DIANA e NIF: dopo il Summit dell’Aja, la NATO accelera verso il vantaggio tecnologico
Ricorderete che la NATO, al Vertice di Bruxelles nel 2021, ha istituito due iniziative chiave: il Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA) e il NATO Innovation Fund (NIF) (vedi precedenti articoli del 06/02/2024 e del 06/07/2023). Le aree tecnologiche di interesse sono estremamente ampie, e includono l’intelligenza artificiale, l’autonomia dei sistemi, le tecnologie quantistiche, le biotecnologie e il potenziamento umano, i sistemi ipersonici, lo spazio, i nuovi materiali, l’energia e la propulsione, e le reti di comunicazione di nuova generazione. L’obiettivo, reiterato al Summit all’Aja dello scorso giugno, è quello di migliorare lo sfruttamento delle tecnologie emergenti e potenziare le capacità di difesa collettiva dell’Alleanza grazie all’innovazione tecnologica, beneficiando anche dei maggiori fondi derivanti dall’innalzamento del contributo annuale degli Alleati al 5% del PIL. Questa richiesta di portata storica, spinta dalla nuova amministrazione Trump, spingerà gli Alleati ad accelerare i meccanismi per l’adeguamento dei bilanci nazionali entro il 2035, che in alcuni casi, erano ancora in affanno per onorare il precedente accordo al 2% del PIL. Con tali maggiori entrate, DIANA riceverà ulteriore spinta, impattando significativamente su collaborazione industriale e scientifica, incluso il supporto a centri di ricerca e aziende ad alto contenuto tecnologico, per lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di soluzioni innovative dirompenti che contribuiscano al mantenimento del vantaggio tecnologico transatlantico.
Dopo il lancio della prima “DIANA Challenge 2023”1, nel settembre 2024, dieci tra le 44 aziende che avevano superato la prima fase sono state selezionate per la seconda fase del suo programma di accelerazione di sei mesi, con un budget assegnato fino a 300.000 €. Queste aziende, che affronteranno le sfide su energia e resilienza, rilevamento e sorveglianza, e condivisione sicura delle informazioni, rappresentano sette Paesi dell’Alleanza. Tra queste ci sono l’americana Dolphin Labs, le britanniche Aquark Technologies, Goldilock, IONATE, SECQAI, la lituana Astrolight, l’olandese Lobster Robotics, la canadese Phantom Photonics, la polacca REVOBEAM, e l’italiana Ephos. In questa cosiddetta fase di accelerazione, dovranno dimostrare l’alto “potenziale di adozione”, civile e militare, delle loro innovazioni, continuando a consolidare i rapporti con i potenziali investitori, oltre a sviluppare strategie per il loro futuro ingresso sul mercato.
Ma non è tutto. Ad inizio 2025 sono arrivati i primi risultati dell’ultima “DIANA Challenge 2024”, con 63 aziende a forte connotazione dual-use, su 2600 candidature, selezionate per partecipare alla prima fase del programma di accelerazione. Con un budget a disposizione di 100.000 € ciascuna, svilupperanno soluzioni nelle 5 aree tecnologiche: Energy&Power, Critical Infrastructures and Logistics, Data & Information Security, Human Health & Performance, Sensing & Surveillance. Inoltre, il 2 giugno scorso, DIANA ha lanciato 10 nuove Challenges, formulate sulla base delle priorità nazionali degli Alleati, ricevendo dagli innovatori le loro soluzioni all’inizio di luglio 2025 per accedere alla Phase 1 e partecipare ai 6 mesi di accelerazione previsti a partire da gennaio 2026. Le challenges in questo caso sono: Energy and Power, Advanced Communication Technologies, Contested Electromagnetic Environments, Human Resilience and Biotechnologies, Critical Infrastructure and Logistics, Operations in Extreme Environments, Maritime Operations, Resilient Space Operations, Autonomy and Unmanned Systems, Data Assisted Decision Making.
Da notare che oltre all’incremento da 44 a 66 aziende selezionate nel 2024, DIANA ha reso operativo anche il proprio network2 che si compone di oltre 200 siti di accelerazione e test centers, di cui fa parte anche l’Italia. Presso le Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino, si concretizza il contributo nazionale alla sfida NATO all’innovazione, con “DualTech by Takeoff Accelerator”, realtà tutta italiana che fa parte della rete di DIANA. Gestito da Plug and Play, il nostro acceleratore nazionale, operativo da tempo, supporta la crescita di start-up e innovatori a forte connotazione dual-use, facilitando l’accesso agli investimenti e accelerandone l’ingresso nel mercato. La sfida è supportare la NATO accogliendo sette start-up tra quelle selezionate nell’ultima “DIANA Challenge 2024”, in particolare, la InEMSens Croata; AI GPR, Forg3D e Zelim britanniche; Mantacus dagli USA, e infine l’italiana Fluid Wire Robotics. Queste, nei prossimi 6 mesi saranno accompagnate nel loro viaggio verso lo sviluppo delle loro soluzioni tecnologiche.
DIANA però non si muove da sola. A fornire ulteriore spinta a progetti ritenuti ad alta valenza di innovazione per la sicurezza, ci pensa il NATO Innovation Fund (NIF), primo fondo di venture capital multi-sovrano al mondo, sostenuto da 24 alleati della NATO, con un capitale di oltre 1 miliardo di euro. Il NIF mira ad investire in start-up nelle prime fasi di sviluppo di progetti su tecnologie emergenti e dirompenti ad alto potenziale, e nel 2024 si è reso operativo effettuando investimenti significativi in diverse start-up europee, tra cui Space Forge, ARX Robotics, iCOMAT e Fractile, focalizzate su settori come l’intelligenza artificiale, la robotica e la tecnologia spaziale. Tra queste, il primato lo detiene Aquark Technologies, prima azienda supportata dal NIF nei round di finanziamento iniziale, il primo da 5 milioni di euro, assieme a Export and Investment Fund of Denmark, UK Innovation & Science Seed Fund e MBDA. A titolo di esempio, in questo caso, il valore aggiunto di questa start-up individuato dal NIF, è dato dalla peculiarità e dall’urgenza di disporre di sistemi e applicativi che migliorino la difesa delle infrastrutture critiche, priorità questa, sia NATO che europea. Aquark Technologies, infatti, produce sensori GPS quantistici ad atomi freddi senza campi magnetici, dalle dimensioni e consumi energetici ridottissimi. Questi giocheranno un ruolo fondamentale nella salvaguardia delle infrastrutture critiche, dalla comunicazione alla navigazione, alla finanza, per sistemi e piattaforme resilienti, aumentando la sicurezza nazionale.
Di qui le sinergie tra DIANA e il NIF, perché se è vero che si tratta di entità legalmente separate con mandati e attività differenti, queste collaborano verso un obiettivo comune: supportare gli innovatori nello sviluppo, commercializzazione e attuazione delle loro tecnologie. Questa sinergia garantisce infatti che soluzioni tecnologiche avanzate siano integrate efficacemente nelle capacità di difesa dell’Alleanza, promuovendo l’interoperabilità tra le forze alleate, e sfruttando l’innovazione civile, in settori ad altissimo contenuto tecnologico come quello cyber e dello spazio, per scopi di sicurezza.
L’istituzione di DIANA e del NIF si conferma essere un passo strategico per la NATO nel rafforzare le sue capacità di difesa attraverso l’innovazione tecnologica. Gli attori primari sono il settore privato, il mondo accademico e le istituzioni governative deputate all’innovazione della difesa, giocando un ruolo fondamentale nei piani di sviluppo di capacità a connotazione duale, civile e militare. Con questo approccio l’Alleanza, mira non solo a migliorare la prontezza operativa delle forze NATO, ma stimola anche la crescita economica e la competitività tra gli Stati membri, in un processo virtuoso che punta al mantenimento del vantaggio tecnologico sui competitors.
L’attenzione verso tecnologie emergenti ad applicazione dual-use come l’intelligenza artificiale, la robotica e le biotecnologie, posiziona la NATO in prima linea nell’affrontare le sfide future alla sicurezza e alla resilienza dei sistemi della piattaforma euro-atlantica. L’investimento in start-up che sviluppano soluzioni per la sicurezza informatica delle infrastrutture critiche ne è un esempio tangibile, ed evidenzia l’impegno a proteggere le sue risorse strategiche dalle minacce contemporanee.
Attraverso DIANA e il NATO Innovation Fund, si consolida e progredisce il complesso ecosistema di innovazione che rafforza la sicurezza collettiva, promuove la cooperazione transatlantica e assicura che le forze alleate rimangano all’avanguardia nell’era delle tecnologie emergenti. Questo, ad oggi, sembrerebbe essere l’unico antidoto per una efficace prevenzione e gestione delle crisi presenti e future.
1 Il funzionamento di DIANA si basa sull’organizzazione competizioni, cosiddette “Challenge” a cadenza annuale. Ogni sfida si incentra su un problema critico di difesa e sicurezza e richiede agli innovatori di sviluppare tecnologie deep tech a duplice uso per contribuire a risolverlo.
2 DIANA ha un ufficio regionale a Londra, e un hub regionale a Tallinn, Estonia. Un altro ufficio regionale verrà attivato ad Halifax in Canada. Inoltre, DIANA sfrutta una rete di oltre 20 siti di accelerazione e 180 centri di test in tutta l’Alleanza.
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