Il fucile SAKO TRG 42 consente di incrementare la capacità di ingaggio dei bersagli posti a lunga distanza da parte delle unità di fanteria e cavalleria.
È espressamente realizzato per il tiro di precisione ed è equipaggiato con numerosi accessori che lo rendono adatto a soddisfare i severi requisiti di uno sniper nei più diversificati scenari operativi.
Il calciolo, in poliuretano fissato su base d’alluminio, è interamente aggiustabile in elevazione, direzione e angolazione, e può essere allungato con l’aggiunta di distanziatori; il bipiede, progettato specificatamente per tiro sniping, assicura una posizione di tiro veramente stabile anche montando sull’arma ottiche grandi e pesanti. Il meccanismo di scatto, a due stadi, è regolabile in termini di trazione; il grilletto è regolabile in tre direzioni (lunghezza, e angolazione verticale e orizzontale). Il rompi fiamma è regolabile per un miglior controllo dell’arma e riduce l’effetto “polverone” durante lo sparo.
I Sako TRG sono dei fucili di precisione sviluppati dall’azienda di armi da fuoco finlandese Sako di Riihimäki. Il Sako TRG-22 è progettato di base per sparare munizioni .308 Winchester, mentre il Sako TRG-42 è stato progettato per sparare munizioni più potenti ovvero le .300 Winchester Magnum e le .338 Lapua Magnum e quindi ha una canna di serie più grande. I fucili sono disponibili con colorazioni verde oliva, tan, terra scura o nero, e sono disponibili anche con un calcio pieghevole.
Per ridurre rinculo, sobbalzo e fiammata, sono normalmente montati dei freni di bocca. Generalmente i TRG sono equipaggiati con dei mirini telescopici Carl Zeiss o Schmidt & Bender, con potenza fissa di ingrandimento o con ingrandimento variabile; vari altri tipi di mirini telescopici possono essere utilizzati se l’operatore vuole maggiore flessibilità per sparare a diversi livelli, o quando è richiesto un ampio campo visivo.
Nel 1989 la Sako Ltd. ha introdotto il fucile di precisione TRG-21 come un modello di fucile da cecchino camerato per la cartuccia .308 Winchester. Una variante del TRG più orientata alla caccia è stata successivamente introdotta come TRG-S M995: questa utilizza lo stesso castello (ad azione corta) e otturatore del TRG-21, con l’eccezione che il castello è aperto superiormente piuttosto che possedere una feritoia di espulsione della cartuccia sul lato destro come invece nel TRG-21. Successivamente, un secondo fucile da cecchino con la camera di cartuccia più lunga di 20 millimetri è stato prodotto come TRG-41, al fine di sfruttare la cartuccia Lapua Magnum .338. Allo stesso modo, una variante da caccia di questo modello, sempre utilizzando lo stesso otturatore e con il castello aperto in alto, è stato presentato come il TRG-S M995 Mag in calibri magnum fino a .338 Lapua Magnum.
Il sistema TRG è quasi l’unico ad essere progettato fin dall’origine come fucile da cecchino, piuttosto che come una versione adattata allo scopo di un fucile polivalente già esistente. I fucili possono avere una finitura opaca fosfatata o manganese.
Il cuore del TRG è un sistema castello – canna forgiati a freddo: entrambi forniscono la massima resistenza al peso minimo, con ottima resistenza all’usura. L’otturatore di “resistenza libera” ha tre alette massicce e richiede una rotazione di 60 gradi e 98 millimetri. Il manubrio è di lunghezza appropriata e mette in mostra una grande manopola bulbosa sintetica che fornisce una presa stabile e sicura.
Sulla parte superiore del castello sono posizionati dei binari con fori con forma di connessione per il fissaggio di diversi tipi di mirini, ottici o elettro-ottici.
La canna dei TRG è ottenuta per martellatura a freddo i materiali utilizzati per realizzarle sono due : cromo molibdeno e acciaio inox.
Le cartucce .260 Remington, .308 Winchester, .300 Winchester Magnum e .338 Lapua Magnum sono utilizzabili con canne di lunghezza comune per i fucili da cecchino e relativamente brevi (510 millimetri). Per utilizzare i .260 Remington si utilizza un non-tradizionale 203 millimetri (1/8 pollici) che possiede il tasso di torsione destra ottimizzato per stabilizzare più lungo.
Nel 2011 la Sako ha anche iniziato ad offrire scorte in vari stili di mimetizzazione digitale. La base dell’ergonomico ForeStock è in alluminio e poliuretano e comprende una slitta che serve come punto di attacco per un bipiede. Il calciolo in poliuretano, con la sua impugnatura a pistola e scheletro in alluminio integrato per aggiungere forza, è progettato per i tiratori destri e mancini. La parte posteriore della cassa possiede una serie di piastre distanziatrici e l’angolo per regolare la lunghezza di tiro e di curvatura che possono essere adattati per il tiratore individuale.
La Sako fabbricò dei modelli di TRG con optional all’avanguardia e modernizzando il sistema del vecchio modello con calcio pieghevole. Il calcio è di 0,5 kg (1.1 lb) più pesante del verde non-pieghevole, ma al contrario dei vecchi modelli si piega a sinistra e si blocca in posizione. Una volta piegato, il fucile diventa da 250 mm.
Le parti in acciaio del calcio pieghevole sono in manganese fosfatato e le parti in poliuretano sono color oliva, marrone, grigiastro o deserto. La parte posteriore del calciolo è regolabile in lunghezza di tiro e di altezza, e queste opzioni di regolazione consentono ai tiratori di varie forme fisiche e dimensioni di adattare il calcio pieghevole TRG alle loro preferenze personali.
Il Sako TRG 42 è un’arma da fuoco per competizioni serie a lungo raggio e può essere equipaggiato con una vasta gamma di accessori per soddisfare le esigenze più esigenti.
Il TRG 42 in 300 Win Mag e .338 Lapua Mag è un vero strumento di precisione a lungo raggio per forze speciali o competizioni. Le configurazioni includono un calcio nero e verde con canna e azione azzurrata o una configurazione stealth completamente nera con calcio nero e bullone con canna e azione fosfatizzata. Il calcio è completamente regolabile e rinforzato con alluminio high-tech. La solida azione a volta è forgiata a freddo in lega d’acciaio speciale. Le guide di montaggio assiale del cannocchiale da 17 mm sono dotate di fermi antiritorno integrati nella parte superiore della carcassa. Il robusto bullone con tre alette di bloccaggio alimenta in modo impeccabile i colpi dalla linea centrale di un caricatore staccabile a due file sfalsate. Ha un’alimentazione affidabile per vari tipi di munizioni. Il sollevamento dei bulloni è ad un angolo di 60° per un lancio rapido dei bulloni.
L’aggiornamento Sako TRG 22/42 2013 ha introdotto un paracolpi migliorato. Questo pad aggiornato ha un materiale raffinato per ridurre la sensazione di rinculo, consentendo un migliore controllo e recupero.
L’aggiornamento TRG 2013 ha inoltre introdotto un nuovo meccanismo di scatto per i modelli 22 e 42. Questo nuovo meccanismo garantisce migliori misure di sicurezza in caso di caduta accidentale dell’arma. Dispone inoltre di una nuova leva di sicurezza, posizionata ergonomicamente e progettata per renderla più veloce e comoda da usare. Il fissaggio della maniglia a bulloni TRG 22/42 è stato migliorato per resistere anche alle più difficili manovre.
La realtà in cui opera il tiratore scelto è molto diversa da quella raccontata in TV. Il profano se ne accorge subito varcando la soglia della Scuola di Fanteria dell’ESERCITO ITALIANO di Cesano, l’Ente responsabile della formazione e aggiornamento dei tiratori scelti.
Qui i punti di riferimento vengono ricercati tra coloro che incarnano gli aspetti più realistici e crudi, di questa professione. Si parla di figure come Carlos Hathcock, cecchino dei Marines degli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam e Simo Häyhä, tiratore scelto finlandese, noto come “Morte Bianca”. Hathcock durante un’attività di stalking su un target reale poteva impiegare anche tre giorni per percorrere un chilometro e mezzo mentre Häyhä, durante la guerra d’inverno contro l’Armata Rossa, per coprire il vapore del respiro si metteva la neve in bocca.
L’iter addestrativo inizia dalla selezione; i corsi più difficili vengono fatti su base volontaria per questo la motivazione è essenziale per coloro che passano alla fase di addestramento. I frequentatori del corso sono selezionati, in base a stretti parametri, tra i migliori componenti di tutte le Brigate delle Forze Operative Terrestri. Necessario è, ovviamente, un livello di tiro già alto che verrà, poi, perfezionato con il conseguimento del brevetto. Non è detto comunque che il più bravo nel tiro risulti, poi, anche il primo del corso perché vengono valutati vari fattori. Magari uno è bravissimo a sparare però nell’attività di stalking e mascheramento non eccelle. Le diverse capacità alla fine si bilanciano.
I prescelti frequentano otto settimane di intenso addestramento fatto di dure esercitazioni, lezioni teoriche, e valutazioni costanti. Le discipline spaziano dalle tecniche di combattimento alle lezioni sulle armi in dotazione, dalla topografia al tiro, dalla balistica al movimento occulto sul terreno (stalking), dal mascheramento alla resistenza fisica. Una formazione a 360 gradi che è un requisito essenziale per chi deve conseguire questa difficilissima specializzazione.
Gli aspiranti SNIPERS vengono addestrati a sparare a un obiettivo in movimento e per farlo devono essere in grado di stimare il vento e conoscere i fattori che possono far deviare il proiettile.
Inoltre per colpire il target senza essere visti è necessario posizionarsi il più lontano possibile. Risulta, dunque, fondamentale l’apprendimento delle tecniche di stima della distanza. Potrebbe sembrare una cosa di poco conto ma in realtà è essenziale. Gli aspiranti al conseguimento del brevetto, dal momento in cui vengono lasciati nell’area addestrativa hanno 4 ore per avvicinarsi all’obiettivo e trovare una postazione adatta dove nascondersi. L’ideale è un punto nel bosco che non abbia la visuale coperta dai rami ma permetta, comunque, di non essere scoperti: gli aspiranti strisciano a terra come bradipi, alzando lo sguardo ogni 20 o 30 metri per controllare la vegetazione intorno a loro e predisporsi ad attraversarla. Prima di attraversare una distesa di felci si fermano in un luogo coperto e, dopo averle tagliate lentamente a mazzi, iniziano ad attaccarle alla tuta mimetica per mimetizzarsi. Una volta ricoperti di vegetazione spariscono lentamente nel prato di felci. Pochi minuti e la coppia diventa invisibile. Ma i terreni da attraversare spesso sono ben più ostili. Inoltre bisogna stare attenti a fare movimenti ancora più lenti del normale per non essere individuati a causa del movimento della vegetazione. Alzarsi in piedi, anche se si è coperti, è severamente vietato. Soprattutto d’estate quando strisciare a terra per 4 ore comporta una perdita di cinque o sei litri d’acqua. È un esercizio davvero molto duro. Durante l’attività alcuni istruttori monitorano gli spostamenti. Sono i “walker” e il loro compito è seguire le diverse coppie in maniera tale da poterne osservare i movimenti senza svelarne la posizione agli istruttori che sono in osservazione. L’istruttore valuta se si sono mascherati bene, se il treppiedi è stabile, se hanno stimato bene la distanza, se la posizione scelta è giusta e se hanno una via di fuga facile che gli permetta di allontanarsi facilmente dall’obiettivo nel caso venissero scoperti.
Una valutazione molto rigida, per non superare il corso bastano, infatti, pochi errori. Essere trovati prima di aver sparato il colpo comporta infatti un punteggio molto basso, un 6 su 20, difficile da recuperare.
Il calibro del fucile in dotazione ai tiratori scelti è .338, cioè 8,6 millimetri. Il colpo è stabile fino a che viaggia a velocità supersonica e quest’arma garantisce una stabilità fino ai 1300 metri massimo, ma dipende anche dalle condizioni ambientali. A seconda del proiettile possiamo raggiungere al massimo una gittata di 2 chilometri. Quando voi sentite, ad esempio, il cecchino canadese che ha preso un obiettivo a 3 chilometri e 4, o a 4 chilometri non è che non è possibile. Ma il problema è controllarlo un tiro del genere. È possibile ma ci vuole molta fortuna.
Per consentire al tiratore scelto, in base alle sue esigenze, di aumentare o diminuire gli ingrandimenti, il fucile è dotato di un’ottica di precisione a ingrandimento variabile che permette di impostare da 3 a 12 diverse regolazioni. L’ottica è una Schmidt & Bender, una delle migliori ottiche in circolazione in quanto permette la stima della distanza utilizzando il reticolo all’interno che è un Mil-Dot. Il problema delle ottiche è che devono avere necessariamente delle caratteristiche di robustezza e degli ingrandimenti idonei per essere utilizzate a determinate distanze.
Per evitare che il freno di bocca faccia la polverata esistono dei soppressori, dispositivi che rompono il rumore e la fiammata rendendo il colpo meno visibile e udibile. Al termine delle diverse esercitazioni i frequentatori del corso, prima di procedere alla valutazione finale, devono affrontare la continuativa. Vengono infiltrati il pomeriggio in un determinato punto e fanno il movimento tutta la notte. La mattina presto fanno l’attività di stalking con gli istruttori che li osservano. Poi vengono portati direttamente al poligono dove sparano dopo aver camminato tutta la notte. Al termine delle prove vengono valutati sull’attività di stalking, avvicinamento all’obiettivo, e anche sul tiro in condizioni di stress. La capacità di lavorare sotto stress è fondamentale perché lo stress a cui sono sottoposti è altissimo.
Proprio per questo motivo, per diventare un tiratore scelto, bisogna, superare anche diversi test psicologici. Viene valutata anche la capacità di lavorare in gruppo perché le missioni vengono pianificate con l’ausilio di altri colleghi. Un altro aspetto molto importante è saper resistere a determinate situazioni. Vedere dentro un’ottica con un cannocchiale un obiettivo, un target colpito, significa vedere un uomo che va giù. Questo può provocare dei disagi a livello psicologico e i vari test lavorano anche su questo.
I migliori del corso, il primo terzo di coloro che lo hanno superato, possono accedere al corso di ulteriori due settimane per diventare istruttore.
(Fonti delle notizie: Web, Google, Esercito.difesa, Wikipedia, You Tube)