la cellula del velivolo realizzata utilizzando anche titanio consenta, dopo un radicale aggiornamento, di volare per molto tempo ancora.
Secondo le fonti sopra citate la questione dell’estensione della vita operativa degli intercettori supersonici MiG-31 è allo studio ma la decisione finale verrà presa solo in base ai risultati del lavoro di ricerca e sviluppo (R&S) già iniziato e con un programma definito e suddiviso in due fasi.
La prima entro la fine del 2021 prevede prove per confermare l’allungamento della vita di ogni cellula a 3000 ore di volo; la seconda entro la fine del 2022 per l’estensione finale a 3500 ore di volo.
Tutti i MiG-31BM attualmente in servizio (130/150 macchine) sono stati costruiti tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 e la loro durata di vita è limitata a 2500 ore di volo, pertanto allungarne la vita di mille ore consentirà ai “Foxhound” di rimanere in servizio almeno fino alla metà degli anni ’30.
A tal proposito lo scorso anno la UEC (United Engine Corporation, in russo ODK) aveva annunciato di essere pronta attraverso la Perm Motor Plant (PMZ) a riprendere rapidamente la produzione di componenti e sistemi chiave degli esclusivi motori D-30F6 installati sul MiG-31.
La PMZ aveva prodotto infatti circa 1.600 motori di questo tipo nel periodo 1979-1992 ma, com’è intuibile a causa dell’elevato utilizzo della flotta di MiG-31 nell’ultimo decennio lo stock di motori di ricambio si sta esaurendo e la Difesa è corsa ai ripari. Secondo le fonti aziendali entro il 2022 l’azienda sarà in grado di fornire dei kit di riparazione e sostituzione comprendenti numerose ed estese parti.
Non dimentichiamo infine che la recente dotazione del missile ipersonico aria-superficie Kh-47M2 Kinžal sugli speciali MiG-31K (dotato di nuove apparecchiature di bordo, una maggiore quantità di carburante e speciali apparecchiature di comunicazione) o ancora il futuro sistema missilistico antisatellite Kontakt in dotazione ai futuri MiG-31DZ fanno del caccia intercettore un velivolo al momento insostituibile e dalle molteplici risorse in grado di adottare una gamma di armamenti.
Incluso il sistema aria-aria a lungo raggio R-37M in grado secondo il costruttore di colpire bersagli aerei ad alta velocità potendo accelerare nella fase finale di volo fino a Mach 6.0 su una distanza massima che dipende dal profilo d’impiego: 150 km per un lancio diretto e fino a 300 km per un lancio ad alta quota tipico dei missili da crociera e inoltre può ingaggiare bersagli da qualsiasi altitudine compresa tra 15 e 30.000 metri.
A proposito del Kh-47M2 Kinžal nel 2018 dieci MiG-31K sono entrati in modalità di combattimento sperimentale nel sud del paese e in quel caso le esercitazioni hanno dimostrato in pratica la possibilità di colpire bersagli con i Kinžal ad una distanza di almeno 800 chilometri. Secondo Mosca l’alta velocità e la capacità di manovra rendono il missile ipersonico in questione invulnerabile ai moderni sistemi di difesa aerea.
Foto Ministero della Difesa Russo