Gli Emirati si rafforzano nel Mediterraneo schierando quattro F-16 a Creta
Il 21 agosto Atene ha reso noto che quattro caccia F-16E Block 60 dell’Aeronautica degli Emirati Arabi Uniti sono in rischieramento a Creta, nella base aerea militare di Suda Bay, per effettuare esercitazioni congiunte con le forze aeree e navali elleniche.
Da quanto si apprende da fonti ben informate ad Atene si tratterebbe di un rischieramento di lunga durata che, al pari due 2 Mirage 2000 dislocati in Grecia da Parigi, rappresenta il supporto militare offerto da Abu Dhabi alla Grecia nel braccio di ferro con l’aggressiva iniziativa militare turca nel Mediterraneo Orientale.
Alleati di ferro dell’Egitto e dell’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, gli Emirati Arabi uniti hanno appena concluso un trattato di amicizia con Israele e schierando aerei da combattimento a Creta confermano la volontà di assumere un ruolo di potenza di riferimento anche nel Mediterraneo.
Del resto la presenza emiratina a due passi dalle coste italiane non è certo una novità. Sei F-16 raggiunsero l’Italia nel 20111 per partecipare ai raid della NATO (Operazione Unified Protector) contro le forze libiche di Muammar Gheddafi.
Non va dimenticato che già dal 2016 gli EAU schierano truppe, contractors e velivoli (droni CH-5, aerei da trasporto, elicotteri Blackhawk e aerei antiguerriglia AT-802) nella base di al-Kadim, in Cirenaica in appoggio alle forze dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) del generale Khalifa Haftar mentre da alcuni mesi 6 caccia Mirage 2000 sono dislocati nella base aerea egiziana di Suidi el Barrani, non lontano dal confine libico.
Velivoli che potrebbero essere stati impiegati anche in raid aerei nel settore di Tripoli.
La presenza degli F-16E emiratini a Creta, a mezz’ora di volo dalle coste libiche, si presta a diverse valutazioni. La decisione di schierare i velivoli a Suda Bay è stata resa nota è stata resa nota poche ore dopo il vertice di Tripoli tra il Governo di accordo nazionale (GNA) di Fayez al-Sarraj e i ministri della Difesa di Turchia e Qatar, summit in cui è stata ufficializzata la concessione alla Turchia della base navale di Misurata e della base aerea di al-Watya che verranno utilizzate anche da forze del Qatar che avranno il ruolo di addestramento e consulenza per le forze di Tripoli.
Gli Emirati hanno accolto con favore l’annuncio di un cessate il fuoco in Libia definito “uno sviluppo molto positivo dal ministro degli Esteri, Anwar Gargash ma lo schieramento degli F-16E emiratini appare come una sorta di bilanciamento per la crescente presenza di Doha nel Mediterraneo ma va letta anche come il primo riscontro delle intese raggiunte già a fine luglio nel summit strategico bilaterale tra Atene e Abu Dhabi (UAE-Greece Strategic Cooperation Forum) tenutosi in videoconferenza.
Intese anche militari confermate nella telefonata del 17 agosto tra i ministri degli Esteri Nikos Dendias e Abdullah Bin Zayed Nahyan, dai numerosi contatti in corso da tempo tra gli stati maggiori dei due Stati e dal colloquio del 20 agosto tra i due massimi vertici militari, i generali Konstantinos Floros (nella foto a lato) e Hamad Mohammed Thani Al Rumaithi.
Infine, non si può escludere che l’invio dei caccia emiratini a Creta rientri anche in uno sforzo congiunto con la Francia (che ha una base militare negli Emirati e ha inviato 2 caccia e 2 navi militari nel Mediterraneo Orientale in appoggio ad Atene) per costituire un fronte comune anche militare a contrasto della Turchia.
L’afflusso a Suda Bay degli F-16E col personale di volo e tecnico, armi e supporto logistico è previsto venga completato in queste ore in vista di esercitazioni congiunte previste questa settimana ma si tratta di un evento che ha un peso politico ben superiore alla sua relativa importanza militare, rafforzando il ruolo di potenza degli Emirati.