Nave Trieste ha ricevuto la bandiera di combattimento
Si è svolta lo scorso 26 ottobre nel capoluogo del Friuli-Venezia Giulia la cerimonia della consegna della bandiera di combattimento a Nave Trieste.
Una data scelta non a caso, in quanto la città di Trieste, che dà il nome all’unità navale, commemora in quel giorno il suo ricongiungimento al territorio italiano, avvenuto il 26 ottobre 1954.
Una doppia celebrazione, dunque, che ha visto la massiccia partecipazione dei cittadini alabardati che hanno affollato Piazza Unità d’Italia e seguito dai maxischermi quanto accadeva a bordo della nave.
Alla presenza del ministro della difesa, on. Guido Crosetto, del capo di stato maggiore della difesa, generale Luciano Portolano, del capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino, dell’avvocato Laura Mattarella, madrina della nave, e delle altre autorità militari e civili presenti nell’hangar, il comandante di Nave Trieste, capitano di vascello Francesco Marzi, ha ricevuto dal sindaco Roberto Dipiazza la bandiera di combattimento e, insieme al suo equipaggio, ha pronunciato la formula del giuramento che prevede di “custodirla con devozione e di difenderla in ogni circostanza, fino all’estremo sacrificio, nell’interesse supremo della Patria”.
La consegna di una bandiera di combattimento rappresenta uno dei momenti più significativi per una nave militare, poiché essa simboleggia l’onore dell’unità, le sue tradizioni, la sua storia e il ricordo dei suoi caduti. Va difesa fino all’estremo sacrificio e accompagnerà la nave durante tutta la sua vita operativa, per essere infine custodita, quando l’unità andrà in disarmo, presso il Sacrario delle Bandiere del Vittoriano.
La bandiera, simbolo della Patria, è l’elemento che dà identità alla nave, tratto di suolo italiano itinerante per le acque del mondo sul quale vige il “principio della territorialità”.
L’impiego della bandiera di combattimento a bordo delle navi ha un’origine antica che continua a essere tramandata. Le navi delle Repubbliche Marinare di Genova e Venezia avevano infatti a bordo un vessillo destinato a essere utilizzato solo durante lo scontro navale, più vivido nei colori rispetto a quello consunto dalle lunghe navigazioni e quindi ben visibile a alleati e nemici.
La bandiera di combattimento di Nave Trieste, issata a riva e ammainata la sera della consegna, è stata poi riposta nel suo cofano e da quel momento custodita presso l’alloggio del comandante. Sarà spiegata solo in occasione di una battaglia.
Con quest’ultimo atto, l’unità d’assalto anfibio multiruolo Trieste, consegnata lo scorso dicembre alla Marina Militare alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è pronta ad adempiere ai molteplici impieghi previsti dalla Forza Armata.
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