Le dieci priorità del governo britannico più “Pro Tech” di sempre
La Gran Bretagna ha recentemente pubblicato le sue priorità tecnologiche. Sono dieci punti, mirati e concreti. Secondo il DCMS inglese la tecnologia svolgerà un ruolo cruciale anche durante la fase di recupero post Covid. Una convinzione solida, evidente anche dall’acronimo DCMS (Department for Digital, Culture, Media & Sport), dove “digital” appare al primo posto (davanti a “culture”!!!).
Per chi è abituato a piani strategici, vale la pena dare una rapida occhiata al progetto inglese, seguendo lo stesso ordine di rilevanza dell’annuncio ufficiale.
- Costruire un’infrastruttura digitale nazionale di livello mondiale. L’obiettivo è quello di creare le condizioni per cui “le case e le aziende di tutto il paese possano trarre concreto vantaggio dalla banda larga”. Quindi prima di tutto garantire connettività, senza discriminare aree geografiche e senza dimenticare le persone più vulnerabili.
- Secondo un motto attualmente molto in voga, i dati “sono il nuovo petrolio”. Occorre però ridurre le barriere che ne limitano la condivisione e farne un uso responsabile. Anche da questo dipende la capacità di innovare e migliorare la vita dei cittadini
- Per evitare che la rivoluzione digitale si trasformi in un flagello sociale, ogni cittadino dovrà disporre di competenze digitali e ogni impresa dovrà adottare le tecnologie più recenti. Per costruire una nazione esperta di tecnologia, saranno messi in campo precise iniziative di formazione con finanziamenti ad hoc.
- Per completare il quadro, è fondamentale garantire sicurezza e resilienza anche attraverso norme di legge che impongano alle tecnologie ICT di impiego critico, rigorosi paradigmi di cybersecurity.
- Un ecosistema costruito per fare nascere nuove startup, ma soprattutto per farle crescere. Un giusto mix di politiche di formazione, di politiche fiscali e finanziarie, per far sì che il Regno Unito sia il posto ideale dove fare business digitale.
- Secondo il DCMS, “l’intelligenza artificiale ha il potenziale per trasformare radicalmente le nostre vite”. Liberare il potere dell’intelligenza artificiale è dunque una priorità assoluta del governo di Boris Johnson, il cui piano strategico verrà reso pubblico entro il 2021.
- Il Regno Unito si distinguerà così per una fiorente economia digitale, in grado di imporre nuovi modelli di commercio digitale, che diverranno criteri degli accordi commerciali che il Regno Unito definirà con i propri partner internazionali.
- Nonostante il recente status di indipendenza come effetto della Brexit, il Regno Unito non dimentica la necessità di giocare un ruolo nell’influenzare il dibattito internazionale per aumentare la concorrenza digitale, ora condizionata da poche e potentissime aziende tecnologiche (in gran parte americane e cinesi).
- La prosperità digitale dovrà essere equamente distribuita in ogni parte del paese, garantendo il massimo supporto anche alle aziende che operano fuori Londra.
- Infine, le tecnologie innovative dovranno essere impiegate anche per ridurre l’impatto ambientale delle industrie. L’ambizione è quella di armonizzare la rivoluzione digitale con la sostenibilità ambientale.
E’ evidente che si tratta solo di uno schema, e che la differenza tra teoria e pratica sarà, come spesso accade, condizionata dagli investimenti governativi. Ciò premesso, questo schema di progetto appare sensato e ben orchestrato. Dopotutto, non c’è mai stato momento migliore per concentrarsi su come la tecnologia possa favorire la crescita economica. Uno scenario potenzialmente favorevole anche per l’Italia.