Intervista – La Fremm Marceglia alle esercitazioni di difesa aerea e contro i missili balistici ADS/FS e BALTOPS 50
Nel corso del primo semestre dell’anno, ed in particolare dalla fine di aprile agli inizi di luglio, Nave Antonio Marceglia (F 597) ed il suo equipaggio sono stati protagonisti di un’importante campagna addestrativa/operativa dalle acque prospicienti il Portogallo fino all’Oceano Atlantico Settentrionale ed al Mar Baltico, che ha visto la partecipazione a diversi eventi, fra cui l’esercitazione NATO per la difesa anti-aerea ed anti-missilistica integrata (IAMD, Integrated Air and Missile Defence) At-Sea Demonstration/Formidable Shield 2021 (ASD/FS-21) e la Baltic Operations 50 (BALTOPS 50).
Analisi Difesa ha avuto l’opportunità d’intervistare l’allora Comandante di Nave Marceglia, capitano di fregata Alessandro Trivisonne (nella foto a sotto), sulla missione effettuata e gli obiettivi conseguiti con successo dalla medesima, grazie alla preparazione ed alla professionalità dell’equipaggio, nonché al supporto dell’industria nazionale ed agli enti della Marina Militare preposti.
I risultati conseguiti nel corso dell’esercitazione ASD/FS-21 rappresentano la conclusione di un percorso di approntamento e addestramento che è iniziato quando l’Unità, la più “giovane” delle piattaforme FREMM classe Bergamini, – realizzata nella configurazione GP (General Purpose) e consegnata nell’aprile 2019 -, ha “mollato gli ormeggi” dal porto di assegnazione, La Spezia, lo scorso marzo per intraprendere un ciclo di preparazione volto alla massimizzazione del ritorno addestrativo e operativo di tale importante evento.
Durante la navigazione, la fregata ha partecipato a diverse attività tecnico-addestrative in Mar Tirreno, Mar Ionio e Oceano Atlantico effettuando attività di tiro superficie-aria (Aster 30), superficie-superficie (Teseo) e aria-superficie (Marte Mk 2/S da elicottero SH-90A) presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ) (NU), l’esercitazione nazionale PHIBEX-21 con unità nazionali e alleate appartenenti al gruppo navale permanente NATO Standing Naval Maritime Group 2 (SNMG2), e successivamente l’esercitazione CONTEX PHIBEX-21 organizzata dalla Marina Portoghese con la partecipazione di numerosi assetti aerei e navali di Portogallo e Stati Uniti.
Comandante Trivisonne, può elaborare meglio il ciclo preparatorio all’ASD/FS 21, volto alla massimizzazione del ritorno addestrativo e operativo di tale importante evento, anche alla luce delle procedure anti-contagio?
Mi permetta, in tempi di Olimpiadi, di paragonare la partecipazione di una nave da guerra all’ASD/FS-21 a quella di una rappresentativa sportiva nazionale ad un torneo di rilevanza mondiale che preveda, come modalità di partecipazione, l’eliminazione diretta. Come noto, per affrontare questa tipologia di kermesse è necessario intraprendere la competizione con slancio agonistico, energia e lucidità sin dalle prime battute; al fine di qualificarsi alle fasi finali e giocarsi la vittoria non sono mai ammessi passi falsi, pena l’eliminazione. Allo stesso modo l’ASD/FS-21 rappresenta un impegnativo e sfidante banco di prova, composto da una serie di eventi tattici peculiari, correlati, non ripetibili e che si svolgono in rapida successione, all’interno di un poligono situato a oltre 2500 miglia nautiche dal più vicino polo logistico nazionale, in una cornice temporale limitata che non offre margini di ri-pianificazione in caso di imprevisti.
A questo vanno a sommarsi le condizioni meteomarine del Nord Atlantico, estremamente mutevoli e vincolanti per la loro magnitudine. In sintesi, non sono permessi passi falsi, siano essi di natura operativa o tecnica, pena il mancato conseguimento della missione.
In quest’ottica, nel definire la partecipazione di Nave Marceglia all’ASD/FS-21 è stato stilato un intenso programma di attività propedeutiche che permettesse all’Unità di giungere nelle acque a nord-ovest della Scozia al culmine di un percorso di addestramento avanzato ad ampio spettro a favore dei team funzionali e dell’Equipaggio nel suo insieme; in condizioni di piena efficienza di apparati, sistemi e sensori imbarcati.
Detta attività è stata principalmente volta al conseguimento dei prerequisiti di efficienza ed efficacia bellica, con estensivo impiego di sensori e sistemi d’arma imbarcati in ogni contesto e modalità, concentrandosi principalmente sui c.d. “sistemi pregiati”: il Combat Management System (CMS), il Multi Functional Radar Active (MFRA), il sistema missilistico Surface Anti Air Missile – Extended Self Defence (SAAM-ESD) e l’impianto di artiglieria 76/62 mm Super Rapido con kit STRALES.
Nell’ambito di questo percorso di “avvicinamento” all’ASD/FS-21 è stato pertanto perseguito il consolidamento delle procedure di impiego da parte dei team funzionali di bordo; in primo luogo la capacità di condurre contemporaneamente le attività di sorveglianza, comando e controllo, comunicazione e ingaggio delle minacce. Tutte le attività, svolte di concerto con il personale del comparto industriale nazionale di riferimento – del quale un’aliquota è stata imbarcata, integrata con l’Equipaggio –, sono state portate a termine nel pieno rispetto delle norme anti-contagio applicando i rodati ed efficaci protocolli sviluppati dalla Marina per contrastare la diffusione dell’epidemia di Covid-19, sia con Unità in porto, sia in navigazione.
Nel merito, prima di intraprendere l’attività in mare l’Unità ha raggiunto uno status di “Covid Free”, al termine di un periodo di isolamento di 14 gg scanditi da una triplice verifica con Tampone Oro-Faringeo (TOF) al quale hanno partecipato tutti i membri dell’equipaggio e il personale dell’industria imbarcato.
Un protocollo oneroso e impegnativo per i membri dell’equipaggio, sia nella fase di acquisizione che di mantenimento, che prevede il completo isolamento dal mondo “esterno” per tutta la durata della missione, circa 120 giorni, ma che rappresentava, prima della diffusione del vaccino, l’unica soluzione efficace al fine di prevenire l’ingresso e la diffusione del virus a bordo e, in sintesi, salvaguardare sia la sicurezza dell’Equipaggio, sia l’efficacia operativa dell’Unità.
In particolare può dettagliare le diverse attività a cui è stata sottoposta la nave e l’equipaggio per prendere parte all’esercitazione? Quali modifiche o aggiornamenti sono state apportati alla nave per prendere parte alla medesima attività?
Il percorso di avvicinamento alla ASD/FS-21 ha visto sia una serie di interventi tecnici, sia un articolato programma di approfondimento nello specifico settore di pertinenza – la difesa antimissile – del già elevato livello addestrativo generale dell’Unità.
Nel merito, con riferimento alle attività di lancio missilistico e di tiro con le artiglierie, l’Unità non è stata oggetto di modifiche, in quanto l’obiettivo era quello di condurre una verifica “sul campo” dell’effettiva funzionalità ed efficacia dei sistemi imbarcati, in uno scenario sfidante come quello disponibile al poligono delle Ebridi, sia per le performance e la molteplicità degli assetti cooperanti, sia per le condizioni meteomarine a confronto, sia perché ci si trova ad operare a stretto contatto con paritetiche Marine di eccellenza, tutte parte dell’Alleanza.
Nelle citate attività, quindi, il sistema di comando e controllo, il radar MFRA così come i sistemi d’arma SAAM ESD, 76/62 Davide/DART, 127/64 LW si sono presentati alla prova dei fatti nella loro configurazione nominale. Diverso discorso, invece, per quanto attiene la sperimentazione delle capacità TBMD (Theater Ballistic Missile Defence), che ha invece visto l’upgrade del radar MFRA a MFRA +, allo scopo di massimizzare le capacità di scoperta di bersagli aerei con caratteristiche balistiche, in termini di traiettoria, quota e velocità, l’aggiornamento alla modalità balistica del CMS, per integrare ed elaborare i dati acquisiti dall’MFRA +, e, infine, l’inserimento della modalità balistica sul Multi Data Link Processor (MDLP), per permettere la partecipazione alla rete multi-link del dispositivo di Integrated Air Missile Defense (IAMD) costituito nel corso di ASD/FS-21 da piattaforme navali, aeree e terrestri.
Per quanto attiene all’Equipaggio, come detto si è trattato di una stimolante sfida, che ha visto tecnici ed operatori impegnati al massimo delle loro capacità sia per l’efficace declinazione operativa di tutte le capacità warfighting dell’Unità, sia per capitalizzare – di concerto con il personale imbarcato del comparto industriale –, le tecnologie sperimentali introdotte a bordo con riferimento agli aspetti della TBMD.
Non si tratta di capacità e competenze acquisibili in un breve periodo, ma che sono il risultato di un percorso addestrativo – iniziato nel 2019 con l’ingresso in linea operativa dell’Unità ed il suo passaggio presso il centro di addestramento della Marina di Taranto (MARICENTADD) – che ha avuto il suo culmine nella serrata attività addestrativa affrontata in previsione della ASD/FS-21.
Durante la navigazione, la fregata ha partecipato a diverse attività tecnico-addestrative in Mar Tirreno, Mar Ionio e Oceano Atlantico effettuando attività di lancio superficie-aria (Aster 30), superficie-superficie (Teseo) e aria-superficie (Marte Mk 2/S da elicottero SH-90A) presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra (NU). Può elaborare più specificatamente le attività legate alle campagne di lancio che per un’unica unità sono risultate molteplici e particolarmente sfidanti in termini d’attività ed addestrative?
Come anticipato, anche l’attività di lancio condotta dall’Unità deve intendersi inquadrata in un percorso il cui obiettivo finale era rappresentato dal lancio superficie/aria di missile Aster 30 su un bersaglio caratterizzato da una traiettoria particolarmente impegnativa per le capacità cinematiche del missile (waving stazionaria complanare), una prima assoluta di verifica delle capacità del sistema missilistico non solo per l’Italia, ma per il programma Aster in generale e quindi per tutte quelle Marine che ad esso affidano la loro difesa in quanto tale traiettoria impegna in maniera completa sia il sistema di calcolo (a valle dei dati ricevuti dal radar MFRA) che la struttura fisica del missile, sottoposto ad accelerazioni superiori a 30-40G (il corpo di un pilota professionista sopporta al massimo circa 6 G prima di perdere i sensi e oltre i 9 può sopraggiungerne il decesso).
In tale contesto, Nave Marceglia ha pertanto effettuato attività lancistica sia in Mar Tirreno che presso il Poligono delle Ebridi. Nel merito, nell’ultima decade di marzo, presso il Poligono di Salto di Quirra, è stato effettuato il lancio di un Aster 30 TLM, peraltro il primo lancio reale per l’Unità dalla consegna avvenuta nel 2019, su bersaglio Mirach 40, un drone subsonico dalle ridotte dimensioni, capace di volare a bassa quota e altamente manovrante. In questo caso, il tema di lancio prescelto ha visto l’esecuzione da parte del bersaglio della citata doppia waving stazionaria complanare con conseguente doppia correzione di traiettoria del missile in volo per conseguire l’ingaggio.
Al fine di capitalizzare appieno la presenza dell’Unità al Poligono di Salto di Quirra – e sempre nell’ottica di testare a trecentosessanta gradi le capacità belliche della nave – è stato organizzato anche il lancio di un missile Teseo Mk 2A su bersaglio navale e di un missile Marte Mk 2/S da elicottero.
Segnatamente, per i lanci superficie-superficie e aria-superficie si è optato per un tema di lancio che prevedeva l’ingaggio di un bersaglio navale – simulato da un natante opportunamente modificato per riprodurre la superficie radar equivalente comparabile ad un’unità militare di superficie – richiedendo ad entrambi i missili di attuare una prima fase di navigazione “di crociera” su percorso pre-impostato, seguita da una fase finale di attacco sui dati acquisiti dal radar del missile stesso.
Per quanto attiene alla configurazione dei missili, la Marina, in termini generali, affronta l’attività di lancio con munizioni in configurazione telemetrica (TLM), ovvero dove il carico bellico, la c.d. “testa in guerra”, viene sostituita da una paritetica di tipo telemetrico, un computer in grado di trasmettere con continuità tutti i parametri di funzionamento del missile durante le fasi di pre-lancio, lancio e successivo volo fino all’intercetto del bersaglio.
Una scelta questa non comune tra le paritetiche Marine alleate – la testa telemetrica, oltre a comportare la riconfigurazione del missile, implica ovvie complicazioni di carattere tecnico – ma che consente per ogni lancio un’accurata attività di post analisi e valorizzazione dei dati acquisiti a vantaggio dell’efficienza bellica complessiva della Squadra Navale, condotta in house dal nostro centro di eccellenza, il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale, tramite la dipendente Sezione Sistemi Missilistici.
L’unità ha preso parte nel succedersi delle attività, all’esercitazione nazionale PHIBEX-21 con unità nazionali e alleate appartenenti al gruppo navale permanente NATO Standing Naval Maritime Group 2 (SNMG2) e l’esercitazione Contex Phibex-21 organizzata dalla Marina Portoghese con la partecipazione di numerosi assetti aerei e navali di Portogallo e Stati Uniti. Può elaborare con maggiori dettagli tali attività addestrative/operative?
La PHIBEX-21 è stata un’esercitazione complessa condotta in ambiente littoral e anfibio, durante la quale il Marceglia ha affrontato un’intensa attività addestrativa finalizzata al mantenimento della capacità di impiego di piani e procedure tattiche e all’efficace utilizzo dei sistemi imbarcati nelle principali forme di lotta.
Nel merito, l’Unità ha supportato le operazioni di proiezione dal mare contribuendo in una prima fase, in cooperazione con le unità aggregate al dispositivo navale permanente NATO SNMG2 – ESPS Mendez Nunez e TCG Kemalreis – all’acquisizione e al mantenimento del sea control nell’area di operazioni e, successivamente, supportando l’effettuazione di missioni tattiche da parte delle forze anfibie, conducendo attività di shaping e di fuoco di supporto navale, anche grazie alla lunga gittata assicurata dal cannone 127/64 LW imbarcato. Successivamente, quale assetto dedicato, l’Unità è stata impiegata come piattaforma di pianificazione, comando e controllo nell’ambito di operazioni in ambiente riverine, una prima assoluta per la Classe FREMM, che anche in questo peculiare campo ha confermato capacità e flessibilità d’impiego.
Pariteticamente, anche l’esercitazione multinazionale Contex Phibex-21 – alla quale hanno partecipato assetti aeronavali dei paesi NATO – si è svolta nell’ambito di uno scenario anfibio, occasione per i partecipanti di massimizzare interoperabilità e integrazione. Quale valore aggiunto in termini di ritorno addestrativo, la Contex Phibex-21 ha avuto luogo congiuntamente alla paritetica esercitazione aerea Tiger Meet, a cui hanno preso parte assetti provenienti dai reparti aerei USAFE e di diversi Paesi europei. Grazie ad un intenso sforzo di pianificazione è stato possibile prevedere eventi congiunti tra le due esercitazioni in corso; validissima occasione per testare a fondo la complessa architettura data-link poi implementata con successo nella successiva ASD/FS-21.
In sintesi, possiamo affermare che con la Contex Phibex-21 si sia venuto a chiudere un percorso – sia geografico, sia addestrativo – di avvicinamento alla ASD/FS-21, consolidando in uno scenario multi-dominio altamente realistico, i pre-requisiti capacitivi necessari per affrontare le Ebridi.
Fra i principali obiettivi conseguiti da Nave Marceglia nel corso dell’esercitazione ASD/FS21, secondo quanto riportato dal comunicato stampa conclusivo dell’esercitazione, è stata indicata la sinergica contribuzione – di concerto con gli altri assetti presenti – al tracciamento e all’ingaggio di missili balistici a corto e medio raggio e di bersagli supersonici. Può elaborare meglio e con maggiori dettagli tale attività? Qual è stata l’attività preparatoria alla partecipazione al network scambio dati con data link e satellitare? Quali risultati significativi sono stati conseguiti in tale ambito rispetto alle passate esercitazioni ADS/FS quali scoperta, tracciamento in fase ascensionale delle minacce balistiche e mantenimento del tracciamento nonché in fase discensionale e terminale sufficiente e robusta per l’ingaggio terminale con una munizione adeguata (Block 1NT/Block 1NT EC)?
Come anticipato, con riferimento alle attività nel campo della TBMD (Theater Ballistic Missile Defence), dobbiamo avere a mente che si tratta di capacità sperimentali, per le quali l’Unità funge da test bed per future applicazioni strutturate nell’ambito della F.A.
Nel merito, durante l’esercitazione ASD/FS 21 Nave Marceglia ha garantito la scoperta e il tracciamento di bersagli balistici a corto e medio raggio utilizzando il radar MFRA+ in modalità balistica. I dati acquisiti dal sensore sono stati trattati ed elaborati dal CMS per la scoperta e generazione delle tracce balistiche, la determinazione dei parametri di volo dei missili, la discriminazione della posizione di lancio e la generazione dell’area di previsto impatto.
Le informazioni elaborate sono statieinfine trasmesse e integrate con tutti gli assetti, aerei, terresti e navali, collegati sulle reti di scambio dati su protocollo Link 16 e J-REAP, strutturate sia su vettore satellitare, sia su radiofrequenza.
Per aumentare il grado di realismo dello scenario, contemporaneamente ai lanci balistici, la forza navale in mare è stata oggetto di attacchi simulati da parte di droni con profili a bassa quota, allo scopo di verificare le capacità di assicurare l’auto difesa della formazione navale in un contesto operativo non permissivo.
I dati acquisiti nell’ambito dell’attività sono ancora in corso di valorizzazione e rappresentano un prezioso supporto nel processo di perfezionamento di una capacità nazionale nel campo della Ballistic Missile Defense – da completarsi sulle nuove unità con l’implementazione anche delle munizioni Block 1NT/Block 1NT EC da lei citate –, quale ulteriore tappa del percorso intrapreso con la partecipazione di Nave Rizzo all’edizione del 2017 della esercitazione Formidable Shield (FS-17) e Nave Bergamini alla FS-19.
L’equipaggio ed il sistema di combattimento di Nave Marceglia hanno anche conseguito la scoperta, il tracciamento e l’intercetto di una minaccia aerea a bassa quota con il lancio effettivo di missile superficie-aria Aster 30 telemetrico. Può elaborare con maggiori dettagli i punti salienti di tale attività?
L’evento di difesa aerea con correlato lancio Aster 30 TLM contro bersaglio aereo, che si è sostanziato al Poligono delle Ebridi, si è svolto con piena soddisfazione verso le performance sia del sistema SAAM-ESD, sia della munizione, con l’abbattimento del bersaglio per impatto diretto. Come detto, il tema di lancio prevedeva anche in questa occasione l’esecuzione di una doppia waving stazionaria da parte del bersaglio ma, a differenza di quanto avvenuto presso il Poligono di Quirra, nel corso dell’ASD/FS-21 il target drone utilizzato è stato un Mirach 100/5 capace di raggiungere velocità fino a 250 m/s (900 km/h) e manovrare con un profilo di volo estremamente sfidante per l’ingaggio da parte di un missile superficie-aria.
Nonostante le sfide imposte dal tema di lancio scelto e dalle caratteristiche del bersaglio abbiano comportato l’impiego del sistema d’arma ai limiti delle proprie capacità nominali di ingaggio, tutte le fasi quali scoperta, tracciamento, ingaggio e intercetto, si sono svolte come pianificato e il ritorno addestrativo dell’attività è stato massimo.
Preme ancora una volta evidenziare come detta attività abbia rappresentato una prima assoluta di verifica delle capacità del sistema missilistico in questo specifico scenario non solo per l’Italia, ma per il programma Aster in generale e quindi per tutte quelle Marine che ad esso affidano la loro difesa. Anche in questo caso si è preferito pertanto impiegare un missile telemetrico; le informazioni ricavate sono attualmente in corso di elaborazione e valutazione e contribuiranno ad arricchire il considerevole know-how di F.A. nel campo della difesa aerea e dell’ingaggio missilistico.
Sempre con riferimento alla verifica delle performance del sistema SAAM-ESD, il programma delle esercitazioni prevedeva anche la possibilità per Nave Marceglia di cimentarsi nell’ingaggio di un missile supersonico sea-skimmer – simulato da un target drone denominato Coyote – unitamente all’Unità spagnola Cristobal Colon, al fine di testare le capacità di difesa a corto raggio dei sistemi imbarcati, laddove il lancio sopra citato con Aster 30 ha dato prova delle performance in termini di difesa di una Forza Navale.
Ciò detto, tale tipologia di bersaglio ha messo alla prova le capacità di scoperta, localizzazione, identificazione ed assegnazione al sistema d’arma di un bersaglio a bassa quota ad una velocità di più di due volte superiore a quella del suono; fasi tutte gestite in modalità automatica dai sistemi imbarcati e finalizzate al lancio di una munizione ASTER 15 “in guerra”, ovvero priva di testa telemetrica.
Al fine di simulare le varie fasi di difesa di una Forza Navale, le geometrie di lancio prevedevano una prima reazione da parte del Cristobal Colon, in posizione più avanzata rispetto alla minaccia, e qualora questa avesse avuto esito negativo, un intervento dell’Unità italiana nel c.d. inner layer della difesa aerea.
Alla prova dei fatti, il secondo missile lanciato dall’Unità spagnola è riuscito a destabilizzare la traiettoria del bersaglio tanto da richiederne la distruzione da parte del poligono, ma l’intera sequenza è comunque da considerarsi un pieno successo anche per Nave Marceglia. Infatti, non solo il connubio MFRA/SAAM-ESD è riuscito ad identificare per tempo la minaccia e ad assegnare e preparare al lancio la munizione Aster 15, ma avuta contezza della distruzione del bersaglio sopra menzionata, il sistema è stato così reattivo da valutarne l’abbattimento e disporre la sospensione del lancio, al fine di non sprecare il missile.
Un processo, quello descritto sopra, che può sembrare lungo ma che alla prova dei fatti si è svolto in non più di cinque-sette secondi, a riprova di efficacia ed affidabilità dei sistemi e delle loro logiche di funzionamento.
Nave Marceglia ha anche conseguito l’individuazione e la neutralizzazione di un bersaglio aereo con l’impianto d’artiglieria 76/62 in configurazione DAVIDE impiegando la munizione guidata DART (Driven Ammunition Reduced Time of flight). Potete elaborare con maggiori dettagli i punti salienti di tale attività che dovrebbe rappresentare il primo dopo un lungo periodo, con un importante ritorno in termini di verifica dell’efficacia del sistema?
L’impiego dell’impianto di artiglieria 76/62 con kit STRALES ovvero in configurazione DAVIDE con l’utilizzo di proiettili guidati di tipo DART rappresenta una delle peculiarità del sistema di combattimento della Classe Bergamini tipo FREMM. In occasione dell’attività a caldo effettuata nell’ambito della ASD/FS-21 è stato possibile utilizzare l’impianto per ingaggiare un bersaglio aereo subsonico tipo Banshee Jet 80 a bassa quota con rotta a defilare.
Il sistema è ottimizzato per le minacce veloci e manovranti con cinematica a puntare, la scelta di una cinematica a defilare, imposta dai regolamenti di sicurezza del poligono, ha rappresentato uno scenario di impiego di maggiore complessità per il sistema.
L’azione di fuoco ha avuto esito positivo: i colpi, guidati dal fascio in radio-frequenza puntato costantemente sul punto presente della minaccia, sono esplosi in prossimità del bersaglio, disabilitandolo. Le schegge preframmentate della testa in guerra di ciascun proietto hanno infatti provocato ingenti danni strutturali, tali da provocare la distruzione funzionale del drone radiocomandato.
L’attività ha consentito quindi di verificare per la prima volta sul campo, fatte salve le attività di sviluppo e validazione, le capacità di ingaggio del sistema DAVIDE – soluzione tecnologica nazionale sviluppata per contrastare minacce di tipo asimmetrico o tradizionale, con un contenimento dei costi rispetto ai sistemi di difesa missilistici – e di consolidarne le modalità di impiego, acquisendo al contempo ulteriori e preziosi dati su detto sistema, grazie ai quali affrontare le future evoluzioni e gli sviluppi dello stesso.
Nel corso dell’esercitazione è stata anche validata la solidità del sistema di Comando e Controllo dell’Unità inserito all’interno di molteplici reti tattiche e strategiche necessarie per la IAMD e la BMD. Potete elaborare con maggiori dettagli i punti salienti di tale attività?
Il sistema di Comando e Controllo di bordo (CMS) – che rappresenta al contempo cuore e cervello delle attività belliche della Nave – è stato messo a dura prova nell’ambito della ASD/FS-21 in quanto gli veniva chiesto non solo di processare un notevole flusso di informazioni, ma anche di condividerlo in tempo reale con assetti eterogenei, navi aerei ed enti a terra; in sintesi una sfidante verifica di interoperabilità di sistema sviluppati sì su protocolli comuni, ma da realtà industriali e con soluzioni tecnologiche differenti.
Ciò detto, il CMS ha dimostrato di saper correttamente processare le tracce generate dai sensori, trasmettendole e correlandole con quanto riportato dalle altre unità partecipanti attraverso l’impiego della rete data-link 16, in banda UHF, e J-REAP, su vettore satellitare. La siffatta rete multi-link del dispositivo navale impiegato in ruolo IAMD si è rivelata perfettamente idonea a trattare le informazioni e a diffonderle. Uno dei più ambizioni obiettivi dell’esercitazione, ovvero l’ingaggio e l’abbattimento di missile balistico da parte dell’unità americana Paul Ignatius (classe Arleigh Burke Flight IIA) su traccia remota generata e aggiornata dalla forza navale – segnatamente l’Unità olandese De Zeven Provincien dell’omonima classe – è stato infatti brillantemente conseguito.
Pariteticamente, l’instradamento e la diffusione delle informazioni acquisite in mare dalle Unità sulle reti strategiche dell’Alleanza si è sviluppata come pianificato, permettendo la conferma della validità ed efficacia della capacità BMD della NATO espressa, nel contesto marittimo, da un dispositivo navale multinazionale integrato.
Quali sono state le attività addestrativo/operative di lotta di superficie ed altri esempi di lotta quali quella di guerra elettronica, grazie all’impiego durante l’esercitazione di assetti NATO e dei membri dell’alleanza dedicati a tale specifica attività?
Durante il periodo addestrativo sono state svolte numerose esercitazioni volte al contrasto della c.d. minaccia di superficie, tra cui diverse attività riguardanti la guerra elettronica. Nel merito, il team della Centrale Operativa dell’Unità (CIC) ha potuto sperimentare in prima persona gli effetti dei diversi tipi di disturbo elettronico, grazie all’impiego nell’ambito dell’esercitazione Contex Phibex-21 di un TRACSVAN (Transportable Radar Communications jamming and Simulation Van), assetto nelle disponibilità della NATO imbarcato per l’occasione su Unità portoghese; si tratta di un moderno dispositivo in grado di riprodurre fedelmente gli effetti di un disturbo o di un inganno elettromagnetico nemico.
Grazie alla preziosa collaborazione del TRACSVAN, Nave Marceglia si è trovata ad affrontare le numerose esercitazioni previste in uno sfidante ambiente elettromagnetico degradato, nell’ambito del quale è da menzionare anche la temporanea indisponibilità dei sistemi GPS. Tutte criticità superabili da parte di un’Unità militare grazie alle peculiarità tecnologiche dei sistemi imbarcati ma, soprattutto, all’addestramento del personale a fronteggiare condizioni non permissive.
Successivamente al completamento dell’esercitazione ADS/FS 21, Nave Marceglia ed il suo equipaggio hanno partecipato anche all’esercitazione BALTOPS 50. Può elaborare i motivi e momenti salienti di tale partecipazione ed il contributo offerto dalla Marina Militare anche a livello di comando e controllo della medesima?
Dopo aver solcato l’Oceano Atlantico, Nave Marceglia dal 7 al 18 giugno ha preso parte alla BALTOPS 50, la principale esercitazione NATO nell’area del Nord Europa, quest’anno alla sua 50ma edizione. Dal 1972 l’esercitazione segna le basi dell’interoperabilità tra i Paesi NATO nella regione, rafforzandone la coesione. 40 Unità navali, 60 aeromobili e oltre 4000 militari appartenenti a 16 paesi NATO, Svezia e Finlandia, hanno operato per due settimane in Mar Baltico dimostrando l’impegno della NATO per la sicurezza collettiva e l’avanzato grado di interoperabilità tra le Marine dei paesi alleati.
Un impegno, quello di Nave Marceglia, che è iniziato con il suggestivo transito degli stretti danesi (Danish Straits) – le vie d’acqua che dividono il Baltico dall’Oceano atlantico – e del passaggio al di sotto del ponte dello Storebaelt, per portare quale prima FREMM della Marina il tricolore nelle acque del Nord Europa, ove era stato presente per l’ultima volta nel 2013. Al termine di un’impegnativa fase di “gioco libero” a partiti contrapposti, i risultati addestrativi conseguiti nel corso di BALTOPS 50 hanno confermato la capacità delle forze navali alleate di condurre efficacemente operazioni in un contesto multi-minaccia e di assicurare la libertà di navigazione lungo le arterie di comunicazione marittime, sea lines of communication (SLOC).
L’edizione di quest’anno ha inoltre esteso lo scenario addestrativo ai domini “spazio” e “cyber”, nuove dimensioni operative nelle quali le forze della NATO sono chiamate ad operare al pari dei domini convenzionali. Un’attività di Naval Diplomacy quindi, che ha visto anche la partecipazione per la prima volta di un’Unità nazionale alla BALTOPS, attività che si è svolta in un peculiare ed impegnativo contesto sia per la collocazione geopolitica, sia per le peculiari condizioni meteomarine ivi presenti.
Foto Marina Militare