La Difesa smentisce il raddoppio delle truppe italiane in Libia
“In esito alle notizie di stampa circa il raddoppio del contingente italiano in Libia, lo Stato Maggiore della Difesa comunica che si tratta di informazioni destituite di ogni fondamento”.
Lo Stato Maggiore della Difesa ha smentito le notizie pubblicate oggi dal quotidiano “Il Foglio” di un raddoppio dei militari italiani che, in accordo col governo di Tripoli, quest’anno dovrebbero raggiungere gli 800 militari schierati per metà a Misurata nella base dell’ospedale militare, altri 200 dovrebbero venire dislocati a Tripoli per aiutare i libici a ripulire i dintorni della capitale (ex campi di battaglia) da mine e ordigni inesplosi mentre altri 250 verrebbero dislocati nel Fezzan (sud della Libia) per addestrare le forze locali a presidiare i confini con Niger e Ciad interessati da traffici illeciti di esseri umani, armi e droga.
“Il Foglio” ha riferito inoltre che l’addestramento della Guardia Costiera libica passerebbe alle competenze della missione navale europea Irini, attiva per impedire i traffici di armi diretti in Libia e l’export clandestino di greggio libico. Una articolata ipotesi smentita decisamente dalla Difesa.
“L’attuale presenza militare italiana si attesta sulle 250 unità su un totale massimo autorizzato di 400. In atto non c’è alcuna interlocuzione con le autorità libiche finalizzata all’aumento del contingente nazionale come ipotizzato da fonti non qualificate.
Come deliberato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 17 giugno, nell’aerea africana saranno dispiegate 17 missioni a conferma della strategia italiana volta a promuovere una maggiore attenzione verso il sud e in particolare verso quella parte del Continente africano che si sviluppa all’interno di un immaginario triangolo, i cui vertici congiungono quadranti tra loro distanti ma interconnessi: a sud-ovest c’è il Golfo di Guinea, a sud-est il Como d’Africa, e al vertice nord, sulle sponde del Mediterraneo, c’è la Libia, in cui il mantenimento della pace rappresenta una priorità per sostenere al meglio l’iniziativa delle Nazioni Unite di accompagnare il paese alla stabilità”.
Le rivelazioni de “Il Foglio” tengono conto di ipotesi di ampliamento della Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (MIASIT) che sono da tempo sul tavolo dei colloqui italo-libici ma che finora non si sono concretizzate nel quadro del rinnovo delle missioni all’estero.
L’addestramento della Guardia Costiera libica resta affidato all’Italia (e alla Marina Turca) che ha una base della Marina Militare nel porto di Abu Sitta in cui viene curata anche la manutenzione delle motovedette di Tripoli.
Il ruolo dell’Operazione Irini nell’addestramento dei marinai libici, qualora approvato da Bruxelles, si aggiungerebbe quindi alle attività già in atto con l’obiettivo di potenziare le capacità della Guardia Costiera di bloccare i flussi illegali di migranti.
L’operazione sanitaria Ippocrate a Misurata vive invece una crisi profonda, legata alla sua sostanziale inutilità, e alle pressioni turche e di parte delle milizie di Misurata tese ad allontanare le truppe italiane.
Di una missione addestrativa italiana a Tripoli che includa il supporto allo sminamento si parla da tempo ed è stata oggetto di alcuni colloqui tra i vertici della Difesa dei due paesi ma, secondo fonti sentite da analisi Difesa, anche questa iniziativa verrebbe vista con fastidio dalla Turchia che in Tripolitania ha basi aeree e navali consolidate e schiera oltre mille consiglieri militari oltre ad almeno 6mila mercenari siriani.
Quanto alla missione di addestramento e consulenza per favorire il controllo dei confini meridionali, se ne parla dal 2018 con l’ipotesi di installare una base italiana a Ghatt, vicina al confine algerino e crocevia delle piste che attraversano il deserto meridionale libico.
Tuttavia ragioni di vario tipo, incluse quelle legate all’entità delle forze da schierare, alla loro appartenenza e alla sicurezza del personale italiano da basare in quella località (nelle cui vicinanze sono state segnalate l’anno scorso anche milizie dello Stato Islamico), hanno finora impedito il concretizzarsi dell’iniziativa.
Foto: Truppe italiane in Libia e visita ministro della Difesa Lorenzo Guerini ad Abu Sitta (Difesa.it)