Trump accelera sul ritiro dall’Afghanistan
Il presidente Trump ha twittato il 7 ottobre che tutte le truppe americane dovrebbero lasciare l’Afghanistan entro Natale. “Dovremmo avere a casa, il piccolo numero dei nostri uomini e donne coraggiosi che servono in Afghanistan entro Natale!”, ha scritto nel tweet, cogliendo di sorpresa il Pentagono, che si è rifiutato di commentare l’annuncio.
Il 7 ottobre il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O’Brien aveva annunciato, a Las Vegas, che il numero delle truppe americane in Afghanistan sarebbe stato ridotto da 4.500 a circa 2.500 a partire dall’inizio del 2021, ma nessuno aveva mai indicato la scadenza di Natale.
Entro metà ottobre verrà completata la riduzione delle forze USA in Afghanistan da 8.600 unità a 4.500 ma una ulteriore riduzione a 2.500 ridurrebbe al lumicino le capacità d’intervento statunitensi a supporto delle forze di Kabul.
Né pare ipotizzabile che altri contingenti alleati restino in Afghanistan: il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha infatti resi noto che gli alleati ritireranno le proprie forze in concomitanza con il rimpatrio delle truppe statunitensi annunciato dalla Casa Bianca e che dovrebbe avvenire entro fine anno.
“Abbiamo deciso insieme di andare in Afghanistan, procederemo insieme alla riallocazione delle forze e lasceremo il Paese insieme”, ha concluso Stoltenberg.
Le continue sollecitazioni della Casa Bianca ad affrettare il ritiro ha indotto il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid, in un’intervista telefonica diffusa da CBS news, ad augurarsi che vinca Donald Trump alle elezioni di novembre. “Speriamo che vinca le elezioni e metta fine alla presenza militare americana in Afghanistan” ha detto il portavoce.
“Quando abbiamo sentito che Trump era positivo al Covid-19 ci siamo preoccupati per la sua salute, ma ora sembra stare meglio”, ha aggiunto un altro esponente talebano raggiunto dall’emittente.
La campagna di Trump non ha però gradito l’appoggio giunto dall’Afghanistan. Il direttore delle comunicazioni, Tim Murtaugh, ha detto alla Cbs che Trump respinge il sostegno dei talebani, i quali dovrebbero sapere che il presidente difenderà sempre e con ogni mezzo gli interessi americani.
Poco dopo i Talebani hanno smentito il sostegno alla rielezione di Trump e lo stesso portavoce Mujahid, ha detto di essere stato equivocato dalla CBS.
“La tv americana ha interpretato e pubblicato le mie dichiarazioni in maniera non corretta. Non è stato detto niente del genere di quanto è stato pubblicato”.
Al di là delle speculazioni interne al dibattito elettorale negli USA, il rapido ritiro degli alleati rischia di incoraggiare ulteriormente i Talebani impegnati nei negoziati di pace col governo di Kabul a Doha, in Qatar.
Il 6 ottobre il presidente afgano Ashraf Ghani ha chiesto ai talebani di “avere il coraggio di dichiarare un cessate il fuoco nazionale”, nel dei colloqui fra il governo di Kabul e la guerriglia talebana.
“Non abbiate paura di un cessate il fuoco, nessuno vi annienterà”, ha dichiarato Ghani ribadendo che il conflitto dovrà essere risolto attraverso il negoziato e “non con la forza delle armi”. Le questioni principali sul tavolo delle trattative, come il cessate il fuoco, non sono ancora state discusse. Un’altra questione da regolare rimane quale interpretazione dell’Islam seguire con i talebani che sostengono la giurisprudenza sunnita hanafita che il governo teme possa essere utilizzata contro la minoranza Hazara scita.
Foto Emirato dell’Afghanistan e US DoD