Spazio. A Roma un convegno dell’Aeronautica Militare. Generale di Squadra Aerea Luca Goretti: “Un ambiente con una grossa opportunità per la convivenza pacifica sulla Terra di noi tutti”
ROMA (nostro servizio particolare). Molti analisti hanno spesso scritto dello Spazio come nuovo Teatro Operativo dove le grandi potenze potrebbero scontrarsi in una sorta di nuovo “Armageddon”.
Interpellato da Report Difesa, ieri a margine del convegno “Spazio al futuro, l’Aeronautica Militare oltre la linea di Karman”, tenutosi a Roma, il capo di Stato Maggiore dell’Arma Azzurra, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti risponde così: “La possibilità è che qualcuno possa impiegare i propri sistemi per fini anche ostili deve essere messa in discussione con un’opera di sensibilizzazione. A nessuno conviene spendere migliaia e migliaia di soldi per fare qualcosa che non porterà alcun risultato. Questo è quello che intendo per deterrenza. Le democrazie, insieme, hanno l’opportunità di fare capire che lo Spazio è di tutti . E’ una grossa opportunità per la convivenza pacifica sulla Terra di noi tutti”.
“Il nostro interesse – ha aggiunto il capo di SMA – è mantenere lo status quo. Oggi lo Spazio è un ambiente dove tutti operano per fornire prodotti e servizi. per consentire alle gente di poter vivere. Anche il semplice uso di un telefono cellulare dipende dai satelliti. Avere. una comunicazione tranquilla e sicura deve far parte del nostro DNA. Sono convinto che tutti la pensano alla stessa identica maniera”.
E alla domanda sul rischio di un attacco ai satelliti, il Generale Goretti ha precisato il suo pensiero. “A chi conviene fare un attacco? – si è domandato – Farlo significherebbe distruggere tutti i satelliti che circolerebbero in quella zona. Ci potrebbe essere il rischio che in un attacco potrebbe distruggere un proprio satellite”.
E , quindi, ad oggi “a mio avviso – ha ancora evidenziato il capo di SMA – non c’è nessun interesse di fare qualcosa del genere. Dobbiamo però sempre avere sistemi di backup per non diminuire la nostra capacità di comunicare”.
Lo stesso Generale Goretti concludendo i lavori del convegno ha evidenziato come la Forza Armata abbia, da sempre guardato allo Spazio e all’Aerospazio con grande interesse.
Lo Spazio nasce in Italia grazie al Generale ingegnere Luigi Broglio.
Uno scienziato di chiara fama internazionale che attraverso il Programma San Marco, basato su una forte collaborazione tra la Forza Armata e il Consiglio nazionale delle Ricerche (CNR) aveva aperto all’Italia la via dello Spazio.
Dal Progetto San Marco sono derivate le competenze spaziali dell’Italia in termini di capacità di lancio di satelliti e di ricerca spaziale.
“Il nostro compito istituzionale – ha proseguito nel suo discorso – è quello della protezione e difesa dello spazio aereo. Dobbiamo essere in grado di esprimere il potere aerospaziale in linea con gli indirizzi politici del Vertice nazionale e del Dicastero Difesa, promuovendo e perseguendo sinergie con il mondo dell’industria nazionale e della ricerca, sia scientifica che tecnologica”.
La Forza Armata si occupa di monitorare, sorvegliare e caratterizzare gli oggetti spaziali e il loro ambiente operativo allo scopo di supportare attività spaziali sicure, stabili e sostenibili, identificando i rischi e le minacce nello spazio, dallo spazio e verso lo spazio e proponendo le opportune misure di mitigazione.
“L’accesso alle risorse aerospaziali – ha proseguito Goretti – è una condizione essenziale per garantire la sicurezza del Paese e per condurre operazioni militari e lo sviluppo della cosiddetta space economy è un’opportunità strategica per chiunque voglia investire in ricerca e sviluppo nel settore aerospaziale con importanti ricadute a favore della comunità e del Paese”.
Il Generale di Squadra Aerea (r) Giovanni Fantuzzi, presidente del CESMA, ha evidenziato come “questo congresso vuole confermare il ruolo di eccellenza dell’Aeronautica Militare e di riferimento nel dominio spaziale e di service provider spazio in ambito Difesa. Tutti cercano un Supporting Space, cioè i servizi spaziali a disposizione delle applicazioni militari, civili e dual-use. Ma una volta che riempiamo lo spazio con assetti satellitari di alto valore, è necessario qualcuno che supporti questi assetti (manutenzione in condizioni operative, upgrade, protezione fisica ed altro). L’Aeronautica Militare si occupa anche del Supported Space, cioè di gestirne la regia”.
Il primo panel dell’evento, dal titolo “La strategia nazionale a protezione degli assetti spaziali nazionali” , ha visto il coinvolgimento di relatori di assoluto rilievo quali Augusto Cremarossa, responsabile dell’Ufficio Coordinamento Strategico dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dell’Ingegnere Marco Brancati in rappresentanza del Gruppo Leonardo e del capo Ufficio Generale dello Spazio dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, Colonnello Pilota Valerio Anastasi.
Tanti i temi che sono stati trattati, tra cui quello relativo alla strategia nazionale a protezione degli assetti spaziali ed alla capacità dell’Aeronautica Militare di “fare sistema” con tutte le componenti che operano nel settore spaziale in ottica di sistema Paese.
Il Professore Paolo Teofilatto, Decano della facoltà di Ingegneria Aerospaziale dell’Università La Sapienza di Roma, ha ricordato il 60° anniversario del lancio del satellite San Marco (15 dicembre) che ha dato inizio alla storia aerospaziale italiana quando un gruppo di giovani, tra scienziati e ingegneri, capitanato dal Generale dell’Aeronautica Militare Luigi Broglio, padre dell’astronautica italiana, mise in orbita il San Marco 1, il primo satellite italiano.
L’Italia diventava così il terzo Paese al mondo, dopo Unione Sovietica e USA, a costruire, lanciare e controllare un satellite con proprio personale. Il convegno ha potuto, così, evidenziare i contributi che la scienza e la tecnologia applicata allo Spazio hanno apportano alla qualità della vita sulla Terra in termini di crescita e benessere.
Nel secondo panel si è voluto evidenziare il ruolo dell’Aeronautica Militare nel settore “spazio” e di come l’Arma Azzurra ha dato negli ultimi anni un importante impulso alle attività spaziali anche con la costituzione di specifiche articolazioni come il:
- Space Situational Awareness (SSA) Ente a connotazione interforze, a lead Aeronautica Militare, inserito nell’ambito del Comando Operazioni Aerospaziali (COA) di Poggio Renatico Il Centro è responsabile del servizio di “fragmentation” all’interno del Consorzio Europeo Space Surveillance and Tracking (EU-SST) ed opera nel contesto di un accordo nazionale che vede la collaborazione fra l’Aeronautica Militare, la Difesa, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)
- GIAS (Gruppo Ingegneria per l’Aero-Spazio). Oltre ai compiti di studio, ricerca e sperimentazione nel campo aerospaziale e spaziale, il GIAS è anche impegnato in attività ricadenti negli ambiti del volo sub-orbitale, al fine di espandere la competenza ambientale dal tradizionale dominio aeronautico a quello aerospaziale (che si estende fino a 100 chilometri)
- Reparto Medicina Aeronautica e Spaziale (RMAS) che svolge attività di studio e ricerca su problematiche emergenti di medicina aeronautica e spaziale, effettuando sperimentazioni e verifiche tecniche su apparati aeronautici, apparecchiature elettromedicali, equipaggiamenti imbarcabili ed indossabili. Aspetto di assoluto rilievo è quello relativo alla medicina aerospaziale nei voli di breve e lunga durata nello spazio.
Dopo il secondo panel ci sono stati due video-collegamenti, il primo con l’Ing. Massimo Comparini, Managing Director della Space Business Unit di Leonardo, che ha sottolineato l’importanza della sinergia delle tante e varie istituzioni interessate allo Spazio e della necessità di fare sistema.
In video collegamento da Huston l’astronauta e Colonnello dell’Aeronautica Militare Walter Villadei ha voluto evidenziare come lo studio dell’Aerospazio presso le accademie è fondamentale e la formazione che l’Arma Azzurra è in grado di offrire è ancora un assetto fondamentale a disposizione di una strategia per fare sistema Paese.
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