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Si vis pacem para bellum “
Rapporti recenti indicano che il Giappone, di fronte al concretizzarsi di un imminente attacco all’Isola di Taiwan da parte di una forza d’assalto anfibia cinese, sta valutando concretamente l’introduzione di una nuova capacità di missili da crociera a lungo raggio per armare la sua flotta di sottomarini in servizio o di imminente introduzione; la nuova arma dovrà avere una portata di oltre 620 miglia e dovrà essere schierata dalla seconda metà degli anni ’20.
Il missile “cruise” fornirebbe alla JMSDF una nuova capacità per attaccare sia le navi da guerra di superficie nemiche che i bersagli terrestri ed è chiaramente visto come un potenziale contrappeso per compensare le persistenti e crescenti minacce provenienti dalla Cina e dalla Corea del Nord verso tutte le nazioni che delimitano il Mar Cinese meridionale e oltre.
Un rapporto del giornale giapponese Yomiuri Shimbun si citano non meglio identificati funzionari del governo che confermerebbero che Tokyo avrebbe già deliberato la possibilità di dotare a breve i sottomarini in servizio nella JMSDF con missili a lungo raggio da crociera (forse supersonici e/o ipersonici) derivati dal missile antinave subsonico di “Type-12” che è già in servizio con la Japan Ground Self-Defense Force e che ha una portata di oltre 124 miglia nella sua versione attuale.
In questa fase, per il nuovo missile sarebbero allo studio sia il sistema di lancio verticale (VLS) che il lancio tramite tubi lancia-siluri. Allo stato attuale, la JMSDF non ha alcun sistema VLS sottomarino in servizio e non vi è alcuna conferma della dimensione e delle capacità del sistema di lancio preso in considerazione per i sottomarini armati di missili cruise.
Il rapporto del giornale Yomiuri Shimbun sottolinea il potenziale per i sottomarini JMSDF armati con i nuovi missili da crociera di attaccare obiettivi terrestri e, in particolare, le “basi di lancio di missili ostili a scopo di autodifesa”. Tuttavia, un grafico di accompagnamento mostra un sottomarino in immersione mentre lancia un missile anche per colpire una unità di superficie ostile.
L’articolo in questione suggerisce che la versione antinave del missile verrà effettivamente introdotta per prima, “per contrattaccare le navi nemiche al di fuori della portata dei missile dell’avversario”, prima che la stessa arma sia ulteriormente adattata per “attaccare le basi nemiche in futuro”.
In definitiva, sembrerebbe probabile che un singolo missile sia fornito per ruoli sia antinave che di attacco terrestre, come nel caso del Tomahawk Block IV, o del norvegese Joint Stike Missile (JSM), che il Giappone ha acquistato per i suoi jet stealth F-35.
L’enfasi sull'”autodifesa” riflette la necessità per le forze armate giapponesi di inquadrare almeno capacità come queste nel contesto della costituzione del paese, che escluderebbe un’azione offensiva preventiva. Tuttavia, la realtà intorno a questa oramai datata disposizione legislativa del primo dopo-guerra sta rapidamente degradando, con significativi sviluppi recenti tra cui l’accettazione di portaerei d’attacco in grado di far operare velivoli d’attacco ad ala fissa.
Una tempistica precisa per lo sviluppo del nuovo missile da crociera a lungo raggio non è stata rivelata, sebbene l’entrata in servizio prevista verso la fine di questo decennio sembri ambiziosa, soprattutto considerando che i contenitori VLS (simili a quelli in servizio sui sottomarini dell’Us Navy) dovrebbero essere adattati alle unità esistenti, spazio permettendo, o altrimenti installati nei sottomarini in progetto che dovranno raggiungere un dislocamento vicino a quello dei sottomarini nucleari occidentali.
Vale la pena notare che attualmente si ritiene che la Corea del Sud sta lavorando alla costruzione di sottomarini classe Dosan Ahn Changho muniti di celle VLS progressivamente aumentate, a partire da sei e fino a 10, che ospiteranno missili da crociera o missili balistici. Questo tipo di approccio graduale potrebbe essere un’opzione anche per il Giappone, così come per i missili lanciati da tubi lanciasiluri su unità più datate e VLS installati sin dall’origine su scafi di SS di nuova costruzione.
Modulo per il sistema di lancio “V.L.S.”
I sottomarini della JMSDF sono già dotati di missili antinave Harpoon lanciati da tubi lanciasiluri standard, ma hanno una portata molto più breve di quanto previsto per la nuova arma e nessuna capacità di attacco terrestre. L’ultimo UGM-84L Harpoon Block II in servizio nella JMSDF può raggiungere obiettivi fino a circa 80 miglia.
Il rapporto afferma che il Primo Ministro Fumio Kishida mira a includere la “capacità di attaccare le basi nemiche” nella prossima Strategia di sicurezza nazionale del Paese, che dovrebbe essere pubblicata alla fine del 2022, e che definirà le linee guida a medio e lungo termine del governo di Tokyo per la difesa e la politica estera.
I missili lanciati da sottomarini sarebbero un modo per raggiungere questo obiettivo. Con la JMSDF che gestisce una flotta di 22 sottomarini a propulsione convenzionale e con almeno altri due da aggiungere in futuro, ci sono potenzialmente molti scafi che potrebbero essere presto adattati alle urgenti necessità strategiche. Tuttavia, anche un missile da crociera per attacco terrestre lanciato dall’aria o da una nave sembrerebbe soddisfare questo requisito.
D’altra parte, sono già in corso i lavori per estendere la portata del missile antinave “Type-12” lanciato da un camion e per adattarlo per un potenziale lancio aereo da parte della Japan Air Self-Defense Force dai caccia F-15J, come parte di un aggiornamento per questi velivoli costruiti su licenza della Boeing.
I lavori iniziali su di un missile Tipo 12 con raggio operativo esteso sono iniziati nell’anno fiscale 2018, ma, a dicembre del 2020, è stato segnalato che Tokyo aveva deciso di intraprendere una relativa riprogettazione del missile, aggiungendo superfici di volo più estese e un propulsore ottimizzata per il volo ad alta quota, oltre a carburante aggiuntivo. Ciò aumenterebbe il raggio d’azione dalle attuali 124 a 560 e, successivamente, fino a oltre 930 miglia. Con l’estensione della gittata iniziale, la nuova arma missilistica rientrerebbe sostanzialmente nella stessa categoria richiesta per il nuovo missile da crociera. È importante sottolineare che il “Tipo 12” ammodernato sarebbe anche in grado di colpire bersagli terrestri ed è anche in progetto che includa misure di riduzione della sezione trasversale del radar, rendendone più difficile il rilevamento dai radar e dai sistemi IR ostili. All’epoca, non si faceva menzione del fatto che questo “Type-12 a lungo raggio” fosse previsto anche per il lancio da sottomarini in immersione.
Inizialmente, si prevedeva che i lavori su queste revisioni del missile Tipo 12 sarebbero stati eseguiti tra gli anni fiscali 2019 e 2023, il che si sarebbe adattato anche ai tempi richiesti per il missile da crociera lanciato da sottomarini.
Un missile da crociera a lungo raggio a doppio ruolo sarebbe indispensabile per mettere in grado la JMSDF di affrontare in caso di estrema necessità una flotta di navi da guerra di superficie cinesi in rapida crescita numerica e tecnologica. L’attività delle navi da guerra della Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLAN) nelle acque intorno al Giappone e nel Mar Cinese Meridionale e nel Mar Cinese Orientale – quest’ultimo sede di una lunga disputa sulla proprietà di una catena di isole disabitate – è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni e ora include anche alcuni gruppi da battaglia di portaerei munite di catapulte elettromagnetiche in grado di lanciare in volo velivoli d’attacco stealth, aeromobili AEW o elicotteri.
Allo stesso tempo, la configurazione di attacco terrestre della nuova arma consentirebbe al Giappone di colpire obiettivi terrestri critici, come le capacità di proliferazione dei missili balistici sia in Cina che in Corea del Nord. Quest’ultimo paese ha, in più occasioni, lanciato missili balistici in grado di raggiungere il Giappone nelle acque al largo di quel paese. Altre infrastrutture militari e di leadership critiche, così come basi aeree e siti di difesa aerea, sarebbero probabili bersagli per i missili da crociera a lungo raggio della JSMDF in caso di conflitto (si spera mai!).
Se la Cina o la Corea del Nord tentassero di attaccare il Giappone, una capacità di missili da crociera da attacco terrestre basati su sottomarini in navigazione occulta fornirebbe un mezzo molto più duttile in grado di consentire un contrattacco, anche se un numero considerevole di aerei e navi di superficie fosse già stato colpito durante il primo attacco di un nemico ostile. L’efficacia sarebbe migliorata non solo dalle dimensioni relativamente grandi della flotta sottomarina giapponese, ma anche dal fatto che gestisce alcune delle imbarcazioni sottomarine munite di motore convenzionale più avanzate in servizio al mondo e tra le più silenziose, compreso un sistema di propulsione basato intorno alle batterie agli ioni di litio nelle unità più recenti.
Con le urgenti e improcrastinabili modifiche al missile “Tipo-12” in progetto, sembra che il lavoro sulla produzione di un missile da crociera a lungo raggio possa essere già abbastanza avanzato. Ci sono anche rapporti non confermati secondo cui un sottomarino della classe Taigei potrebbe essere progettato per l’utilizzo come sottomarino di prova, per valutare la fattibilità dei missili da crociera lanciabili tramite VLS o da tubi lancia-siluri. Secondo quanto riferito, una sezione dello scafo corrispondente alle dimensioni della classe Taigei è stato fotografato presso il cantiere navale Mitsubishi Heavy Industries di Kobe con una parte superiore ingrandita che potrebbe riguardare i test per una installazione del sistema VLS.
Il Giappone ha anche esaminato in passato l’acquisizione di missili da crociera Tomahawk dagli Stati Uniti: il piano era quello di utilizzare questi missili come armi di rappresaglia contro i lanciamissili nordcoreani e le relative strutture di lancio. I piani giapponesi per il Tomahawk prevedevano l’acquisizione di una versione del missile lanciabile da una nave da guerra di superficie, piuttosto che una sub-lanciata. Sebbene da allora non ci sia stata alcuna mossa seria per acquistare i Tomahawk, la versione Block IV del missile sembra soddisfare perfettamente i requisiti giapponesi. Oltre ad aggiungere una nuovissima missione di attacco terrestre alla flotta sottomarina, l’introduzione di un’arma di questo tipo con la capacità di colpire ben oltre i confini territoriali del Giappone segnerebbe ancora una volta il continuo allontanamento dalla sua tradizionale natura puramente “difensiva” del suo apparato militare. Molto probabilmente lo stesso missile potrebbe anche essere facilmente adattato per il lancio dalle celle VLS a bordo delle navi da guerra di superficie della JMSDF.
Qualunque sia la forma che assumerà il futuro missile da crociera a lungo raggio giapponese, è ora chiaro che la posizione strategica del paese richiede sempre più questo tipo di capacità di attacco a lungo raggio come parte della forza strategica sottomarina e delle forze armate nipponiche in generale.
MHI ha di recente varato il primo di una nuova classe di sottomarini per la JMSDF equipaggiati con batterie agli ioni di litio: l’SSK 513 Taigei, il primo di una nuova classe di SSK per il JMSDF equipaggiato con batterie agli ioni di litio.
Il nuovo sottomarino da 3.000 tonnellate, che è stato chiamato Taigei (con il numero operativo SS 513), è entrato in acqua il 14 ottobre in una cerimonia tenutasi presso le strutture della MHI a Kobe City.
La nuova unità ha un equipaggio di circa 70, una lunghezza fuori tutto di 84 m, una larghezza di 9,1 m, un pescaggio di 10,4 m e un dislocamento standard di circa 3.000 tonnellate, il che significa che è quasi il stesse dimensioni degli SSK della classe Soryu, che sono lunghi 84 m, larghi 9,1 m, profondi 10,3 m e hanno un dislocamento standard di 2.950 tonnellate.
Taigei significa “grande balena” in giapponese ed era il nome di un sottomarino della Marina Imperiale giapponese.
L’SSK, che entrerà in servizio nel marzo 2022, è stata anche chiamata “29SS”. Questa designazione si riferisce all’anno “Heisei 29” nel calendario giapponese (2017 nel calendario gregoriano).
Il nuovo sottomarino, che è costato circa 80 miliardi di yen (758,7 milioni di dollari) per la costruzione, è alimentato da un motore diesel-elettrico che genera 6.000 CV.
La JMSDF ha confermato che la nuova unità è dotata di batterie agli ioni di litio al posto di quelle al piombo, proprio come gli ultimi due dei 12 classe Soryu per la JMSDF: Oryu (SS 511) e Toryu (SS 512). L’Oryu è stato impostato nel marzo 2020, mentre il Toryu sarà in servizio nel marzo 2021.
I sottomarini di classe Taigei (29SS) sono una nuova classe di sottomarini d’ attacco sviluppati per la Japan Maritime Self-Defense Force, successori degli SSK Soryu.
Lo sviluppo della classe Taigei è stato condotto da una serie di ricerche volte a sviluppare componenti sottomarini nuovi e migliorati per migliorare le capacità dei “sottomarini di nuova generazione” che opereranno negli anni 2020 e oltre. Nel 2004, è stata effettuata una valutazione sulla ricerca di sistemi sottomarini di nuova generazione in base ai requisiti di capacità: velocità di immersione, stealth, ecc. La ricerca ha previsto l’utilizzo di tecnologie di simulazione per ottimizzare il design più efficiente per il sottomarino e analizzare il suo rapporto costo-efficacia. I dati tecnici ottenuti sono stati utilizzati per migliorare la progettazione e costruzione della nuova classe di sottomarini. Un totale di 800 milioni di yen sono stati utilizzati per finanziare il progetto.
Nel 2005, sono iniziate le valutazioni per un sonar sottomarino di nuova generazione e propulsione indipendente dall’aria (AIP). Il primo progetto mirava a sviluppare un nuovo array sonar con miglioramenti nella riduzione del peso, risparmio energetico e capacità di rilevamento in risposta alla maggiore silenziosità delle future navi e sottomarini. Il secondo progetto mirava a sviluppare un nuovo sistema AIP per estendere la sostenibilità subacquea per i futuri sottomarini. I nuovi sonar vengono montati sui sottomarini di prossima generazione che opereranno dal 2020 in poi. Allo stesso modo, i nuovi sistemi AIP consentiranno ai sottomarini di espandere le loro aree operative, compresa la risposta in acque poco profonde. La ricerca su entrambi i componenti è stata condotta tra il 2006 e il 2008 e testata tra il 2008 e il 2009. Un totale di 1,5 miliardi di yen e 2,5 miliardi di yen sono stati stanziati per i progetti del sistema sonar e AIP.
Nel 2006 è stata condotta una valutazione per la struttura sottomarina anti-rilevamento / resistenza agli urti. Il progetto prevede la ricerca del design dell’elica e della forma dello scafo per ridurre la generazione di rumore e la struttura del sottomarino per migliorare la riduzione del rumore e la resistenza agli urti. La ricerca prevede che il sottomarino di nuova generazione utilizzi la struttura del pavimento galleggiante; le assi del pavimento sono fissate al guscio interno tramite un meccanismo di ammortizzazione per evitare che le vibrazioni all’interno del sottomarino escano e proteggono dagli urti dall’esterno del sottomarino. Un prototipo è stato sviluppato tra il 2007 e il 2011 e testato tra il 2010 e il 2014. Per finanziare il progetto sono stati utilizzati finanziamenti pari a 400 milioni di yen.
Nel 2009 sono state valutate le ricerche sul sistema di generazione di energia per lo snorkeling e sul sistema sonar. Il nuovo sistema di generazione di energia per lo snorkeling mira ad essere più compatto, silenzioso e generare una maggiore potenza per migliorare l’operatività, la sopravvivenza e la furtività dei sottomarini.
I sistemi di generazione di energia alternativi comparabili che sono stati esaminati includono i motori diesel MTU 16V396SE utilizzati sul sottomarino Tipo 212 e SEMT PielstickMotore diesel PA4V200SM. Tuttavia, si è ritenuto che entrambi i motori producessero prestazioni inferiori alle prestazioni richieste e quindi è stato avviato lo sviluppo di un nuovo sistema di generazione di energia. Il sistema sonar è stato sviluppato per migliorare le capacità di rilevamento e di elaborazione delle informazioni per i sottomarini di nuova generazione al fine di migliorarne le capacità di combattimento e l’operatività in acque poco profonde. Il prototipo di generazione di energia per lo snorkel è stato sviluppato tra il 2010 e il 2014 e testato tra il 2014 e il 2015. Il prototipo del sistema sonar è stato sviluppato tra il 2010 e il 2013 e testato tra il 2013 e il 2014. Un totale di ¥ 1,3 miliardi sono stati stanziati per finanziare l’alimentazione dello snorkel progetto del sistema di generazione e 4,9 miliardi di yen per il sistema sonar.
Nel 2012 è stata condotta la ricerca sulla modalità strutturale per i sottomarini. In genere, quando si aggiungono nuove apparecchiature a un progetto di sottomarino esistente, la soluzione per integrarlo è estendere la lunghezza del compartimento del sottomarino; che a sua volta aumenta le dimensioni, rafforzando i materiali e il prezzo. Lo scopo della ricerca è ridurre le dimensioni e il prezzo del sottomarino futuro ottimizzando la modalità strutturale del guscio pressurizzato di un sottomarino e ottenere dati tecnici per sviluppare il design del sottomarino futuro. Un prototipo di ricerca è stato sviluppato tra il 2013 e il 2015 e sono stati condotti test interni tra il 2014 e il 2015. Per finanziare la ricerca sono stati stanziati 1,1 miliardi di yen.
Nel 2016 sono state valutate le proposte di ricerca su un nuovo design dello scafo per ridurre il rumore del fluido idrodinamico e un nuovo sistema sonar per far fronte alla silenziosità di future navi e sottomarini stranieri. La ricerca sulla riduzione del rumore del fluido implementerà tecnologie per ridurre il rumore di interferenza dallo scafo e dal propellente e ridurre i componenti del rumore a bassa frequenza causati dall’interferenza generata tra il flusso attorno allo scafo e il propellente. La valutazione del nuovo sistema sonar prevede che le navi di superficie straniere e i sottomarini operanti negli anni 2030 miglioreranno la loro silenziosità e opereranno in ambienti marini complessi e diversificati; pertanto sono stati ricercati miglioramenti nelle capacità di rilevamento e tracciamento. La prima ricerca è stata avviata tra il 2017 e il 2020, mentre i test saranno svolti tra il 2019 e il 2022.
Nel 2017 è stata valutata la ricerca su un sistema di guida silenzioso. Il sistema di trasmissione silenzioso viene utilizzato per ridurre ulteriormente il rumore emesso dal sottomarino en-light dei miglioramenti apportati alla tecnologia sonar di altri paesi. La ricerca è condotta tra il 2018 e il 2021 e sarà testata tra il 2021 e il 2022. Per questo progetto è stato stanziato un totale di 5,7 miliardi di yen.
Nel 2018 è stata condotta una valutazione su un sistema di accumulo e alimentazione ad alta efficienza. Il progetto mira a migliorare l’efficienza e l’energia del sistema di accumulo e alimentazione di energia ottenendo un’elevata efficienza e miniaturizzazione nel sistema di alimentazione e aumentando la capacità e la densità del sistema di accumulo di energia. La prototipazione avviene tra il 2019 e il 2022 e i test interni per simulare l’installazione su un sottomarino avvengono nel 2023. Per il suo sviluppo vengono utilizzati un totale di 4,4 miliardi di yen.
Il primo sottomarino di questa classe, il Taigei, sarà convertito in un sottomarino di prova. Il motivo del cambiamento è dovuto alla necessità di acquisire un sottomarino di prova dedicato invece di adibire un sottomarino operativo dalle sue operazioni per condurre i test. In questo modo, la JMSDF può aumentare i giorni operativi e rafforzare le attività di monitoraggio con i sottomarini d’attacco, mentre il sottomarino di prova accelererà la ricerca e lo sviluppo.
E’ confermato che il design dello scafo della classe Taigei non differisce molto da quello della classe Sōryū, ma sarà di 100 tonnellate più pesante del suo predecessore. Tuttavia, i sottomarini di classe Taigei saranno più avanzati in quanto dotati di apparecchiature più recenti come sistemi sonar e sistemi di generazione di energia per lo snorkeling.
La classe ‘Taigei utilizzerà batterie agli ioni di litio in modo molto simile ai sottomarini JS Ōryū e JS Tōryū. Il sottomarino probabilmente utilizzerà il siluro Tipo 18, il cui nome di progetto è “G-RX6″.
Le unità della classe sono: SS 513 Taigei (2022), SS 514 (2023), SS 515 (2024).
Hypersonic Cruise Missile (HCM) e Hyper Velocity Gliding Projectile (HVGP) GIAPPONESI
Anche il Giappone, come gli USA, la Cina e la Russia, ha delineato la sua road map di ricerca e sviluppo per le sue armi ipersoniche di produzione nazionale, confermando che sta cercando una crescita incrementale delle capacità e fornendo ai “media” maggiori dettagli sui tipi di minacce che affronteranno queste nuove armi.
In un documento dell’Agenzia per l’Acquisizione, la Tecnologia e la Logistica, il governo giapponese ha confermato che saranno impiegate due classi di sistemi ipersonici standoff:
- il missile Hypersonic Cruise Missile (HCM);
- l’Hyper Velocity Gliding Projectile (HVGP).
Il primo (HCM), sarà alimentato da un motore a scramjet e appare simile a un tipico missile, anche se è in grado di navigare a velocità molto più elevate e di viaggiare a lungo raggio.
L’HVGP, invece, sarà dotato di un motore a razzo a combustibile solido che aumenterà il carico utile della sua testata ad alta quota prima della separazione, quindi planerà verso il suo bersaglio usando la sua altitudine mantenendo alta la velocità fino all’impatto.
L’agenzia ha anche fornito maggiori dettagli riguardo al carico utile trasportato, con diverse testate previste sia per obiettivi terrestri che marittimi.
La prima sarà una testa corazzata perforante progettata specificamente per penetrare “il ponte della portaerei”, mentre la versione per l’attacco terrestre utilizzerà un proiettile ad alta densità, di forma esplosiva, o EFP, per la soppressione d’area.
Gli effetti di soppressione d’area per quest’ultimo sarà ottenuto attraverso l’uso di più EFP, che sono più comunemente noti come carica sagomata. Un EFP è costituito da un rivestimento metallico concavo di forma emisferica o conica sostenuto da un alto esplosivo, il tutto in un involucro di acciaio o alluminio. Quando l’alto esplosivo viene fatto esplodere, il rivestimento metallico viene compresso e schiacciato in avanti, formando un getto la cui punta può viaggiare fino a 6 miglia al secondo.
La road map del Giappone ha anche rivelato che il paese sta adottando un approccio incrementale per quanto riguarda la progettazione delle forme delle testate e lo sviluppo della tecnologia dei motori a combustibile solido, con l’intenzione di mettere in campo le prime versioni di entrambi nell’arco di tempo dal 2024 al 2028. Si prevede che entrino in servizio nei primi anni 2030.
L’agenzia prevede che entrambi i sistemi navigheranno via satellite con un sistema di navigazione inerziale come backup. Il Giappone sta cercando di stabilire una rete di sette satelliti per consentire il posizionamento continuo delle sue forze di autodifesa, che gli permetterà di fornire dati di navigazione continui senza dipendere da satelliti GPS stranieri o degli alleati.
La guida delle testate si ottierrà sia tramite immagini a radiofrequenza convertite da dati doppler – che l’agenzia governativa ha detto che sarà in grado di identificare obiettivi navali furtivi in tutte le condizioni atmosferiche – sia tramite un ricercatore a infrarossi in grado di discriminare obiettivi specifici.
Il Giappone ha condotto attività di ricerca e sviluppo in varie aree relative alle armi ipersoniche per un certo numero di anni, anche se la maggior parte di esse è andata a beneficio di altri campi come la navigazione satellitare e i razzi a combustibile solido.
Rimane comunque ancora molto lavoro da fare in aree come i sistemi di guida ipersonica, la schermatura termica delle testate e dei corpi missilistici e i sistemi di propulsione ipersonica, in modo che il Giappone sia in grado di mettere in campo una valida capacità di stallo delle armi ipersoniche.
Il Giappone ha quindi già delineato il suo piano per i prossimi decenni per sviluppare e acquisire armi ipersoniche, ciò a causa delle preoccupazioni di Tokyo per le crescenti capacità militari dei paesi vicini come la Cina e la Corea del Nord.
Un rapporto di 18 pagine distribuito dal Ministero della Difesa (MoD) a Tokyo in occasione della mostra sulla difesa DSEI Japan 2019 del 18-20 novembre a Chiba ha dichiarato che il Giappone deve acquisire tecnologie di base che contribuiscano alla “realizzazione di una capacità di attacco difensivo di stand-off … con proiettili ipersonici”.
Secondo il Ministero della Difesa, il Paese del Nord-est asiatico sta cercando di raggiungere questo obiettivo in due fasi di sviluppo. La prima si concentrerà sullo sviluppo di componenti e tecnologie relative alla testata dell’arma, alla cellula e ai sistemi di controllo del fuoco, di guida e di propulsione. La seconda fase prevede l’utilizzo dei risultati della ricerca e sviluppo della prima fase per testare e valutare l’arma e le sue capacità.
Come già detto, il Giappone sta attualmente sviluppando due armi ipersoniche: l’Hyper Velocity Gliding Projectile (HVGP) e l’Hypersonic Cruising Missile.
L’HVGP è progettato per il lancio con un motore a razzo, con il proiettile (glide vehicle) che si separa da esso ad alta quota per poi planare a velocità ipersonica verso il suo bersaglio. L’HVGP, che sarà guidato da un sistema di navigazione inerziale (INS) con l’aiuto del Global Navigation Satellite System (GNSS) e sarà sviluppato in due varianti (Block I e Block II), con il Block II caratterizzato da una maggiore velocità e manovrabilità, secondo l’ATLA.
Come riportato da Jane nel settembre 2018, l’HVGP dovrebbe avere un raggio d’azione di diverse centinaia di chilometri. Ciò consentirebbe di utilizzare l’arma per il tiro dalle isole giapponesi sud-occidentali di Nansei (note anche come Ryukyu), che comprendono le controverse isole Senkaku/Diaoyu nel Mar Cinese Orientale. Le isole sono controllate dal Giappone, ma – come si sa – sono anche rivendicate dalla Cina e da Taiwan.
(Fonti delle notizie: Web, Google, Thedrive, Wikipedia, You Tube)